La Moneta Bancaria

Area volta al confronto inerente l'attuale sistema monetario

La Moneta Bancaria

Messaggioda Alessandro Bono » 18/01/2012, 23:07


La Moneta Bancaria


Spesso quando le persone leggono o sentono parlare per la prima volta di signoraggio e moneta debito si chiedono se sia veramente possibile che le banche commerciali creino moneta dal nulla. In particolare c'è chi nega che ciò accada, chi è più possibilista e inizia le proprie domande dicendo "Se fosse come dici tu..." e chi, spaesato dal gran numero di fonti disponibili, si perde in articoli di persone poco preparate che negano apertamente ciò che viene dichiarato nelle fonti accademiche.

In molti pensano che l'emissione di moneta da parte degli istituti di credito privati sia una teoria di una ristretta cerchia di "cospirazionisti", un'opinione basata su una cattiva interpretazione dei testi o dovuta ad una scarsa preparazione in materia. E' curioso constatare che, il più delle volte, a sostenere tale linea di pensiero sono persone che non hanno mai aperto un libro di economia.

Lo scopo di questo articolo è quello di raccogliere in un'unica sede alcune delle fonti e dei dati che dimostrano come l'esistenza di una sua richiesta sia l'unica giustificazione necessaria alle banche commerciali per creare nuova moneta. Non si tratta di una supposizione, ma di un dato di fatto che qualunque economista può confermare come vero.

Prima di tutto bisogna capire cosa si intende per moneta. Se non c'è chiarezza sui termini fondamentali è impossibile costruire un ragionamento. In molti parlando di moneta pensano subito ad un pezzo di carta colorata con un numero sopra, ma nella realtà questa è solo una delle forme che essa può assumere.

Vediamo cosa dice in proposito il "Modern Money Mechanics". Per chi non lo sapesse si tratta di un testo edito dal stessa Federal Reserve (e che quindi non può essere tacciato di scarsa credibilità). Al suo interno sono analizzati i principi di base di un'economia fondata sull'esistenza di una Banca Centrale di emissione e sul ricorso alla pratica della riserva frazionaria. Si tratta di un testo fondamentale di cui si consiglia la lettura a tutti coloro che non hanno problemi con l'Inglese.

Dopo l'introduzione troviamo il paragrafo intitolato "What is Money" ("Cos'è la Moneta?"). Al suo interno possiamo leggere:

"Today, in the United States, money used in transactions is mainly of three kinds - currency (paper money and coins in the pockets and purses of the public); demand deposits (non-interest bearing checking accounts in banks); and other checkable deposits, such as negotiable order of withdrawal (NOW) accounts, at all depository institutions, including commercial and savings banks, savings and loan associations, and credit unions. Travelers checks also are included in the definition of transactions money."

Traduzione:

"Oggi, negli Stati Uniti (come nel resto del mondo - n.d.t.), le forme di moneta utilizzate nelle transazioni sono principalmente tre: valuta liquida (denaro di carta e monete nel portafogli e nei risparmi statali); conti di deposito a vista (conti presso le banche che non generano interessi); e le altre forme di deposito verificabile, in quanto ordini di prelievo negoziabili, esistenti presso tutti gli istituti di deposito, incluse le banche commerciali, di risparmio e le unioni di credito. Anche i travelers check sono inclusi nella definizione di moneta."

Un'altra fonte facilmente verificabile (oltre ad un qualunque testo universitario di macroeconomia) è il dizionario economico online della casa editrice Simone. Alla voce "Moneta" è scritto:

"La mancanza di una definizione univoca di moneta pone seri problemi per ciò che riguarda la regolazione dell'offerta di moneta (v.) e la politica monetaria in genere: la consapevolezza che nell'aggregato moneta possono essere inclusi strumenti finanziari diversi (quali i conti corrente o i titoli di Stato) ha perciò spinto le autorità monetarie a definire aggregati monetari (v.) sempre più ampi; in essi, la funzione di intermediario degli scambi perde via via importanza a favore di attività finanziarie che, pur essendo meno liquide, meglio rispondono alla funzione di fondo di valore."

E' quindi universalmente riconosciuto che nella definizione di denaro non rientrano solo le banconote, ma anche i depositi a cui, per legge, non corrispondono necessariamente quantità fisiche di moneta. Non si può andare avanti con il ragionamento se non si comprende che anche i numeri digitali presenti nei database delle banche commerciali sono una forma di moneta a sé stante.

Se a emettere le banconote è la Banca Centrale, resta da chiarire chi emette questa ulteriore forma di moneta. Proseguiamo nella lettura del MMM e leggiamo il paragrafo intitolato "Who creates Money" ("Chi crea la Moneta"):

"Changes in the quantity of money may originate with actions of the Federal Reserve System (the central bank), depository institutions (principally commercial banks), or the public. The major control, however, rests with the central bank.

The actual process of money creation takes place primarily in banks.(1) As noted earlier, checkable liabilities of banks are money. These liabilities are customers' accounts. They increase when customers deposit currency and checks and when the proceeds of loans made by the banks are credited to borrowers' accounts."


Traduzione:

"Le variazioni della quantità di moneta possono essere originate da azioni del Federal Reserve System (la banca centrale), degli istituti di deposito (principalemente le banche commerciali), o dallo stato. Il controllo principale, comunque, è esercitato dalla banca centrale.

L'attuale processo di creazione del denaro avviene principalmente presso le banche. Come notato precedentemente, le passività delle banche sono moneta. Tali passività sono i conti dei clienti. Questi conti aumentano quando i clienti depositano valuta e assegni e quando i prestiti effettuati dalle banche vengono accreditati sui conti dei beneficiari."


La creazione di moneta da parte delle banche commerciali tramite la concessione di crediti è un dato accertato e confermato anche dalle fonti accademiche, per trovarne conferma basta aprire un qualunque testo sull'argomento. Non si tratta di un teoria ma della realtà dei fatti.

Tale processo può avere luogo grazie al ricorso da parte delle banche stesse al meccanismo legalmente regolamentato della "riserva frazionaria". Cercando su wikipedia questo termine e saltando direttamente al paragrafo "L'espansione del credito" possiamo leggere quanto segue:

"La riserva frazionaria è un moltiplicatore che consente l'espansione del credito. In un sistema a riserva frazionaria diversa dal 100% la banca può accreditare del denaro in quantità superiori ai depositi che ha."

Tirando le somme: le banche commerciali possono incrementare i conti correnti dei clienti pur non possedendo fisicamente la carta-moneta corrispondente; poiché anche i conti correnti sono una forma di moneta, facendo ciò, la banca ne crea di nuova.

Sempre sul sito della casa editrice Simone (una delle più accreditate in ambito accademico) alla voce "Moltiplicatore dei depositi" (un altro modo per chiamare la riserva frazionaria) è scritto :

"Capacità delle banche di favorire, nel momento in cui concedono prestiti, l'aumento dei depositi e creare in questo modo nuova moneta bancaria (v.). "

Quanto detto è riscontrabile anche nei dati empirici. Sul sito del CNEL (Centro Nazionale dell'Economia e del Lavoro) sono presenti i rilevamenti riguardanti l'ammontare dei conti correnti depositati in Italia nell'anno 2001. Nel caso specifico stiamo parlando di oltre 550 miliardi di euro.

Confrontando questa cifra con il bilancio della Banca d'Italia del medesimo anno, a pag. 31 possiamo leggere che, a fronte di quei depositi, esistevano 64,6 miliardi di euro in banconote e 7,5 miliardi nei conti di riserva obbligatoria (depositi immediatamente monetizzabili) degli istituti di credito.

Nel 2001 circolavano più di 450 miliardi di euro creati dalle banche commerciali cui non corrispondevano banconote e che, nella pratica, non erano convertibili in denaro fisico. Vera e propria moneta creata dal nulla, senza neanche bisogno di utilizzare carta e inchiostro.

Che le banche commerciali creino moneta dal nulla è un dato di fatto, non è possibile discutere delle conseguenze che questa pratica provoca nell'economia reale con un interlocutore che la mette in dubbio.

Spero che questo articolo possa essere utile a per fare chiarezza sulle basi, soprattutto quando si ha a che fare con persone che si ostinano a sostenere che il bianco sia nero.


http://www.monetaproprieta.it/site/inde ... &Itemid=64
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Re: La Moneta Bancaria

Messaggioda framelio » 01/03/2012, 16:49

Quindi, se io chiedo 100 euro ad una banca commerciale, il mio conto aumenta di 100, e alla banca aumentano i passivi di 100 euro.
Quando restituisco i soldi, la banca cancella la passivita' che ha con me e tutto e' finito.

(questo escludendo l'interesse ovviamente)

Per cui, il guadagno della banca e' solo l'interesse. Fila?
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Re: La Moneta Bancaria

Messaggioda ValerioRaiola » 01/03/2012, 18:38

framelio ha scritto:Quindi, se io chiedo 100 euro ad una banca commerciale, il mio conto aumenta di 100, e alla banca aumentano i passivi di 100 euro.
Quando restituisco i soldi, la banca cancella la passivita' che ha con me e tutto e' finito.

(questo escludendo l'interesse ovviamente)

Per cui, il guadagno della banca e' solo l'interesse. Fila?

Dirla così semplicisticamente, sembra che tu restituendo i 100 € non abbia più moneta in mano, quindi attualmente sei senza moneta. Nella realtà in cui viviamo tutta la moneta in circolazione è un debito nei confronti del sistema bancario, è nella restituzione della moneta che sorgono i problemi, se questo ti sembra niente!

Il problema infatti che cerchiamo di mettere in risalto, non è il guadagno sull'interesse,ma appunto il sistema-debito.
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Re: La Moneta Bancaria

Messaggioda Alessandro Bono » 12/03/2012, 15:58

Il capitale viene distrutto e il guadagno netto contabile è il solo interesse.

Il problema è il potere che il sistema bancario ottiene grazie alla facoltà di creare moneta dal nulla, decidendo chi la possiede all'atto dell'emissione.

Se dessi a un'istituzione privata il potere di sancire leggi come più le aggrada in modo completamente autoreferenziale, diresti che non ha "guadagnato" nulla poiché non le entra in tasca niente?

Le lobby esistono. Quella bancaria è, a nostro avviso, la più potente poiché tutte le altre devono fare riferimento a lei per avere accesso alla moneta, restando poi invischiate in una rete di debiti che le mette nella pratica al suo servizio. Le banche commerciali, grazie alla facoltà esclusiva di creare moneta debito dal nulla, controllano l'industria, il mercato e la società. Negare questo fatto perché il capitale dei prestiti viene distrutto vuol dire coprirsi deliberatamente gli occhi.

In più l'espressione "solo l'interesse" fa sorridere, visto che, come fatto notare anche da Valerio, stiamo parlando dell'interesse (nel caso delle banche commerciali) sul 95% della moneta esistente.

Tra l'altro interesse percepito sulla promessa di consegnare un bene che non esiste.
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Re: La Moneta Bancaria

Messaggioda cristian » 27/03/2012, 11:41

Alessandro Bono ha scritto:Il capitale viene distrutto e il guadagno netto contabile è il solo interesse.

Il problema è il potere che il sistema bancario ottiene grazie alla facoltà di creare moneta dal nulla, decidendo chi la possiede all'atto dell'emissione.

Se dessi a un'istituzione privata il potere di sancire leggi come più le aggrada in modo completamente autoreferenziale, diresti che non ha "guadagnato" nulla poiché non le entra in tasca niente?

Le lobby esistono. Quella bancaria è, a nostro avviso, la più potente poiché tutte le altre devono fare riferimento a lei per avere accesso alla moneta, restando poi invischiate in una rete di debiti che le mette nella pratica al suo servizio. Le banche commerciali, grazie alla facoltà esclusiva di creare moneta debito dal nulla, controllano l'industria, il mercato e la società. Negare questo fatto perché il capitale dei prestiti viene distrutto vuol dire coprirsi deliberatamente gli occhi.

In più l'espressione "solo l'interesse" fa sorridere, visto che, come fatto notare anche da Valerio, stiamo parlando dell'interesse (nel caso delle banche commerciali) sul 95% della moneta esistente.

Tra l'altro interesse percepito sulla promessa di consegnare un bene che non esiste.


Esattamente, ahimè perfettamente d'accordo.
Ancor di più considerando che sembrerebbe (come documentato e sostenuto da F. Fata sul forum primit) che il sistema del moltiplicatore della riserva frazionaria rappresenti addirittura un falso limite, e che quindi la quantità massima creabile di moneta dipenda solamente dalla volontà di chi "presta" e di chi prende a prestito, cioè dalle singole banche e dai cittadini desiderosi di finanziamenti.
Vorrei chiedere il vostro parere sul fatto se esista o meno un limite nel meccanismo della riserva o no.
Grazie
cristian
 
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Re: La Moneta Bancaria

Messaggioda domenico.damico » 27/03/2012, 12:59

Il limite a mio parere esiste, ma è un limite puramente tecnico/scenico, che si è dimostrato agirabile in mille modi; vedi per esempio la vicenda dei CDO americani, che liberavano il bilancio da importi in leva vendendoli come investimenti sul mercato e continuavano così a poter concedere nuovi mutui etc.

Il vero limite della (singola) banca è la porta che non si apre per mancanza di nuovi/buoni clienti, e i numeri da tenere in ordine quando i clienti diventano meno buoni.
Se la banca è piccola e fallisce, e il suo portafoglio clienti è appetibile in rapporto all'esposizione, qualcuna correrà a comprarsela, altrimenti sarà il Fondo interbancario a coprire fino a 100 mila euro ciascuno, con tutti i limiti del caso, mai esplorati finora.

A livello di sistema invece il limite è senza senso (e gioca a sfavore, in un certo senso, della comunità, che vede impostogli a forza un limite tutto tecnico e interbancario) perché si è constatato che se si crea una falla si valuta la dimensione della falla e si prendono le decisioni adeguate, avendo a disposizione TUTTI gli strumenti possibili: si veda la crisi di Merryl Linch assorbita da Bank of America, il fallimento da 600 mld di $ di Lehman Brothers, appena uscita dalla procedura di fallimento pagando circa un decimo del suo debito, e la crisi generalizzata di oggi, che vede coinvolti tutti gli Stati sovrani più importanti, che si adeguano alle perizie tecniche dei CONSIGLIORI bancari/finanziari, mettendo a completa disposizione le casse statali. (quindi strumenti finanziari, di diritto, economici, legislativi, esecutivi etc.)

Il sistema è in pieno divenire, ma c'è una cosa che non si mette mai in discussione: la creazione ad uso e abuso privatistico della moneta-debito.
Il fulcro di tutto è quello.
Un No deve salire dal profondo e spaventare quelli del Sì.
I quali si chiederanno cosa non viene apprezzato del loro ottimismo.
Ennio Flaiano
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Statistiche (ufficiali) europee sulla moneta

Messaggioda domenico.damico » 21/12/2013, 10:57

Giusto due ovvietà sui numeri delle varie tipologie di moneta, a livello UE.

I conti si fanno facilmente.
Da: http://it.wikipedia.org/wiki/Aggregati_monetari

Per l'area dell'euro, la Banca centrale europea ha definito:

M1 come l'insieme delle monete e banconote in circolazione più i depositi a vista, compresi i depositi overnight; a fine novembre 2012 ammontava a 5.117,8 miliardi di euro, di cui 862,5 miliardi rappresentati dal circolante;

M2 come M1 più i depositi con scadenza fissa fino a 2 anni e i depositi rimborsabili con preavviso fino a 3 mesi; a fine novembre 2012 ammontava a 8.991,0 miliardi di euro;

M3 come M2 più i pronti contro termine, le obbligazioni con scadenza fino a due anni, le quote di fondi di investimento monetario ed i titoli di debito con scadenza fino a 2 anni; a fine novembre 2012 ammontava a 9.787,0 miliardi di euro.


CONTANTE/M1= 0,1685 = 16,85 %

CONTANTE/M2 = 0,0959 = 9,59 %

CONTANTE/M3 = 0,0881 = 8,81 %

Le statistiche sono quelle ufficiali, si trovano qui:

https://stats.ecb.europa.eu/stats/downl ... b02_03.pdf
Un No deve salire dal profondo e spaventare quelli del Sì.
I quali si chiederanno cosa non viene apprezzato del loro ottimismo.
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