La calma dopo la tempesta |
Scritto da Domenico D'Amico |
Lunedì 03 Ottobre 2011 16:35 |
La calma dopo la tempesta... Il problema è che quel + da restituire, oltre al capitale, non esiste. Se il sistema bancario concede 100 e chiede 110 all'economia reale l'anno successivo, quei 10 devono essere creati sempre dal sistema bancario, unico creatore di moneta. Questo avviene sempre, in fase espansiva. Poi arrivano le crisi, cicliche e inevitabili, e il sistema bancario decide di chiudere i rubinetti. E allora arriva il momento di fare i conti. Tutti noi la pensiamo in termini di conti da sistemare, di bilanci e di risparmio, rimanendo nel campo delle regole del debito; chi invece detiene la gestione dell'emissione del denaro a debito la pensa in termini di ACCAPARRAMENTO DI RISORSE REALI E DI RISCRITTURA DELLE REGOLE DEL GIOCO. Ecco che quindi, per effetto della crisi (artificiale) le grandi istituzioni finanziarie entrano pesantemente nei CDA dell'economia reale (fatto) e soprattutto DETTANO le regole/leggi che saranno in vigore nel nuovo giro di giostra (altro fatto). Per arrivare dove, si chiedono gli scettici? La realtà supera spesso la fantasia, e quindi è velleitario avventurarsi in disegni che la realtà si preoccuperebbe di far apparire ingenui. Niente debito, niente interessi (magari negativi, semmai), bensì gestione dello strumento monetario da parte della collettività: attraverso i mezzi informatici e democratici più evoluti, per evitare forzature, disastri, privilegi e per generare le condizioni di prosperità desiderate. Il sistema attuale basato sul debito non è riformabile, perché insostenibile ab origine. C'è bisogno di una rivoluzione copernicana della moneta, responsabile, equa, sostenibile. "Nulla è più politico della moneta", diceva il premio nobel James Tobin.
di DOMENICO D'AMICO |