I mercati e gli umori di chi li controlla |
Scritto da Domenico D'Amico |
Giovedì 15 Dicembre 2011 09:29 |
Si sente sempre parlare di mercati e della loro reazione alle manovre dei Governi etc. Ma quando parliamo di mercati riferendoci a chi compra i titoli di Stato, faremmo bene a capire chi sono queste "entità" che decidono se e a che prezzo comprare i titoli di Stato. Perché il MERCATO PRIMARIO DEI TITOLI DI STATO non è accessibile a tutti: solo gli investitori istituzionali e in special modo gli SPECIALISTI IN TITOLI DI STATO possono accedere a quel mercato, non il piccolo investitore. Gli Specialisti in titoli di Stato sono paragonabili a dei grossisti, che vanno ai mercati generali, con la differenza che sono molto grandi e fanno spesso la voce grossa verso chi “vende” (gli Stati sovrani). E' una lista di 20 nomi: Banca IMI SpA In due parole: lo studio dimostra che un gruppo ristretto di 147 multinazionali controlla gran parte di un gruppo molto più ampio composto da migliaia di multinazionali. Lo studio chiama queste 147 multinazionali le “Super Corporation” e di queste il 75% sono istituti bancari-finanziari. Qui sotto le prime 50 della lista. C’è un particolare importante da segnalare: la ricerca dell' ETH focalizza la sua "attenzione scientifica" sugli incroci di quote azionarie che attraverso numerosi e complicati passaggi, fanno emergere una situazione di sostanziale controllo da parte delle 147 Super Corporation. Lo studio svizzero quindi non prende in considerazione la parte legata al debito; molte grandi e grandissime aziende dell’economia “reale” hanno enormi quantità di debito accumulate proprio verso i grandi istituti bancari: possiamo quindi logicamente affermare che i risultati di questa ricerca rappresentano una parte di quota di controllo che il settore bancario ha verso l’economia reale, cui va aggiunta la parte di controllo e/o di influenza generata dal debito. Facciamo un altro passo: i CDS, i credit default swap. I CDS sono prodotti finanziari creati per chi si vuole assicurare contro i rischi di default (fallimento) dei soggetti – Stato o grande azienda – che vendono sul mercato le proprie obbligazioni. Sono strumenti finanziari molto complessi, che hanno fatto discutere negli ultimi anni e creato scompiglio, soprattutto per il fatto che sono sostanzialmente fuori da ogni controllo – negoziati come si dice in gergo over-the-counter - e che determinano movimenti anomali nei “mercati”, condizionandone in modo pesante gli andamenti, le valutazioni, le scadenze etc. L’articolo del sole 24 ore del 23 settembre del 2011 (3) sottolinea senza fraintendimenti che il mercato dei CDS è sotto controllo delle prima 4-5 banche americane. Lo dice il giornale di Confindustria, non un sito di complottisti, quindi dobbiamo ritenere la fonte attendibile. Ovviamente queste 4-5 grandi banche americane fanno parte delle liste lette qualche rigo più su. A controllare questi strumenti sono i soliti noti, che quindi hanno in mano un altro potente strumento di condizionamento dei “mercati”. Questo articolo (4) redatto dalla rivista italiana di intelligence (un documento del Sisde) spiega e descrive tutti i meccanismi che governano questo sistema. La sostanza è che il controllo del trading automatico ad alta frequenza agisce molto pesantemente su tutti i mercati azionari e obbligazionari, che quindi risultano ancora una volta compromessi e influenzati da strumenti che sono nella disponibilità delle solite co-interessenze, che fanno riferimento al mondo bancario e finanziario. Per finire – dulcis in fundo - alla base di tutto questo, come pietra angolare che incardina tutto il sistema, c’è la moneta-debito, creatura divina del sistema bancario commerciale e istituzionale. La moneta nasce e muore come debito; attraverso la sua natura di debito, il tasso d’interesse e attraverso la quantità che viene decisa essere necessaria, è in grado di determinare se un certo mercato di beni e servizi debba essere fiorente o fallimentare, se una cerca area geografica debba svilupparsi o meno. Il debito/credito ha il potere di creare ed ha il potere di distruggere. E questa facoltà è la prima arma a disposizione del sistema bancario e quindi delle più grandi istituzioni bancarie che abbiamo visto essere protagoniste dei mercati dei titoli di Stato, dell’economia reale, del mercato dei CDS, dei movimenti determinati dal trading ad alta frequenza. Dopo questa esposizione, comprovata da studi scientifici e fonti ufficiali, si può giudicare meglio quando sentiremo parlare dei “mercati” e dei loro umori. Sapremo cioè a chi si sta facendo riferimento.
(1) http://www.dt.tesoro.it/export/sites/si ... o_2010.pdf |