Futuro senza denaro?

Questa sezione accoglie discussioni e segnalazioni su articoli usciti dai vari mezzi di informazione

Futuro senza denaro?

Messaggioda domenico.damico » 20/04/2012, 8:08

Si moltiplicano gli articoli e i racconti dsu persone che vivono senza denaro, di comunità autonome, di ricerche sul futuro senza denaro etc.

Questo articolo del Corriere della sera è un esempio, anche con riferimenti ad autorevoli studi universitari.



DALLA CAVERNA ANIMA IL SUO BLOG
Daniel Suelo, l'uomo che vive senza soldi
Da dodici anni senza denaro né documenti. E si dichiara felice, grazie a una vita «vissuta finalmente nel presente»

MILANO – Tutto inizia nel 2000 quando Daniel Shellabarger decide di dire addio al denaro e al conto corrente, al documento d’identità, alla patente e persino al proprio nome, che da Shellabarger diventa semplicemente Suelo (terra in spagnolo). Ha 39 anni, viene da una buona famiglia cattolica e ha studiato all’università. Ora vive nelle grotte del deserto che circonda la città di Moab, nello Utah, e si nutre di ciò che trova in natura e persino degli animali uccisi dalle automobili (come riporta un articolo di Slate.fr). Ciononostante è rimasto membro attivo della sua comunità e gestisce persino un blog dal titolo zerocurrency (zerovaluta), il cui manifesto ideologico è Moneyless, Free World and Priceless (un mondo senza soldi, libero e senza prezzo).

IL VIL DENARO - Pecunia non olet, dicevano i latini, ma secondo Daniel Suelo l’affermazione non è affatto vera. Anzi, Suelo pensa che il denaro corrompa e generi infelicità, inquini i rapporti e falsi la percezione del mondo: «I soldi non hanno la capacità di rappresentare il presente, ma solo il passato (i debiti) o il futuro (i crediti)». Meglio dunque ritornare al baratto e alla natura, senza bisogno di soldi e di conti in banca. Il che non vuol dire essere fuori dal tempo, come testimonia la vita di Suelo che, pur snodandosi nelle grotte, è una vita connessa e tecnologica, passata anche a dialogare con il resto del mondo che cerca da lui delle risposte: «Piacerebbe anche a me ma una scelta simile, ma è compatibile con una famiglia?», «E come la metti con l’igiene?», «Come fai per gli occhiali o le cure dentistiche?», «Sei un estremista e credi che il denaro sia il diavolo?».

UNA CORRENTE DI PENSIERO – La teoria di un mondo moneyless affascina del resto più di una persona nell’era di internet e la quota di economisti e teorici che hanno ipotizzato una realtà senza l’intermediazione dei soldi inizia a essere significativa. Basta guardare all’ultimo rapporto del Pew Research Center, che denuncia una voglia crescente di fare a meno di questi pezzi carta simbolici, destinati a seguire le sorti della macchina da scrivere o di altri oggetti obsoleti sulla via del tramonto. Il titolo è molto esplicito: «Il futuro dei soldi nell’era della mobilità». In sostanza, come osservato da uno studio degli esperti della Elon University e dell’Internet & American Life Project del Pew Research Center, la sicurezza, la convenienza e gli altri benefici del portafogli mobile manderanno in pensione le vecchie banconote. E il concetto di denaro cambierà e sfumerà. Il professore di Harvard Susan Crawford è una dei tanti sostenitori del pensiero moneyless, convinta che non esista nulla di più immaginario e persino di più demodé dei soldi. Questa corrente di pensiero ha trovato un suo fondamento anche nel modello di business celebrato da Jeremy Rifkin nel 2000 che, indagando le prossime frontiere del capitalismo, parlava già allora di era dell’accesso al posto dell’era del possesso.

ABBANDONA IL DENARO – Mercoledì scorso era il Quit money day e un’intera comunità invitava anche solo per un giorno a lasciare a casa il portafogli. Proprio come fece tempo fa Daniel Suelo, moderno eremita la cui scelta di vita inizia a fare proseliti. Mark Sundeen, autore della sua biografia in «The Man Who Quit Money» riflette infatti su quanto questa filosofia, specie in tempi di crisi, stia diventando un’alternativa di vita. E quando il calore delle caverne raggiunge livelli intollerabili, nel periodo estivo, Suelo parte per andare in visita agli amici: «Non ho idea di cosa mi riservi il futuro, e non mi interessa neppure», dichiara l’uomo senza soldi, sottolineando che la vita affrancata dalla schiavitù del denaro e del possesso regala la capacità eccezionale di vivere nel presente, senza doversi proiettare sempre indietro o avanti.

LA CASA-CAVERNA - La sua casa-caverna dista un'ora dalla città di Moab. Misura 5 metri per 1,50 di altezza, e contiene quasi esclusivamente riso, fagioli e libri. Si lava al torrente e si veste con indumenti reperiti in un bidone della spazzatura. Chi lo conosce bene sostiene di non aver mia visto una persona così felice e serena. E lui che non giudica le scelte degli altri (e anzi in un certo senso benedice gli sprechi altrui che gli danno qualche fonte di sostentamento) continua a dichiarare di aver trovato nella vita il proprio modo di esistere. E di credere fermamente nel cerchio della natura.

di Emanuela Di Pasqua
19 aprile 2012


Fonte: http://www.corriere.it/esteri/12_aprile ... 698e.shtml
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Re: Futuro senza denaro?

Messaggioda Bruce » 20/04/2012, 13:27

Ma fino a quando il mondo resta in mano a potenti banchieri, com'è possibile pensare ad un mondo senza denaro? Attualmente mi sembra utopia, poi tutto è possibile.
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Re: Futuro senza denaro?

Messaggioda Vito Zuccato » 21/04/2012, 14:30

Sei tu che non vuoi il cambiamento. I banchieri non fanno che occupare lo spazio vuoto a cui tu non ti interessi.

Se vuoi mantenere una società e un'economia con un certo grado di complessità, sei costretto a mantenere lo strumento monetario.

Se invece non vuoi la moneta, devi per forza andare sugli alberi come facevi alcuni anni addietro, cominciando a fare come fa costui (per esempio).

Confondi lo strumento col suo utilizzatore: sei un criminalizzatore di strumenti, fai cacce alle streghe e roghi di piazza.

Usi la dicotomia BENE/MALE appioppando clericalmente personificazioni altrettanto dicotomiche BUONO/CATTIVO ai concetti e agli oggetti, senza fare alcuna valutazione logica e constatabile sperimentalmente.

Anche il protagonista di questo thread è un criminalizzatore di strumenti: non si rende conto che confonde lo strumento neutro "coltello da cucina" col coltello da cucina conficcato nella schiena di qualcuno per mano del cuoco cattivo™.

E poi che palle con 'sti discorsi iper-inflazionati e auto-castranti sull'utopia.

L'utopia e l'impossibilità sono create dal nulla PROPRIO da chi ne parla a ogni piè sospinto e si crogiola nei secoli dicendo "Utopia, Utopia, Utopia [...] Utopia", come un rosiario, per espiare chissà quali peccati dell'umanità.
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Re: Futuro senza denaro?

Messaggioda Vito Zuccato » 21/04/2012, 14:48

E' come per il discorso della creazione di moneta bancaria commerciale.

NON è la rete del sistema bancario commerciale nel complesso a creare promesse di moneta a corso legale (moneta bancaria commerciale), ma è LA SINGOLA BANCA a farlo, tutte le volte che si presenta un privato o una società a richiedere un prestito.

Così accade per la comunità degli individui: non è la comunità nel complesso a creare cambiamento sociale e/o promesse di cambiamento sociale, ma è IL SINGOLO INDIVIDUO a farlo.

Ma anche se si dichiarasse – come troppi dichiarano – che tali creazioni (di moneta e di cambiamento sociale) avvengono solo a livello di sistema e non a livello di singolo, sarebbe una dichiarazione RIDICOLA: dato che il sistema è composto da una somma di individui, ogni creazione sistemica DEVE PER FORZA essere la somma di creazioni individuali e ogni creazione individuale in media DEVE PER FORZA essere pari alla creazione sistemica divisa per il numero di individui.
Altrimenti, sarebbe obbligatorio introdurre una terza parte estranea al sistema e a ogni individualità che si prenda la responsabilità materiale di tutte le creazioni.




IL VIL DENARO - Pecunia non olet, dicevano i latini, ma secondo Daniel Suelo l’affermazione non è affatto vera. Anzi, Suelo pensa che il denaro corrompa e generi infelicità, inquini i rapporti e falsi la percezione del mondo: «I soldi non hanno la capacità di rappresentare il presente, ma solo il passato (i debiti) o il futuro (i crediti)». Meglio dunque ritornare al baratto e alla natura, senza bisogno di soldi e di conti in banca. Il che non vuol dire essere fuori dal tempo, come testimonia la vita di Suelo che, pur snodandosi nelle grotte, è una vita connessa e tecnologica, passata anche a dialogare con il resto del mondo che cerca da lui delle risposte: «Piacerebbe anche a me ma una scelta simile, ma è compatibile con una famiglia?», «E come la metti con l’igiene?», «Come fai per gli occhiali o le cure dentistiche?», «Sei un estremista e credi che il denaro sia il diavolo?».

Non è un estremista, è semplicemente il classico grassissimo ignorante pressapochista odioso supponente piccolo-borghese (praticamente il cretino del villaggio) che non ha la benché minima nozione di cosa sia la moneta e che, soprattutto, non si ferma ad analizzarla e a immaginarne diverse configurazioni.


«E come la metti con l’igiene?»
«Come fai per gli occhiali o le cure dentistiche?»

C'è chi dice che si possono eliminare, ma per farlo occorre comunque istruirsi su alcuni argomenti piuttosto complessi o che necessitano di un minimo di impegno intellettuale, come dover istruirsi su... cosa sia la moneta (ma tu guarda).
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Re: Futuro senza denaro?

Messaggioda domenico.damico » 12/07/2012, 14:12


L’oasi del professore eremita che ha detto addio al denaro
È l’unico abitante della valle di Faont. Insegna musica a Feltre, poi torna a vivere tra i boschi. Con lui, quattro volpi e due cavalli. «Contro la crisi, l’autosussistenza»

di Andrea Priante

PEDAVENA (Belluno) — Produrre con le proprie mani tutto ciò che serve. Un sogno per molti, che può diventare una necessità in tempi di crisi. C’è chi ci prova, nella piccola valle di Faont, in provincia di Belluno, ai margini del Parco Nazionale delle Dolomiti. Per raggiungerla basta una ventina di minuti di fuoristrada dal centro di Pedavena. Sentieri sterrati, il torrente Colmeda che scorre più sotto, ed ettari di boschi buoni per chi va a funghi. Lì, tutto solo, abita «il Lupo». Così la gente del posto ha soprannominato Marco Scapin, l’ultimo eremita o, a seconda di come la si guardi, il primo di una nuova stirpe di eremiti che in tempi di affanni economici sta lentamente prendendo piede: quella di chi, lontano dalla città e dalle fabbriche in crisi, non ricerca la solitudine ma l’autosussistenza. Scapin, 49 anni, ha una doppia vita, raccontata anche nel blog «Nuovi stili di Vita» del Corriere del Veneto.

Al mattino insegna musica a circa duecento studenti di un liceo pedagogico e di una scuola media di Feltre. «Per lo Stato sono ancora un precario e lo stipendio se ne va tutto per comprare il fieno per i cavalli e fare piccoli lavori di sistemazione della stalla e delle altre strutture per gli animali », racconta. Finite le lezioni torna alla sua casa nel bosco, comprata dodici anni fa e trasformata in un rifugio in grado di proteggerlo il più possibile da smog e ritmi frenetici. Nelle mappe cittadine, la sua abitazione viene indicata in via Faont 1. Il numero civico 2 non esiste, perché Scapin è l’unico residente dell’intera vallata. Vive con due cavalli, due cani e quattro volpi che gli sono state affidate dalla Forestale che le aveva recuperate alcuni anni fa, ferite, e che lui ha curato. Il suo sogno è di poter un giorno dire definitivamente addio al denaro. «L’orto biologico produce patate, fagioli, insalata e altre verdure. L’acqua la prelevo direttamente dalla sorgente. Non mi serve molto altro. Della televisione faccio volentieri a meno, preferisco suonare o leggere un buon libro». Ma alcune cose, almeno per ora, le deve acquistare. L’elettricità, ad esempio, ma solo per poter utilizzare internet («È necessario per le comunicazioni che mi arrivano dalla scuola», spiega mascherando un po’ di rammarico). E alcuni generi alimentari. «Il pane lo faccio in casa ma, non avendo un mulino, la farina la devo comprare». La carne non vuole neppure sentirla nominare: è vegano (la dieta che esclude anche i prodotti di origine animale, compresi formaggi e uova), e ha trasformato perfino le sue bestiole, volpi e cani inclusi, in perfetti vegetariani. La vita di questo professore precario, che da anni non entra in un centro commerciale, nel tempo libero scrive libri che parlano dei suoi boschi e suona musica popolare con una band, è un tutt’uno con la natura.

«Proteggo questa zona dai cacciatori, tengo puliti i prati. Mi sento un eremita, ma non di quelli che inseguono a tutti i costi la solitudine: da quando ho fatto questa scelta di vita ho stretto molte amicizie, anche con persone che vorrebbero seguire le mie orme e che per questo mi chiedono consigli. Probabilmente ci si sente molto più soli in città, dove l’individualismo è portato all’estremo, piuttosto che in montagna, dove so per certo che se dovessi trovarmi nei guai chiunque sarebbe pronto a darmi una mano. Per quanto mi riguarda, semplicemente ho scelto di abitare lontano dalla cosiddetta civiltà, rinunciando al superfluo che il sistema consumistico ha trasformato in necessità ». Il paesaggio è bellissimo. La casa, ben arredata, domina un pascolo e, più sotto, si sente il mormorio del torrente al quale vanno ad abbeverarsi i caprioli. Ha piantato una tenda indiana con l’idea di ospitare chi raggiunge la vallata in cerca di pace. Perché sono in tanti a sognare di lasciarsi tutto alle spalle e trasferirsi in mezzo a un bosco, come ha fatto lui. E infatti presto «il Lupo» non sarà più l’unico abitante di quella vallata: «Una coppia di professionisti trevigiani ha deciso di venire a vivere qui. Stanno ristrutturando una vecchia casera abbandonata e prima ancora di ultimare i lavori hanno già piantato alberi da frutta ». Di motivi per mollare la città e unirsi alla schiera di coloro che puntano a prodursi da soli tutto ciò che serve al sostentamento, ce ne sono parecchi. C’è chi insegue il contatto con la natura, chi non trova lavoro (o lo ha perso) e chi semplicemente vuole riscoprire ritmi meno stressanti. «La nostra società è un treno che si sta schiantando e in tanti vogliono saltare giù, prima che sia troppo tardi. Ci ruba il tempo, costringendoci a lavorare dalla mattina alla sera. Ci ripetevano di fare gli straordinari per guadagnare di più, magari dedicando al "posto fisso" anche il sabato e la domenica. Ma ora, con la crisi economica, l’intero sistema sta andando a rotoli. Perchè se non lavori e non hai i soldi, sei escluso da tutto. La mia esperienza dimostra che uscire da questo vortice è possibile, cibandosi dei prodotti coltivati con le proprie mani e bevendo l’acqua che la natura ci offre spontaneamente ».


Fonte: http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... 0182.shtml
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LA FINE DEL DENARO

Messaggioda domenico.damico » 09/01/2013, 12:50

È il tramonto della banconota

Siamo vicini alla fine del denaro nel modo in cui lo abbiamo sempre visto: piccoli pezzi di carta rettangolare e dischi metallici». David Wolman ha 37 e ha passato gli ultimi due indagando il futuro dei soldi. Quello che ha visto lo ha scritto in un libro, The End of Money, in uscita negli Stati Uniti a febbraio. Perché le monete alternative stanno esplodendo proprio adesso? «Ci sono molte forze differenti in gioco. Da una parte il crescente interesse per le monete complementari (che in alcuni casi sono iperlocali), è molto simile all' interesse per il cibo a chilometro zero o lo shopping locale. Le persone hanno la convinzione che un cibo locale sia più sano per sé, per la comunità in cui si vive e per l' ambiente. La stessa cosa sta accadendo con i prodotti, che siano scarpe o divani: meglio comprare dal negozietto della tua strada piuttosto che ordinare via Int e r n e t q u a l c o s a fatto in C i n a . Io non p e n s o c h e questo sia un b e n e , m i l i mito a rilevare uno s t a t o d ' a n i m o c o m plessivo. Con le monete sta capitando lo stesso: se è possibile realizzare un sistema monetario alternativo che sia sufficientemente sofisticato - e ci metto un grande se davanti - e se questo può sostenere l' economia locale e tenere i soldi dentro la comunità invece di arricchire banchierie corporations lontane, beh, la cosa ha molto fascino». La crisi finanziaria in atto gioca a favore delle monete alternative? «Sì. Un altro fattore trainante, e non sorprendente, è il clima di sospetto per le monete sovrane e il sistema monetario internazionale. Sebbene il denaro stampato dalle banche centrali sia vestito dei crismi della ufficialità, ormai non è più o meno reale di alcune piccole monete alternative che circolano in alcune piccole città della California del nord per esempio. D' altra parte le valute ufficiali godono di alcune protezioni che le valute complementari non hanno ancora, come le sofisticate tecniche anti-falsificazione. Inoltre questo vituperato sistema monetario ha contribuito a garantire una gigantesca crescita economica nel corso dell' ultimo secolo, il che significa che non possiamo buttarlo via senza pensarci bene. Farlo sarebbe semplicistico e folle». Si tratta di un trendo di una rivoluzione? «Io non penso che sia un trend. Ci possono essere dei limiti sulla velocità di diffusione di queste nuove valute, ma non si tratta di un fenomeno temporaneo. Ci sono troppe persone brillanti e preparate che stanno lavorando a come rendere questo mondo migliore con delle nuove valute. A prescindere da successo che ogni singola iniziativa avrà, io penso che l' innovazione e il desiderio di cambiare lo status quo che viene da queste esperienze, sia positivo». Che ruolo sta giocando Internet in questo fenomeno? «Immenso. È vero che ci sono molte monete iperlocali che non dipendono molto da Internet e che anzi esaltano un ritorno al passato, allo spirito comunitario del baratto. Ma dove le monete alternative stanno davvero esplodendo è sul web. Il recente e controverso caso di Bitcoin ne è l' esempio più clamoroso». Il misterioso creatore di Bitcoin, la moneta creata automaticamente, da un algoritmo, è sparito nel nulla. Lo stampatore dei Liberty Dollarsè finito in carcere. C' è il rischio che qualcuno approfitti del momento favorevole per compiere dei crimini? «Io penso di sì. Proprio nel caso dei Bitcoin molti si sono chiesti per comprare e vendere cosa venissero davvero usati. È una preoccupazione legittima, ma anche con euro e dollari, l' anonimato e la non tracciabilità del contante lo rende perfetto per l' attività criminale».
(r. l.)

Fonte: http://ricerca.repubblica.it/repubblica ... onota.html

Altri riferimenti ai lavori di David Wolman:

http://www.guardian.co.uk/books/2012/ma ... man-review
http://www.david-wolman.com/p/articles.html
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Re: Futuro senza denaro?

Messaggioda domenico.damico » 26/01/2013, 20:51

La straordinaria vita di un giovane tedesco
Vivere, bene, con 40 euro al mese
Che servono solo per le sigarette
Philipp Hauschild raccoglie roba buttata via e utilizza il web

Un ragazzo di Amburgo vive una vita sorprendente, senza spendere un soldo - o quasi: vive in una fattoria, viaggia in tutt’Europa, ha un Rolex al polso, veste abiti firmati e mangia formaggio Roquefort. Com’è possibile? Grazie alla società «usa e getta», che produce sempre più rifiuti, ma anche a internet.

http://www.corriere.it/esteri/13_gennai ... 2969.shtml
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