I MERCATI: cosa sono?

Area volta al confronto inerente l'attuale sistema monetario

I MERCATI: cosa sono?

Messaggioda domenico.damico » 07/12/2011, 17:41

I famigerati mercati... sempre in prima pagina negli ultimi anni, sulla bocca di chiunque, causa di notti insonni di Governi e privati cittadini.

Ma cosa sono questi mercati?
Chi sono i personaggi che li caratterizzano, che li animano?
E quali i loro obiettivi?

A domani per un articolo e per cominciare a discuterne.
Un No deve salire dal profondo e spaventare quelli del Sì.
I quali si chiederanno cosa non viene apprezzato del loro ottimismo.
Ennio Flaiano
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Re: I MERCATI: cosa sono?

Messaggioda domenico.damico » 10/12/2011, 1:34


I MERCATI E GLI UMORI DI CHI LI CONTROLLA
di Domenico D'Amico

Si sente sempre parlare di mercati e della loro reazione alle manovre dei Governi etc.
Ma quando parliamo di mercati riferendoci a chi compra i titoli di Stato, faremmo bene a capire chi sono queste "entità" che decidono se e a che prezzo comprare i titoli di Stato.
Perché il MERCATO PRIMARIO DEI TITOLI DI STATO non è accessibile a tutti: solo gli investitori istituzionali e in special modo gli SPECIALISTI IN TITOLI DI STATO possono accedere a quel mercato, non il piccolo investitore.
Gli Specialisti in titoli di Stato sono paragonabili a dei grossisti, che vanno ai mercati generali, con la differenza che sono molto grandi e fanno spesso la voce grossa verso chi “vende” (gli stati sovrani).
Quindi, nel caso del mercato dei titoli italiani, i famigerati mercati, coincidono (sostanzialmente) con la lista degli Specialisti in titoli di Stato che è pubblicata sul sito web del Ministero del Tesoro (1).
E' una lista di 20 nomi:
Banca IMI spa
Barclays Bank PLC
BNP Paribas
Citigroup Gloabl Market Ltd.
Commerzbank A.G.
Crédit Agricole Corp. Inv. Bank
Credit Suisse Securities (Europe) Ltd.
Deutsche Bank A.G.
Goldman Sachs Int. Bank
HSBC France
ING Bank N.V.
JP Morgan Securities Ltd.
Merryl Lynch
Monte dei Paschi di Siena SPA
Morgan Stanley & CO Int. PLC
Nomura Int. PLC
Royal Bank of Scotland PLC
Société Générale Inv. Banking
UBS Ltd
Unicredit Bank AG


Una lista di nomi ben precisa, quindi.
I mercati dei titoli di Stato non sono entità astratte, ma hanno un nome e un cognome.
Questa semplice informazione non si trova facilmente nei media nazionali; bisogna indagare e svelare l'ovvio per capire veramente le cose.
Andiamo avanti.

Gli stessi nomi li ritroviamo poi pubblicati come protagonisti di uno studio dell’Università ETH di Zurigo (2) in Svizzera, (studio svolto peraltro da due ricercatori italiani); importantissimo perché mette in evidenza, senza dietrologie,
ma con la fredda verità dei numeri e delle statistiche, che l’economia reale ricade, nella quantità del 40% sotto il controllo del sistema bancario e finanziario.
In due parole: lo studio dimostra che un gruppo ristretto di 147 multinazionali controlla gran parte di un gruppo molto più ampio composto da migliaia di multinazionali.
Lo studio chiama queste 147 multinazionali le “Super Corporation” e di queste il 75% sono istituti bancari-finanziari.
Qui sotto le prime 50 della lista.

1. Barclays plc
2. Capital Group Companies Inc
3. FMR Corporation
4. AXA
5. State Street Corporation
6. JP Morgan Chase & Co
7. Legal & General Group plc
8. Vanguard Group Inc
9. UBS AG
10. Merrill Lynch & Co Inc
11. Wellington Management Co LLP
12. Deutsche Bank AG
13. Franklin Resources Inc
14. Credit Suisse Group
15. Walton Enterprises LLC
16. Bank of New York Mellon Corp
17. Natixis
18. Goldman Sachs Group Inc
19. T Rowe Price Group Inc
20. Legg Mason Inc
21. Morgan Stanley
22. Mitsubishi UFJ Financial Group Inc
23. Northern Trust Corporation
24. Société Générale
25. Bank of America Corporation
26. Lloyds TSB Group plc
27. Invesco plc
28. Allianz SE 29. TIAA
30. Old Mutual Public Limited Company
31. Aviva plc
32. Schroders plc
33. Dodge & Cox
34. Lehman Brothers Holdings Inc*
35. Sun Life Financial Inc
36. Standard Life plc
37. CNCE
38. Nomura Holdings Inc
39. The Depository Trust Company
40. Massachusetts Mutual Life Insurance
41. ING Groep NV
42. Brandes Investment Partners LP
43. Unicredito Italiano SPA
44. Deposit Insurance Corporation of Japan
45. Vereniging Aegon
46. BNP Paribas
47. Affiliated Managers Group Inc
48. Resona Holdings Inc
49. Capital Group International Inc
50. China Petrochemical Group Company

*mentre si svolgeva lo studio, Lehman Brother era ancora “in vita”.

Come potete notare in questa seconda lista sono compresi quasi tutti i nomi della prima lista.
C’è un particolare importante da segnalare: la ricerca dell' ETH focalizza la sua "attenzione scientifica" sugli incroci di quote azionarie che attraverso numerosi e complicati passaggi, fanno emergere una situazione di sostanziale controllo da parte delle 147 Super Corporation.
Lo studio svizzero quindi non prende in considerazione la parte legata al debito; molte grandi e grandissime aziende dell’economia “reale” hanno enormi quantità di debito accumulate proprio verso i grandi istituti bancari: possiamo quindi logicamente affermare che i risultati di questa ricerca rappresentano una parte di quota di controllo che il settore bancario ha verso l’economia reale, cui va aggiunta la parte di controllo e/o di influenza generata dal debito.
Facciamo un altro passo: i CDS, i credit default swap.
I CDS sono prodotti finanziari creati per chi si vuole assicurare contro i rischi di default (fallimento) dei soggetti – Stato o grande azienda – che vendono sul mercato le proprie obbligazioni.
Sono strumenti finanziari molto complessi, che hanno fatto discutere negli ultimi anni e creato scompiglio, soprattutto per il fatto che sono sostanzialmente fuori da ogni controllo – negoziati come si dice in gergo over-the-counter - e che determinano movimenti anomali nei “mercati”, condizionandone in modo pesante gli andamenti, le valutazioni, le scadenze etc.
L’articolo del sole 24 ore del 23 settembre del 2011 (3) sottolinea senza fraintendimenti che il mercato dei CDS è sotto controllo delle prima 4-5 banche americane. Lo dice il giornale di Confindustria, non un sito di complottisti, quindi dobbiamo ritenere la fonte attendibile. Ovviamente queste 4-5 grandi banche americane fanno parte delle liste lette qualche rigo più su.

Andiamo ancora avanti, prendendo in considerazione un altro elemento che pochi conoscono, ma che negli ultimi anni ha avuto un peso sempre più determinante: parliamo dell’High Frequency Trading, ovvero i sistemi di “trading automatico ad alta frequenza"; si tratta di un sistema basato su continue e numerosissime operazioni di mercato fatte direttamente da mega-computer, che in base a parametri pre-stabiliti, sono capaci di milioni di operazioni al secondo e che incamerano piccolissimi guadagni su ognuna di queste operazioni.
A controllare questi strumenti sono i soliti noti, che quindi hanno in mano un altro potente strumento di condizionamento dei “mercati”. Questo articolo (4) redatto dalla rivista italiana di intelligence (un documento del Sisde) spiega e descrive tutti i meccanismi che governano questo sistema. La sostanza è che il controllo del trading automatico ad alta frequenza agisce molto pesantemente su tutti i mercati azionari e obbligazionari, che quindi risultano ancora una volta compromessi e influenzati da strumenti che sono nella disponibilità delle solite co-interessenze, che fanno riferimento al mondo bancario e finanziario.
Per finire – dulcis in fundo - alla base di tutto questo, come pietra angolare che incardina tutto il sistema, c’è la moneta-debito, creatura divina del sistema bancario commerciale e istituzionale.
La moneta nasce e muore come debito; attraverso la sua natura di debito, il tasso d’interesse e attraverso la quantità che viene decisa essere necessaria, è in grado di determinare se un certo mercato di beni e servizi debba essere fiorente o fallimentare, se una cerca area geografica debba svilupparsi o meno.
Il debito/credito ha il potere di creare ed ha il potere di distruggere.
E questa facoltà è la prima arma a disposizione del sistema bancario e quindi delle più grandi istituzioni bancarie che abbiamo visto essere protagoniste dei mercati dei titoli di Stato, dell’economia reale, del mercato dei CDS, dei movimenti determinati dal trading ad alta frequenza.
Dopo questa esposizione, comprovata da studi scientifici e fonti ufficiali, si può giudicare meglio quando sentiremo parlare dei “mercati” e dei loro umori.
Sapremo cioè a chi si sta facendo riferimento.

(1) http://www.dt.tesoro.it/export/sites/si ... o_2010.pdf
(2) http://www.plosone.org/article/info%3Ad ... ne.0025995
(3) http://www.ilsole24ore.com/art/commenti ... fromSearch
(3) http://www.ilsole24ore.com/art/finanza- ... d=AanUAoGE
(4) http://www.sisde.it/gnosis/Rivista20.nsf/ServNavig/17
Un No deve salire dal profondo e spaventare quelli del Sì.
I quali si chiederanno cosa non viene apprezzato del loro ottimismo.
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Re: I MERCATI: cosa sono?

Messaggioda ValerioRaiola » 14/12/2011, 12:01

Propongo di inserire quest'articolo nel sito. Cosa ne pensate?
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Re: I MERCATI: cosa sono?

Messaggioda Alessandro Bono » 14/12/2011, 17:05

Ok per me.
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Re: I MERCATI: cosa sono?

Messaggioda fabio » 14/12/2011, 17:36

va bene anche per me
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Re: I MERCATI: cosa sono?

Messaggioda chrismaggio76 » 22/12/2011, 20:48

cosa si intende x probabile chiusura dei mercati x tutto il 2012?
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Re: I MERCATI: cosa sono?

Messaggioda Vito Zuccato » 25/12/2011, 9:22

chrismaggio76 ha scritto:cosa si intende x probabile chiusura dei mercati x tutto il 2012?

E' la solita metafora-battuta giornalistica che crea solo confusione, anche perché la stampa specializzata è piena zeppa di incompetenti che devono mascherare le proprie lacune barcamenandosi con giri di parole. Alla faccia della specializzazione.
Questa espressione sta a significare che probabilmente gli operatori del mercato finanziario, a cominciare dalle banche specialiste come da topic e via via con le altre banche minori fino agli intermediari mobiliari, tenderanno al rigore, alla sistemazione dei propri bilanci, al rientro delle esposizioni, al rafforzamento del patrimonio di vigilanza e alla conseguente riduzione di investimenti-impieghi-prestiti-speculazioni-rischi: si creerà maggiore anemia monetaria o quantomeno sarà pari a quella attuale (stagnazione). Con una battuta questa volta però capibile, i prestatori di moneta avranno le braccine corte.
A questa situazione di austerità, se ci sarà, contribuiranno per forza di cose anche gli operatori principali del mercato per antonomasia e per legge, gli unici abilitati a creare moneta all'infinito e quando gli pare: le banche centrali.

Se invece si dà un'interpretazione letterale, dire che i mercati finanziari restano chiusi per tutto il 2012 significa dire che tutto il mondo è già fallito al primo di gennaio del 2012 per azzeramento dei finanziamenti. :roll:
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Re: I MERCATI: cosa sono?

Messaggioda chrismaggio76 » 25/12/2011, 22:11

ok.capito.in sostanza e' l'ultimamente famoso termine deleverage.detto questo,fermo restando che appoggio in toto la battaglia contro questo sistema economico,in questo paradosso economico,la scelta di Monti&Co di garantire le obbligazioni bancarie,cosi' da permettergli di acquistare denaro dalla bce a tasso agevolato,puo' considerarsi una scelta giusta x stimolare la nostra economia...si sta parlando del male minore:me ne rendo conto,ma fino a quando non si fara' la scelta dell'Argentina,e il passo e' ancora lungo,siamo vincolati a ste merde.e alle elezioni,l'unico modo x dare peso alle nostre proteste(presa della Bastiglia a parte,molto remota come soluzione vista la storia del popolo italiano)non manca poi molto:io nel mio piccolo,voi,ce la si sta mettendo tutta x diffondere il messaggio,ma,vista anche l'eta' media della popolazione,raggiungere un numero determinante in cosi' poco tempo e' a dir poco arduo.e il punto di non ritorno x evitare il saccheggio non aspetta certo noi
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Re: I MERCATI: cosa sono?

Messaggioda Vito Zuccato » 26/12/2011, 15:04

chrismaggio76 ha scritto:in questo paradosso economico,la scelta di Monti&Co di garantire le obbligazioni bancarie,cosi' da permettergli di acquistare denaro dalla bce a tasso agevolato,puo' considerarsi una scelta giusta x stimolare la nostra economia...

Dipende tutto da come impiegheranno quella liquidità le banche commerciali: si passa dalla politica monetaria privatistica della banca centrale a quella privatistica per definizione delle banche commerciali, cioè dalla padella alla brace.
Questa prima alternativa messa in pratica in questi giorni è stata voluta soprattutto per far sì che le banche commerciali, in particolar modo quelle specialiste come da thread, acquistassero titoli di Stato italiani e abbassassero il differenziale di interesse tra questi e quelli tedeschi, cosa peraltro finora non riuscita.
Ricordo infatti che la crisi del debito per l'Italia vale in primo luogo per il settore pubblico e in generale è fondamentale garantire la sopravvivenza del settore pubblico, poiché esso è e resta il principale e più ingente canale di spesa e monetizzazione dell'economia, a prescindere dal fatto che il sistema bancario eroghi credito o meno al settore privato.
Seconda alternativa, l'emissione degli Eurobond che consentono a tutti i Ministeri del Tesoro eurizzati di pagare lo stesso tasso di interesse e di avere lo stesso merito di credito: gli Eurobond sono degli "spalmadebiti".
Terza alternativa, bypassare i c.d. mercati e coloro che li dominano – gli Specialisti – attraverso il finanziamento diretto delle PA da parte delle banche centrali, ma ciò comporta la modifica dell'Art. 104 del Trattato di Maastricht nel caso dell'Eurosistema.
Entrambe queste alternative sono pressoché volute da tutti fuorché dai tedeschi, capeggiati dalla Bundesbank.

chrismaggio76 ha scritto:si sta parlando del male minore:me ne rendo conto

No, si tratta di continuare a lasciare la nostra vita totalmente in mano ad altri. Si può parlare di male minore solo quando non ci sono assolutamente alternative, per cui il massimo dei vantaggi si ha in corrispondenza del minimo degli svantaggi.

chrismaggio76 ha scritto:ma fino a quando non si fara' la scelta dell'Argentina,

Non è de-dollarizzando o de-eurizzando l'economia e ritornando all'autarchia bancaria di un tempo che si cambia il sistema monetario alla radice al fine di arrivare a una condizione di minimo svantaggio e per scelta creativa autodeterministica, non certo per scelta tra una serie di opzioni-omogeneizzato preparate e precotte da altri.
E la facile nostalgia per il presunto passato meno-peggio è un sentimento ricorsivo e difficile da tenere a freno.

chrismaggio76 ha scritto:ce la si sta mettendo tutta x diffondere il messaggio

Dipende da quale è il messaggio.
Sono tutti bravi a dire "moneta sovrana" – espressione che già di suo è una scemenza linguistica pari al "debito sovrano" – senza nemmeno sapere di cosa parlano, solo perché lo hanno letto o ascoltato al bar di internet.
E vanno molto di moda i vari "ritorniamo alla lira, facciamo come in Giappone e in Gran Bretagna, nazionalizziamo il sistema bancario, usciamo dal mercatismo, facciamo come... l'Argentina".

E si rischia pure di finire OT.
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Re: I MERCATI: cosa sono?

Messaggioda Emiliano Careri » 27/12/2011, 15:35

Vito Zuccato ha scritto:chrismaggio76 ha scritto:in questo paradosso economico,la scelta di Monti&Co di garantire le obbligazioni bancarie,cosi' da permettergli di acquistare denaro dalla bce a tasso agevolato,puo' considerarsi una scelta giusta x stimolare la nostra economia...


Dipende dal punto di osservazione: se dalla riva della moneta debito guardo questa scelta me ne compiaccio, è funzionale alla mia terra.
Se ,invece, la volontà è quella di sforzarsi a pensare in modo diverso: senza una moneta da rincorrere ma nostra (nostra!), non starei quì a domandarmi su stimoli
per la nostra (nostra?) economia.
Una società cresce e diventa grande quando uomini vecchi piantano alberi alla cui ombra sanno di non potersi mai sedere.
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