SCOZIA

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SCOZIA

Messaggioda domenico.damico » 18/09/2014, 12:25


"Let's do it!". E per la prima volta tremano i poteri forti dell'intero occidente. Viva la Scozia libera!

Fonte: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot ... emano.html

di Sergio Di Cori Modigliani

E bravi i nostri scozzesi!
Comunque vada a finire, loro, come gruppo politico, come etnia, come comunità, come collettività, come popolo, come nazione, hanno comunque già vinto.
Questo è il bello dell'azione politica quando è efficace ed efficiente, e cioè quando si mescolano i due ingredienti che trasformano una utopia nella ricetta basica che compone una potentissima arma: il progetto culturale e il pragmatismo
Ovvero: una diversa idea di mondo e il senso di realtà (la capacità di applicarla)
Domani si vota in Scozia per il referendum sull'indipendenza.
Gli ultimi sondaggi danno in leggero vantaggio gli unionisti, ed è molto probabile (per non dire quasi certo) che vinceranno. I sì, cioè chi vuole l'indipendenza, sono dati al 49,1%, I no, cioè chi vuole restare dentro la "Union Jack" al servizio dell'Inghilterra, stanno al 51,9%.
Decideranno gli indecisi.
Nel suo ultimo discorso valido, il premier scozzese Alex Salmond, ha galvanizzato i suoi concittadini: "Facciamolo!" ha detto "lo spazio per le parole è quasi esaurito. restiamo noi, la gente che vive e lavora qui. Gli unici che votano, coloro che contano. Il futuro della Scozia, il nostro paese, il nostro territorio culturale è nelle nostre mani. Riconfermiamo il principio della nostra identità in quanto sudditi di Sua Maestà alla quale restiamo e rimarremo fedeli, ma intendiamo riappropriarci del diritto costituzionale di essere, nella società civile, prima di ogni altra cosa, cittadini che gestiscono in proprio la cosa pubblica, il bene comune, il senso della propria comunità di eguali".
Contro gli indipendentisti sono scesi in campo i poteri forti occidentali.
In prima linea i colossi finanziari, Royal Bank of Scotland (nazionalizzata quattro anni fa e quindi sotto il controllo della city di Londra che dipende dal Tesoro Inglese) Goldman Sachs, Black Rock, J.P.Morgan, Morgan Stanley. Anche Mario Draghi si è speso contro. Ed è arrivato anche Obama a dar man forte agli inglesi.
Gli unionisti sanno che vinceranno ma non si sa mai e così, ieri al pomeriggio, a 48 ore dal voto, hanno promesso giganteschi spazi di nuova autonomia per gli scozzesi. La risposta del premier è stata la seguente: "Rispondo pubblicamente nel nome della chiarezza alle proposte del signor Cameron. Mi sembra una mossa disperata last minute. Basata sul nulla. E' un po' come quei voli low cost, paghi meno e voli in piedi. Noi restiamo comodamente seduti sulla nostra terra, che appartiene a noi, soprattutto a chi ci abita".
Gli Usa, terrorizzati, hanno inviato subito le truppe, qui intese come "soldati della comunicazione manipolata" (i veri eserciti nella vita di oggi). Perché se la Scozia vince, dopo due ore, esiste una percentuale molto alta di probabilità che occupywallstreet inizi a battere la grancassa dell'irredentismo californiano, mai domato. Basterebbe pensare che lo Stato della California (se fosse una nazione sarebbe la quinta potenza al mondo, ha un pil superiore del 50% a quello dell'Italia) si considera da sempre a modo suo autonomo. Se andate nella capitale, Sacramento, in tutti gli uffici istituzionali trovate la bandiera con la sequoia e una gigantesca orsa nel mezzo, sotto la quale campeggia la scritta "California Republic". Lo statuto recita così: "la California è una repubblica democratica e indipendente che ha scelto di aderire alla confederazione degli Stati Uniti d'America". Ha uno statuto speciale e il 56% della sua popolazione (soprattutto emigranti ispanici) sono cattolici, come gli scozzesi.
A questo bisogna aggiungere il fatto che l'indipendenza della Scozia provocherebbe un terremoto finanziario in tutta l'Unione Europea e c'è addirittura -come la city di Londra- che paventa il crollo dell'euro. Perché non si tratta di una lotta nazionalista, bensì di una battaglia politica.
E' l'ultima frontiera libertaria della sinistra in Europa.
Il governo scozzese è composto dal Partito Nazionalista di Scozia (maggioranza assoluta alle ultime elezioni, qualcosa come il 68% dei voti) che è composto dalla vecchia ala radicale del laburismo duro anglosassone: vogliono chiudere le centrali nucleari, nazionalizzare le società petrolifere per dividere il profitto tra i cittadini scozzesi, abbassare le tasse ai singoli comuni, triplicare le tasse ai grandi patrimoni aristocratici e alle rendite, e far partire subito una legge che divide le banche di credito pubblico da quelle finanziarie andando all'attacco dei colossi che hanno distrutto le vite di tutti noi in Europa.
A differenza della Padania che è un delirio demagogico basato su una fantasia a fini elettorali senza nessuna struttura di supporto reale, la Scozia fa riferimento a una antichissima cultura molto identitaria, coesa, massiccia nel rispetto delle proprie tradizioni. Leggendo le relazioni fatte da Tacito e Svetonio, si viene a sapere che 2100 anni fa, quando il potente impero romano inviò una avanguardia per ispezionare la zona e capire se conveniva o meno andare a colonizzarla, si trovarono dinanzi a una sorpresa: una zona geograficamente impervia e composta da una etnia coriacea, dal forte carattere, per niente disposta a farsi schiavizzare da nessuno. I Romani la chiamarono "Caledonia". Poiché non c'erano i quattro elementi che a loro interessavano, e cioè ulivi, agrumeti, vitigni, orzo, perché lì non crescono, decisero che era troppo rischioso e non valeva la pena andare fino a lì e neppure ci provarono, chiudendo un accordo strategico con gli Angli che faceva da garante per impedire che gli scozzesi "osassero" arrivare nel continente.
Risale ad allora, al I secolo a.C., il disprezzo degli scozzesi nei confronti degli inglesi, considerati "i poliziotti dell'Impero". 500 anni fa gli inglesi hanno anche decapitato la loro regina, Maria Stuarda, e quella vicenda è ancora viva nell'immaginario collettivo della nazione.
"Vogliamo che l'Europa senta e ascolti la nostra voce" ha dichiarato Alex Salmond, il premier degli scozzesi "perché soltanto dalla libertà e dalla indipendenza può nascere la rivolta contro la sudditanza nei confronti dello strapotere dei colossi finanziari che hanno sede nella city di Londra, che procurano ingenti profitti a una casta di privilegiati e affamano le popolazioni: loro hanno affamato i popoli dal Mediterraneo al Mare del Nord. E' ora di riprenderci il mano il nostro destino".Wow!
Sembra sentir parlare Beppe Grillo.
Magari, fosse così.
Non è un caso che il M5s non abbia speso una parola per parlare di questa vicenda, ordini di scuderia? Nigel Farage si è speso per sostenere la causa degli unionisti e dei colossi finanziari della city di Londra di cui lui è uno dei membri.
Questo è il prezzo delle alleanze, scomode o sbagliate che dir si voglia.
Per gli scozzesi, il M5s forse è un gruppo politico che sostiene la city di Londra contro l'indipendenza della loro terra.
Così va il mondo, tra un paradosso e l'altro.
Viva la Scozia libera e indipendente.
In Italia questo tema del referendum scozzese è passato sottotono, diversamente da altri paesi europei.
A ciascuno il suo.

Io sto dalla parte degli scozzesi, accanto a Sean Connery, Vivienne Westwood, Ken Loach, la federazione minatori britannica, il partito laburista del nord, l'associazione britannica per il rispetto dei diritti civili, il movimento ecologista britannico, i verdi di Aberdeen, gli ambientalisti di Edimburgo e l'intero istituto di sociologia e di fisica teorica della prestigiosa università di Oxford che, pur essendo in territorio inglese, ha scelto di dire la propria in controtendenza nel nome della libertà della Cultura e della Scienza per far valere il sacrosanto diritto alla salvaguardia della propria diversità e unicità etnica.

Questa sì che era una bella battaglia politica da fare in Europa.

Sì che lo sarebbe stata!

Peccato. L'ennesima occasione persa


COMMENTO

Sottolineature mie, specie sul M5S, ridicolo (in special modo nel vertice et fedelissimi) anche in questa occasione, come in tante negli ultimi 18 mesi.
La speranza è che vincano gli indipendentisti scozzesi per poi vedere se avranno la forza di sfidare davvero i poteri finanziari della City di Londra, una volta per tutte. Speriamo.
Un No deve salire dal profondo e spaventare quelli del Sì.
I quali si chiederanno cosa non viene apprezzato del loro ottimismo.
Ennio Flaiano
domenico.damico
 
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