Cos'è il signoraggio

Area volta al confronto inerente l'attuale sistema monetario

Re: Cos'è il signoraggio

Messaggioda Vito Zuccato » 20/04/2012, 22:54

OT [non si replichi a questo post: si aprano e/o si sfruttino altri thread già aperti per discussioni non inerenti all'argomento del primo post, grazie].

"Noi sappiamo"? No, io so che "dietro" al pezzo di carta ci sono almeno due individui pensanti, così come "dietro" a qualsiasi altro oggetto.

Sulla Banca d'Italia hanno ragione al 100%: ogni banca centrale è per definizione un organo dello Stato che svolge un servizio pubblico.
Ciò è stato deciso regolarmente e a maggioranza dai rappresentanti della collettività, ai quali la collettività ha appaltato la propria sovranità e il diritto alle specifiche decisioni politiche.
Il fatto e/o la convinzione che tale organo produca svantaggi sistemici (di qualsiasi tipo) è un altro discorso; semmai, basta cambiarne il funzionamento e/o eliminarlo.
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Re: Cos'è il signoraggio

Messaggioda Vito Zuccato » 18/08/2012, 23:25

http://www.monetaproprieta.it/phpbb/viewtopic.php?p=187#p187
Vito Zuccato ha scritto:Quarta variante.
Il signoraggio deriva dalla facoltà esclusiva del sistema bancario istituzionale – banche centrali – di creare moneta priva di qualsiasi aggancio al valore di eventuali merci costituenti o il supporto monetario (metalli, carta, impulsi elettronici, ecc.) o la riserva accantonata nelle sacrestie (metalli nobili o altre merci), cioè creare moneta nominale su supporto cartaceo o elettronico alla stregua di quanto fa lo Stato su supporto metallico (seconda variante).
Aritmeticamente ed economicamente, il signoraggio è la differenza tra il ricavo per interessi che le banche centrali ottengono sui prestiti di tale moneta da esse erogati alla collettività solitamente tramite acquisto di obbligazioni pubbliche e private dal mercato finanziario – e il costo di produzione del supporto monetario cartaceo o elettronico sostenuto dalle banche centrali stesse per le relative emissioni di moneta.
Il valore della moneta nominale emessa dalle banche centrali è per definizione e materialmente creato dal nulla perché viene generato dalla pura convenzione comunitaria legalizzata, quindi senza produzione/vendita/possesso di alcuna merce allo scopo sia da parte della comunità che da parte delle stesse banche centrali.

La quarta variante della definizione ufficiale/ufficiosa di signoraggio va integrata con le parti qui sopra riportate in blu.

Ciò comunque NON rende il signoraggio bancario ufficiale/ufficioso un guadagno contabile vero e proprio (conto economico), ma al massimo un guadagno lordo: infatti, è soltanto lo specifico reddito che le banche centrali ottengono dai debiti acquistati con l'emissione di moneta, ottenuto estraendo dal bilancio della banca centrale una sola voce di ricavo (interessi attivi) relativa al puro patrimonio mobiliare (titoli obbligazionari pubblici e privati) acquisito emettendo moneta e una sola voce di spesa (costo di produzione del supporto monetario) relativa alla pura emissione di moneta.

Considerando anche il costo di produzione del supporto monetario come nell'integrazione appena introdotta, si nota ancora più di prima che tale definizione ufficiale/ufficiosa di signoraggio è confusionaria, poiché mette assieme i ricavi relativi alla merce "debito di terzi" con i costi relativi alla moneta emessa, che sono voci tra di loro eterogenee: ciò che riguarda la merce "debito" non può essere mischiato con ciò che riguarda la moneta.

Come in parte GIA' detto in precedenza in questo thread, questa quarta definizione 1. fa utilizzo estremamente improprio e fuorviante del termine "signoraggio", 2. può essere usata soltanto per il settore bancario, 3. può essere usata soltanto come seconda definizione più ristretta e 4. per chiarezza deve essere dichiarata esplicitamente come tale ogni qualvolta ne si faccia uso: non può certo essere o sostituire quella universale, che come tale deve per forza comprendere tutti i casi e tutte le modalità di emissione monetaria, settore bancario compreso.
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Re: Cos'è il signoraggio

Messaggioda Vito Zuccato » 23/01/2013, 14:20

OT.

http://www.monetaproprieta.it/phpbb/viewtopic.php?p=886#p886
Vito Zuccato ha scritto:Sulla Banca d'Italia hanno ragione al 100%: ogni banca centrale è per definizione un organo dello Stato che svolge un servizio pubblico.
Ciò è stato deciso regolarmente e a maggioranza dai rappresentanti della collettività, ai quali la collettività ha appaltato la propria sovranità e il diritto alle specifiche decisioni politiche.
Il fatto e/o la convinzione che tale organo produca svantaggi sistemici (di qualsiasi tipo) è un altro discorso; semmai, basta cambiarne il funzionamento e/o eliminarlo.

Quanto appena scritto è impreciso e occorre la seguente rettifica.
Ogni banca centrale è un'istituzione che svolge un servizio pubblico per delega dello Stato, ma NON è necessariamente una parte dello Stato stesso, come invece sono i Ministeri.
Per il caso italiano, la Banca d'Italia fino al 1936 era una società anonima per azioni di diritto speciale che operava totalmente in regime di affidamento-concessione (su emissione monetaria, vigilanza bancaria e tesoreria statale); dal 1936 fino a oggi è invece un istituto di diritto pubblico; in ogni caso essa NON è una istituzione statale, poiché rientra nelle istituzioni finanziarie monetarie (IFM) – ovvero nel settore bancario – anziché nelle amministrazioni pubbliche centrali; come se non bastasse, il servizio di tesoreria statale è tuttora svolto dalla Banca d'Italia in qualità di affidataria-concessionaria dello Stato, quindi come se fosse una qualsiasi azienda privata e come avveniva prima del 1936 anche per vigilanza ed emissione.
Tale configurazione istituzionale per le banche centrali vale a prescindere dal loro assetto proprietario, cioè a prescindere dal tipo (pubblico, privato o misto) dei soggetti proprietari delle quote/partecipazioni di/al capitale delle stesse, Banca d'Italia compresa.
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Re: Cos'è il signoraggio

Messaggioda domenico.damico » 23/03/2013, 19:57

SIGNORAGGIO: TRUFFA IN EUROPA

di Gianni Lannes

FONTE: http://sulatestagiannilannes.blogspot.i ... uropa.html

I vampiri della finanza speculativa che succhiano il sangue a mezzo mondo ed i loro maggiordomi governativi bisogna chiamarli con il loro vero nome, ovvero ladri ed usurai! Ecco le prove. Il signoraggio esiste: lo attestano, tra l’altro, due risposte distinte: una del Governo italiano e l’altra dell’Unione europea, a tre specifiche interrogazioni parlamentari.

Nell’atto parlamentare (4/00932) il deputato Matteo Mecacci (radicale inserito nel gruppo parlamentare del Pd) aveva argomentato il 5 agosto 2008:

«nell'autunno del 2002 il ministro interrogato propose di sostituire le monete da uno e due euro con banconote dello stesso taglio, per combattere l'inflazione o, più precisamente, per attribuire il corretto valore di scambio alle monete in questione; la risposta dell'ex governatore della BCE (Banca Centrale Europea) Duisenberg arrivò, pubblicamente, in ottobre, riportata da numerose testate giornalistiche, del seguente tenore: «Ne abbiamo parlato e in linea di principio non abbiamo nulla in contrario. Mi auguro che il Ministro Tremonti sia consapevole che così perderebbe i proventi del diritto di signoraggio sulle monete»; sono trascorsi quasi sei anni dalla proposta del ministro interrogato ma, nel frattempo, numerosi quesiti sulle procedure relative alla emissione della moneta hanno fortemente interessato numerosissimi utenti della rete internet, ed anche quest'Aula parlamentare, senza che la questione abbia trovato analoga attenzione sui media di massa; l'ex Governatore della BCE, Duisenberg, si riferì esplicitamente alla perdita dei diritti di signoraggio; storicamente, questi diritti, sono stati iscritti nei bilanci della Banca d'Italia prima della volontaria devoluzione della prerogativa sovrana alla BCE; in seguito alla sottoscrizione del trattato di Maastricht, attualmente essi sono riportati sotto la voce «proventi da signoraggio» del bilancio della BCE; dalla lettura dei suddetti bilanci si deduce che i diritti di signoraggio rappresentano gli interessi sui titoli del debito pubblico che ogni anno la BCE riscuote, poiché gli stessi sono detenuti nel suo patrimonio; buona parte di questi interessi tornano alle Banche centrali dei Paesi dell'Unione Europea che detengono quote proprietarie della BCE stessa -: se al ministro risulti - poiché il diritto di signoraggio relativo all'emissione di monete metalliche è distinto da quello relativo all'emissione di cartamoneta a causa della inesistenza di un nesso tra l'emissione di moneta e l'interesse proveniente dal possesso di titoli del debito pubblico, essendo le monete in proprietà del Ministero dell'economia e delle finanze e non utilizzate per acquistare alcun titolo del debito pubblico - a quale particolare genere di signoraggio l'ex Governatore della BCE, Duisenberg, si riferisse; se al ministro risulti se il Governatore si riferisse, specificatamente, al signoraggio sull'intero valore nominale delle monete, dedotti i costi di produzione; a chi si trasferirebbero i diritti di signoraggio, in seguito alla eventuale ed ipotizzata trasformazione delle monete da uno e due euro in banconote dello stesso valore nominale; se, poiché il signoraggio sulle monete metalliche prodotte dallo Stato è attribuito allo Stato emittente, il signoraggio sulle banconote prodotte dalla BCE sia attribuito alla stessa BCE; se esistano atti o fatti giuridici che trasferiscano il diritto di signoraggio, astrattamente inseribile nel bilancio dello Stato come utile, concorrendo alla diminuzione del debito pubblico, ad altri soggetti giuridici».

La prima ammissione a denti stretti, passata inosservata all’attenzione dell’opinione pubblica, è del Governo italiano, e fa riferimento a questo atto della Camera dei Deputati, sollecitato ben nove volte, fino alla spiegazione ufficiale datata 5 luglio 2010, a firma del Sottosegretario di Stato per l’economia e per le finanze, Nicola Cosentino, attualmente sotto processo (prossima udienza il 27 marzo 2013) con l'accusa di "concorso esterno in associazione camoristica".

«Si risponde all'interrogazione in esame, con la quale vengono posti quesiti in ordine al diritto di signoraggio sulle monete metalliche. Al riguardo, sentita la segreteria del Comitato interministeriale per il credito ed il risparmio, si fa presente che, ai sensi dell'articolo 106, comma 1, del Trattato CE e dell'articolo 16 dello statuto del Sistema europeo di banche centrali (Sebc), il consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce) ha il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione di banconote all'interno della Comunità da parte della Bce e delle Banche centrali nazionali (Bcn). Con decisione ECB/2001/15, il Consiglio direttivo, dando concreta attuazione a tali disposizioni, ha stabilito un preciso schema di ripartizione delle banconote in euro emesse dall'Eurosistema in base al quale alla Bce è attribuita, in via convenzionale, una quota fissa dell'8 per cento della circolazione, mentre il restante 92 per cento viene ripartito fra le Bcn, in proporzione alle rispettive quote di partecipazione al capitale della Bce (capital key). In contropartita della quota di circolazione ad essa assegnata, la Banca centrale europea iscrive nel proprio bilancio un credito di pari importo verso le Banche centrali nazionali, remunerato al tasso marginale delle operazioni di rifinanziamento principale. Tale remunerazione costituisce il reddito da signoraggio della Bce; quest'ultimo (decisione ECB/2005/11) è ridistribuito alle Bcn in proporzione al rispettivo capital key, a meno che il Consiglio direttivo decida di trattenere il relativo ammontare (in tutto o in parte) a causa di: a) una perdita d'esercizio della Banca centrale europea o un utile netto inferiore all'importo del signoraggio; b) una assegnazione al Fondo di accantonamento a fronte dei rischi di cambio, di tasso di interesse e di prezzo sull'oro. Il reddito da signoraggio percepito dalle Banche centrali nazionali sul restante 92 per cento delle banconote in circolazione contribuisce alla formazione del reddito monetario, disciplinato dall'articolo 32 dello statuto del Sebc che prevede, ai fini della relativa ripartizione tra le Bcn, un processo di accentramento e successiva redistribuzione in base al capital key. In coerenza con gli indirizzi contenuti nell'articolo 32, la Bce ha adottato la decisione ECB/2001/16 (successivamente modificata dalle decisioni ECB/2003/22, ECB/2006/7 e ECB/2007/15), con la quale ha definito in dettaglio la metodologia per il calcolo e la redistribuzione del reddito monetario. Con specifico riferimento ai quesiti sulle monete metalliche, si precisa che l'articolo 106, comma 2, del Trattato CE, attribuisce agli Stati membri, previa autorizzazione da parte della Bce, il potere di coniare monete; conseguentemente i benefici economici derivanti da tale funzione restano diretto appannaggio degli Stati stessi. Pertanto, nell'eventuale ipotesi di sostituzione delle monete da uno e due euro, le nuove banconote di pari taglio entrerebbero a far parte della circolazione e sarebbero oggetto del citato meccanismo di redistribuzione tra la Bce e le Bcn. Di conseguenza i relativi benefici economici, in termini di signoraggio, passerebbero dagli Stati membri all'Eurosistema. Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Nicola Cosentino».

Successivamente, il 12 marzo 2012 (atto E-000302/2012), il deputato europeo (PPE) Marco Scurria, aveva posto i medesimi interrogativi sul signoraggio all’Ue: «In risposta ad un’interrogazione scritta sul medesimo tema presentata dall’on. Borghezio fornita il 16 giugno 2011, la Commissione informa il collega che “al momento dell’emissione, le banconote in euro appartengono all’Eurosistema e che, una volta emesse, sia le banconote che le monete in euro appartengono al titolare del conto su cui sono addebitate in conseguenza”. Può la Commissione chiarire quale sia la base giuridica su cui si basa questa affermazione?». Nei tempi stabiliti dal Parlamento Europeo arriva la risposta di Olli Rehn a nome della Commissione:

«L’articolo 128 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea costituisce la base giuridica per la disciplina dell’emissione di banconote e monete in euro da parte dell’Eurosistema (costituito dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali). La proprietà delle banconote e delle monete in euro dopo l’emissione da parte dell’Eurosistema è disciplinata dalla legislazione nazionale vigente al momento del trasferimento delle banconote e monete al nuovo proprietario, ossia al momento dell’addebito del conto corrente bancario o dello scambio delle banconote o monete». Ergo, in punta di diritto: la proprietà giuridica dell’euro non appartiene alla BCE o alle BCN.

Olli Rehn non fa altro che ribadire che dopo l’emissione, ossia dopo la creazione fisica delle banconote, la proprietà dei valori nominali appartiene al nuovo proprietario, ovvero a chi ha accettato l’addebito. Inoltre, Olli Rehn, per giustificare l’affermazione secondo la quale rispondeva a Borghezio che l’Euro appartiene nella fase dell’emissione all’Eurosistema, cita l’articolo 128 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, dove nel comma 1 si legge: “La Banca centrale europea ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote in euro all’interno dell’Unione. La Banca centrale europea e le banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nell’Unione”.

E’ lapalissiano. Non c’è scritto da nessuna parte che la proprietà giuridica dell’euro emesso appartiene alla BCE o alle BCN. C’è soltanto scritto che la BCE può autorizzare l’emissione di euro a se stessa e alle BCN, dovendo controllare l’inflazione nella zona euro, così come stabilito dal Trattato di Maastricht. Ribadisce che solo l’Eurosistema può stampare le banconote o creare elettronicamente i valori nominali. Ma nessun riferimento giuridico, nessun trattato, nessuna legge, nessuna deliberazione, niente di niente ci dice che l’Eurosistema ha la facoltà di addebitare la moneta. E’ evidente che si appropria di questo grande ed esclusivo privilegio. E questo furto legalizzato (si fa per dire!) ai danni dei popoli europei va sotto il nome di signoraggio. Non è tutto. Insoddisfatto della risposta evasiva, Scurria tornava a chiedere chiarimenti al Commissario Rehn, con un’altra interrogazione il 22 marzo 2012 (P-003128/2012):

«Oggetto: Proprietà dell’euro. Alla precedente interrogazione E-000302/2012 con richiesta di risposta scritta intitolata “Natura giuridica della proprietà dell’euro” con la quale è stato chiesto alla Commissione di chiarire il concetto della proprietà dell’euro, quest’ultima ha risposto citando l’articolo 128 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea che, riporta testualmente: “La Banca Centrale Europea e le banche centrali nazionali possono emettere banconote”. Considerato che la Commissione si è riferita alla sola facoltà di emettere banconote senza specificarne il concetto di proprietà al momento dell’emissione, ma soltanto in seguito con il trasferimento delle banconote stesse e stante che non sempre chi emette è proprietario, può la Commissione precisare se la facoltà di emettere banconote corrisponda alla proprietà delle stesse?».

Quindi, l’europarlamentare chiede di specificare se l'espressione “facoltà di emettere banconote” corrisponda all’essere proprietario, visto che l’interrogazione è sulla proprietà dell’euro, non sulla facoltà di emettere. A questo punto il 24 aprile 2012 arriva la nuova risposta di Olli Rehn, a nome della Commissione:

«L’articolo 128 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea rappresenta la base giuridica per la disciplina dell’emissione di banconote in euro da parte dell’Eurosistema (costituito dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali) e di monete in euro da parte dei singoli Stati membri. In assenza di una normativa armonizzata al livello dell’Unione, la proprietà delle banconote e monete in seguito all’emissione è soggetta alla legge nazionale applicabile nel momento in cui avviene il trasferimento al nuovo detentore. Alcuni paesi ritengono che il legittimo detentore delle banconote e delle monete in euro ne sia anche proprietario, altri considerano il contante in euro come un bene pubblico e limitano di conseguenza i diritti di proprietà del detentore (ad es. il diritto di danneggiare o distruggere deliberatamente il bene)».

E chiaro, no? Nel linguaggio eurocratese, Rehn prova ad arrampicarsi sugli specchi citando sempre l’articolo 128 che, inequivocabilmente, non attribuisce alla BCE la proprietà della moneta. Glissa sulla proprietà all’atto dell’emissione dicendo che la proprietà dopo l’emissione è soggetta alla legislazione nazionale “nel momento in cui avviene il trasferimento al nuovo detentore”.

Sostenere che c’è un nuovo detentore equivale ad ammettere implicitamente che ne sia esistito almeno un altro. Ma chi è il detentore precedente al nuovo? La logica ci suggerisce che è la BCE: all’atto dell’emissione la Banca Centrale Europea presta, e prestare è inequivocabilmente una prerogativa di chi detiene la proprietà. Un minuscolo esempio: l’anno scorso il Governatore della Banca Centrale Europea ha emesso e prestato 1000 miliardi di euro alle banche commerciali con un tasso di favore dell’1 per cento; Mario Draghi (affiliato al Bilderberg) ha denominato questa operazione LTRO (Long Term Refinanancing Operation).

Rehn, nelle sue contraddittorie confutazioni, non fa altro che confermare che la BCE si appropria del mezzo monetario trasformandolo in merce da prestare, e se ne appropria indebitamente perchè nessuna costtituzione, trattato, nessuna legge, nessuna norma, nessun regolamento, niente di niente gli conferisce la proprietà della moneta. Questo è un autentico furto, perché la proprietà della moneta appartiene esclusivamente ai cittadini che creano il valore per convenzione. Allora, la gigantesca truffa è definitivamente smascherata. Tuttavia, non dimentichiamo che la moneta è solo una convenzione sociale (se ne potrebbe fare a meno), a diferenza dell'acqua che invece è un bene primario, vitale.

Rammentate l'aforisma di Henry Ford? «Meno male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse, credo che prima di domani scoppierebbe una rivoluzione».

Tace Monti - Infine, il 4 giugno 2012, gli onorevoli Rampelli e Marsilio depositano l’interrogazione a risposta scritta numero 4/16393:

«Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere -premesso che: in data 10 luglio 2011 l'europarlamentare onorevole Mario Borghezio, ha presentato alla Commissione europea l'interrogazione con richiesta di risposta scritta E-006243/2011, nella quale si chiedevano lumi sulla natura giuridica della proprietà dell'euro, con richiesta esplicita di conoscere la proprietà dell'euro al momento della sua emissione; a tale interrogazione, in data 16 agosto 2011, il commissario europeo Olli Rehn ha risposto affermando che, nella fase di emissione, le banconote appartengono all'Eurosistema, ovvero la banca centrale europea e le Banche centrali dei Paesi aderenti alla moneta unica, mentre nella fase della circolazione appartengono al titolare del conto sul quale vengono addebitate; a seguito di tale vicenda un altro europarlamentare italiano, l'onorevole Marco Scurria, in data 12 gennaio 2012 ha presentato un'altra interrogazione, la E-000302/2012, nella quale ha chiesto esplicitamente alla Commissione quali fossero le basi giuridiche su cui si fondassero le affermazioni del commissario Olli Rehn in risposta all'interrogazione sopra richiamata; ancora una volta è arrivata la risposta del commissario Olli Rehn che, il 12 marzo 2012, ha confermato che, dopo l'emissione, la proprietà delle banconote e delle monete appartiene al nuovo proprietario, ovvero a chi ha accettato l'addebito delle stesse, indicando nell'articolo 128 del «Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea» la base giuridica su cui si fonda la risposta fornita in prima istanza all'interrogazione dell'onorevole Borghezio; insoddisfatto di tale risposta, anche in virtù del fatto che l'articolo 128 succitato nulla dice in fatto di proprietà dell'euro all'emissione in capo all'Eurosistema, disciplinando unicamente la facoltà di emissione dell'euro, l'onorevole Marco Scurria ha presentato un'ulteriore interrogazione, la P-003128/2012, con la quale ha chiesto esplicitamente se la Commissione fosse in grado di «precisare se la facoltà di emettere banconote corrisponda alla proprietà delle stesse»; l'ulteriore risposta, ancora del commissario Olli Rehn, cita ancora l'articolo 128 che, come visto, tratta di altro, ma aggiunge che «la proprietà delle banconote e monete in seguito all'emissione è soggetta alla legge nazionale applicabile nel momento in cui avviene il trasferimento al nuovo detentore», nulla dicendo sul precedente detentore che, secondo logica, dovrebbe a questo punto essere individuato nella Banca centrale europea; al termine di questa complessa vicenda sorge inevitabilmente il sospetto che la Banca centrale europea si sia appropriata indebitamente della proprietà dell'euro, mancando, in assenza di prova contraria, la norma che disciplina tale procedimento; l'altro elemento che lascia estremamente perplessi è dato dal fatto che, all'atto dell'emissione, la Banca centrale europea presta gli euro emessi, e l'atto del prestare è inequivocabilmente una prerogativa del titolare della proprietà -: se il Ministro interrogato sia in grado di fare chiarezza sull'effettiva proprietà dell'euro».

Il Governo del tecnico Mario Monti (affiliato al Bilderberg e consulente di Goldman Sachs), non ha fornito alcuna spiegazione. E mai risponderà, perché la legislatura numero XVI è terminata. Vi dicono niente il conflitto di interessi, gli abusi istituzionali, ma soprattutto una macroscopica truffa a danno dei popoli europei?

Toc toc: esiste almeno un giudice a Berlino?

atti parlamentari:

http://www.europarl.europa.eu/sides/get ... anguage=IT

http://www.europarl.europa.eu/sides/get ... anguage=IT

http://www.europarl.europa.eu/sides/get ... XML+V0//IT

http://parlamento.openpolis.it/atto/documento/id/82152
http://banchedati.camera.it/sindacatois ... SCRITTA%27
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Re: Cos'è il signoraggio

Messaggioda Bruce » 25/05/2013, 13:38

Ultimamente è tornato alla ribalta il ruolo della Banca d'Italia e se essa è o meno privata, grazie all'intervento di un membro del Movimento 5 Stelle

http://www.youtube.com/watch?v=kxFbcopXNQU

Ragioniamo..

Q: Ma allora Banca d'Italia (o Bankitalia) è privata?

A: Falso. Banca d'Italia come specifica l'art.1 dello Statuto è un Istituto di diritto pubblico. Come possiamo constatare seguendo un qualsiasi corso in diritto pubblico o in modo più accessibile a tutti leggendo su Wikipedia una definizione approssimativa è la seguente: a) istituito per soddisfare specificatamente esigenze di interesse generale, aventi carattere non industriale o commerciale, b) dotato di personalità giuridica, e c) la cui attività sia finanziata in modo maggioritario dallo Stato, dagli enti pubblici territoriali o da altri organismi di diritto pubblico oppure la cui gestione sia soggetta al controllo di questi ultimi oppure il cui organo d'amministrazione, di direzione o di vigilanza sia costituito da membri dei quali più della metà è designata dallo Stato, dagli enti pubblici territoriali o da altri organismi di diritto pubblico (Direttiva CE 18/04)

Q: Le banche possiedono partecipazioni in Banca d'Italia?

A: Vero. Il capitale sociale è di 156.000€ (centocinquantaseimila €) suddivisi in 300.000 quote che per essere trasferite necessitano di girata autenticata (art. 3-4). Sono di fatto un rimasuglio storico come vedremo, d'ora in avanti chiameremo queste banche: "partecipanti al capitale".

Q: Banca d'Italia produce reddito? E paga dividendi?

A: Vero. E paga anche le tasse!! Nel 2007 per esempio (Bilancio Banca d'Italia pag. 14) ha pagato 1.610 milioni di € (1 miliardo e 610 milioni) allo Stato come imposte realizzando un utile netto di 95 milioni di €. E di questi 95 mil di €? Ai partecipanti il capitale (in maggioranza banche private) sono andati 15.600 € (quindicimilaseicento €), 38 milioni € circa alle riserve ordinarie e straordinarie, i restanti 57 milioni di € sono stati pagati allo stato. (pag. 57 del bilancio)

Q: Ma come questi banchieri non si pagano tra di loro un sacco di soldi? Mi stai prendendo in giro hai preso un anno in cui hanno pagato pochi dividenti!

A: Invece è normale che sia quell'importo, infatti l'art. 39 dello statuto specifica che ai partecipanti il capitale è pagato un dividendo non superiore al 6% del capitale più un ulteriore importo del 4% (6+4=10%) il che vuol dire che il dividendo massimo pagabile è 10% x 156.000 = 15.600€. Il resto dell'utile è accantonato a riserva fino al 40% (20 obbligatorio 20 opzionale) e il restante è devoluto allo Stato.

Q: Ok mi hai convinto è lo stato che incassa da Banca d'Italia, ma sicuramente le banche private la controlleranno in qualche modo!

A: Falso.I partecipanti al capitale (le banche) che costituiscono l'assemblea dei partecipanti hanno poteri esclusivamente di sorveglianza infatti (art. 7) approvano il bilancio, la distribuzione degli utili (leggi risposta qui sopra), l'accantonamento delle riserve e eleggono il collegio sindacale.
Inoltre i partecipanti eleggono i membri che in aggiunta al Governatore fanno parte del Consiglio Superiore che ha poteri di sorveglianza sull'andamento amministrativo e interno.

Al solo Direttorio: Governatore + Direttore generale + 3 Vicedirettori spettano tutti i poteri per i provvedimenti aventi rilevanza esterna, cioè le funzioni tipiche della Banca d'Italia. (Art. 21)

Q: Ma ma...il Governatore lo eleggono le banche!

A: Falso. Il Governatore è nominato con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del primo ministro (art. 17). Il Governatore poi propone al consiglio il direttore e i vicedirettori, le nomine devono essere approvate con decreto del Presidente della Repubblica promosso dal primo ministro in concerto col ministro dell'economia (sempre art. 17).

http://www.bancaditalia.it/bancaditalia ... tatuto.pdf
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Per la Banca d'Italia usiamo altri thread

Messaggioda Vito Zuccato » 25/05/2013, 23:01

Bruce, sei fuori tema. Qui discutiamo soltanto sul concetto di signoraggio.

Per il tema che hai sollevato usa altri thread, per esempio quello sulle Domande Frequenti. Lì c'è pure una parte di domande e risposte dedicate all'impostazione giuridica, alle funzioni e all'assetto proprietario delle banche centrali.
Anche se la sola Banca d'Italia meriterebbe un thread specifico, aperto sempre in questa sezione Il sistema monetario.

Vedi tu dove eventualmente trasferire questo tema da te proposto.
Non verrebbero affatto perse per strada le proposizioni GIÀ in OT da me GIÀ scritte in alcuni post precedenti sulla Banca d'Italia: le riscriverei da altre parti.
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Signoraggio e schiavitù

Messaggioda domenico.damico » 17/06/2013, 9:39

Dire che il signoraggio (bancario) è uguale (solo) agli interessi percepiti sulle attività comprate in controvalore alla moneta emessa, è come dire che il vantaggio di avere uno schiavo a servizio è (solo) uguale ai ricavi conseguiti dal suo lavoro sottratti i costi del suo mantenimento. Magari contabilmente è anche corretto, ma poco aiuta a comprendere l'ingiustizia della schiavitù stessa. [domenicodamico2013]
Un No deve salire dal profondo e spaventare quelli del Sì.
I quali si chiederanno cosa non viene apprezzato del loro ottimismo.
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Re: Cos'è il signoraggio

Messaggioda Vito Zuccato » 19/08/2013, 21:43

Articolo molto recente sul signoraggio dal sito della Borsa italiana, che è una fonte ufficiale come la banca centrale o l'accademia.

http://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/signoraggio-153.htm



IL SIGNORAGGIO


Un reddito ottenuto da una Banca Centrale


19 Lug - 17:26

Il Signoraggio è il reddito ottenuto da una Banca centrale tramite l’emissione di moneta. Si tratta dunque di un guadagno che una banca che emette moneta, come la Banca centrale europea, realizza tramite il flusso di interessi generato dalle attività che hanno come contropartita delle banconote.

Nell’Eurosistema, che è costituito dalla Bce e dalle banche centrali nazionali dei Paesi che hanno adottato l’euro, il signoraggio è incluso nel più generale valore del reddito monetario che è il profitto tratto dalle banche centrali nazionali (per esempio la Banca d’Italia o la Bundesbank) nell’esercizio delle funzioni di politica monetaria del sistema SEBC, ossia il sistema composto da Bce e banche centrali nazionali. E’ importante sottolineare che i redditi del signoraggio sono percepiti dalle banche centrali e dalla Bce, ma queste lo riversano poi agli stati sovrani che sono i titolari ultimi della sovranità monetaria.

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Un flusso di interessi deriva quindi dall’attività di emissione di banconote, di cui la Bce è titolare esclusiva, e dalla gestione della base monetaria che comprende gli interessi sui depositi delle banche private presso la stessa banca centrale (un’altra voce fondamentale del bilancio dellaBanca centrale europea). I profitti derivanti dalla gestione di questi attivi compongono il reddito monetario, una voce fondamentale del bilancio della Bce. Essi però vengono redistribuiti alle banche centrali in ragione delle loro quote nel capitale della stessa Bce. Il capitale dell’Eurotower è infatti diviso tra le banche centrali dei Paesi membri: per esempio la Bundesbank, la banca centrale tedesca, ha il 18,93% circa della Bce, mentre la Banca d’Italia ne ha il 12,49% e la Banque de France il 14,22 per cento. Gli utili del signoraggio vengono redistribuiti in queste proporzioni.

Dal Bilancio 2012 della Banca d’Italia si apprende che "il risultato della redistribuzione del reddito monetario è positivo per 1.184 milioni (357 milioni nel 2011). Tale importo rappresenta la differenza tra il reddito monetario accentrato dalla Banca, pari a 2.996 milioni, e quello alla stessa redistribuito, pari a 4.180 milioni". Dalla Bce la Banca d’Italia ha dunque ottenuto la redistribuzione di reddito monetario per 4,180 miliardi di euro, corrispondenti al suo 12,4966% per l’esattezza del reddito monetario complessivo distribuito dalla Bce alle banche centrali nazionali. Fatte le debite proporzioni, se ne deduce che il reddito monetario totale della Bce ammonta a circa 33,45 miliardi di euro. E’ questo l’ammontare degli introiti che la Banca centrale europea ottiene e redistribuisce alle varie banche centrali nazionali in ragione delle loro quote.

Quanto all’emissione di moneta occorre però precisare che il sistema di Bce e banche centrali è responsabile soltanto dell’emissione di banconote e degli interessi derivanti dalla gestione dei depositi presso la Bce. L’emissione delle monete metalliche nell’Eurosistema (e il relativo signoraggio) è delegata ai singoli ministeri delle Finanze. La Bce deve però approvare la quantità di monete metalliche emesse. La variazione delle emissioni (sia metalliche, che in banconote) deriva dalle variazioni nella domanda. Le emissioni si moneta metallica sono assai ridotte rispetto al resto della base monetaria.

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Per quanto riguarda l’emissione di banconote in euro, alla Bce è attribuita una quota dell’8% del valore dei biglietti in euro in circolazione. Il resto è attribuito alle varie banche centrali in ragione delle loro quote nell’Eurosistema. Il signoraggio sul’8% delle banconote in euro di competenza della Bce è dato dagli interessi su questi importi, che a loro volta sono calcolati con il tasso applicato alle operazioni di rifinanziamento principali pari attualmente allo 0,5 per cento. Alla fine del 2012 l’ammontare complessivo delle banconote in circolazione (la voce del passivo della Bce su cui viene calcolato l’8% di sua spettanza) ammontava a circa 73 miliardi di euro. In ogni caso il signoraggio su questo 8% così come il reddito dei titoli detenuti nell’ambito del programma SMP (Securities Markets Programme) vengono alla fine redistribuiti alle banche centrali nazionali che li rendono agli stati sovrani.



Questo è solo un esempio per mettere in evidenza che, ufficialmente, non si danno le motivazioni per cui per la banca centrale si è scelta la definizione di signoraggio come flusso di interessi relativi ai debiti acquisiti dalla banca centrale con l'emissione di moneta.
O, se le si danno, sono tutto fuorché chiare.
Questa mancanza di chiarezza diventa stridente quando nello stesso articolo della Borsa italiana qui riportato viene citato il signoraggio ottenuto dal Ministero dell'Economia e delle Finanze sulle monete metalliche da quest'ultimo emesse, signoraggio che in questo caso (sempre ufficialmente) è pari al valore nominale della moneta metallica ridotto del costo di fabbricazione del supporto monetario metallico, non certo pari agli interessi su dei debiti una volta sottratti i medesimi costi di fabbricazione.

Non passa nemmeno per la mente (oppure lo si fa apposta) che ENTRAMBI gli istituti, banca centrale e MEF, fanno la stessa identica cosa quando emettono moneta:
acquistano ENTRAMBI merci — la prima debiti; il secondo pagando qualsiasi suo costo, ovvero forniture di materiali, prestazioni lavorative, rendite finanziarie e rimborso passività finanziarie — ed ENTRAMBI con una gratuità esattamente pari al signoraggio definito come differenza tra valore nominale della moneta emessa e costo di fabbricazione del supporto monetario.

Ma (come già detto prima in maniera diversa) questa differenza di trattazione tra il signoraggio della banca centrale e il signoraggio del MEF è ufficialmente giustificabile dal punto di vista meramente CONTABILE, intendendo il signoraggio come REDDITO per entrambi gli istituti e perciò riferibile ESCLUSIVAMENTE alle poste ATTIVE del CONTO ECONOMICO, col fatto che il valore nominale delle monete metalliche di Stato compare anche come ricavo del conto economico dello Stato che serve per pagare in piccola parte le merci presenti come passività nello stesso conto economico, non soltanto come debito-passività dello stato patrimoniale statale.
Mentre, nel caso della banca centrale, il valore nominale della moneta che essa emette compare soltanto come debito-passività dello stato patrimoniale della banca che serve per pagare una parte delle merci presenti come attività nello stesso stato patrimoniale; quindi per la banca centrale viene definito signoraggio soltanto il flusso di interessi (sottratto da questo il costo di fabbricazione del supporto monetario) ottenuti sui debiti acquistati emettendo moneta, poiché soltanto tale flusso di interessi è un ricavo iscritto nel conto economico della banca e collegabile "in qualche modo" all'emissione monetaria (e si è visto, sia nell'articolo di partenza che in questa discussione, che a rigore gli interessi sui debiti NON riguardano l'emissione monetaria, ma SOLTANTO ciò che PUO' accadere quando QUALSIASI soggetto acquista dei debiti).
Vito Zuccato
 
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Re: Cos'è il signoraggio

Messaggioda Matteo » 16/01/2016, 15:11

Ma quindi quello che dice Grillo (o meglio, chi glielo ha suggerito) in questo video è vero?
https://www.youtube.com/watch?v=VrObq89rYR4
Matteo
 
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