"Shopping Italia"

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"Shopping Italia"

Messaggioda Lorenzo Lenzi » 24/12/2011, 15:07

Prosegue lo shopping dell’italian food
L’italian food fa gola agli stranieri. Da Parmalat a Gancia, passando per le paste, gli oli, i cereali e le acque minerali, si allunga sempre di più l’elenco dei marchi cibari del made in Italy finiti in mano estera. Ma come per molti altri gioielli nazionali del food, parte la testa ma non il cuore. La produzione dei fratelli Gancia resterà radicata in Italia, come accaduto per l’olio d’oliva Bertolli, comprato prima dalla multinazionale anglo-olandese Unilever e poi ceduto al gruppo spagnolo Sos (oggi Deoleo), già proprietario di un pacchetto oleario tricolore, Carapelli, Sasso, Minerva oli. Il 2011 ha debuttato con lo shopping dei francesi di Lactalis sulla Parmalat. Più indietro nel tempo non va dimentica la Buitoni, altra storica azienda familiare oggi di proprietà della multinazionale Nestlè cui fu ceduta dopo varie vicissitudini nel 1988. Al sapore di Nestlè anche il mitico bacio Perugina, cioccolato fondente con cuore morbido di gianduia e granella di nocciola. La storica casa umbra ha mantenuto però in suolo nazionale stabilimenti e produzione. Al gruppo svizzero appartiene anche un nutrito pacchetto di acque minerali nostrane. A Unilever sono piaciuti anche i nostri gelati Algida mentre l’Antica gelateria del Corso è anche lei ben stretta nelle mani della multinazionale svizzera. Ma non c’e solo chi parte, c’è anche chi torna. «In effetti si assiste anche al fenomeno inverso – dice il direttore di Federalimentare Daniele Rossi – marchi acquisti da gruppi stranieri che poi tornano». È il caso dell’olio Dante ripreso dall’italiana Mataluni nel 2009. O anche il rientro dei dolci della Motta che sono stati acquisiti dalla Bauli. Quello dei prodotti alimentari è comunque uno scaffale che tira a livello internazionale. Nel 2011 il valore dell’export sarà pari a 23 miliardi di euro, in crescita del 10% sul 2010, per un valore dell’intero comparto è pari a 127 miliardi.

Fonte:http://www.ultimaora.net/notizie-economia-e-finanza/prosegue-lo-shopping-dellitalian-food.html
Lorenzo Lenzi
 
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Re: "Shopping Italia"

Messaggioda Vito Zuccato » 25/12/2011, 11:14

Tutta 'sta robaccia possono tenersela gli "stranieri".

E Finmeccanica semipubblica che fabbrica armi da guerra per gli USA è paradossale.

E l'articolo è a doppio taglio: si parla anche di acquisizioni di aziende estere da parte di aziende italiane, cosa quasi impossibile se tali aziende continuavano a operare in lire anziché in euro, come vorrebbero i maniaci che "quando c'era la lira si stava meglio".

Detto questo, è RIDICOLO e PATETICO tutto questo nazionalismo finanziario italiota che pianta bandierine: buona parte dei cosiddetti imprenditori italiani ha le proprie società e i correlati redditi imponibili residenti... all'estero, nei Paesi a fiscalità privilegiata o paradisi fiscali. Legalmente.

E all'estero avviene idem con patate.
Un esempio su tutti: la superbanca Barclays, l'essenza plurisecolare della City londinese che tutti credono inglese nonché mattatrice del credito e della speculazione in quanto Specialista in titoli di Stato a livello globale, lascia in tasse al Governo britannico l'1% appena del suo reddito imponibile. Il resto infatti è residente... all'estero, nei Paesi a fiscalità privilegiata o paradisi fiscali. Legalmente.

Infine, io REGALEREI l'intera area di Pompei a qualche miliardario cinese o russo residente... all'estero: sono CERTO che la conserverebbe meglio di un Bondi Qualunque.
Vito Zuccato
 
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Re: "Shopping Italia"

Messaggioda Lorenzo Lenzi » 11/01/2012, 11:52

I superyacht Ferretti diventano cinesi
11/01/2012 - il caso
sandra riccio
I superyacht Ferretti batteranno bandiera cinese. Da ieri anche questo pezzo del made in Italy non è più italiano, passato in mano straniera come Bulgari e Gancia, tanto per fare qualche esempio recente. Dopo mesi di incertezze e colpi di scena, il gruppo di Rimini che è leader mondiale nelle imbarcazioni di lusso, è stato acquisito dalla conglomerata cinese Shandon Heavy Industry Group (Shig) con un operazione da 374 milioni di euro sul 75% del capitale.

Per il presidente e fondatore Norberto Ferretti, «questa partnership porterà a risultati molto soddisfacenti e darà al nostro gruppo una maggiore solidità patrimoniale che ci consentirà di realizzare i nostri programmi di crescita di lungo termine».

Certo è che l’arrivo dei cinesi ha risollevato le sorti della storica casa nautica, travolta da un pesantissimo debito, circa 600 milioni, che aveva rischiato di far affondare i super yacht made in Italy. L’alternativa al salvataggio cinese era portare i libri in tribunale, un paradosso per un’azienda di punta a cui gli ordini non sono mai mancati.

A pesare è stato il debito accumulato negli anni. E il gruppo Shig è diventato proprietario della maggioranza dell’azienda in seguito all’accordo con i principali creditori (tra cui la britannica Rbs, il fondo californiano Oaktree e l’hedge fund newyorkese Strategic Value Partners), che rimarranno comunque nel capitale sociale di Ferretti con il 25%.

Il gruppo romagnolo (che ha cantieri anche nelle Marche, in Liguria e sul Lago d’Iseo) è stato di fatto parte passiva dell’operazione, visto che Shig ha «comprato» il debito che Ferretti aveva contratto con le grandi banche e i fondi d’investimento, trasformandolo, attraverso una procedura che dovrà essere omologata dal tribunale di Forlì, in capitale sociale.
Allo stesso tempo la struttura del capitale sarà rinnovata con un aumento da 100 milioni. Rimane l’attesa per conoscere nel dettaglio il piano industriale che verrà sostenuto dalla nuova iniezione di liquidità prevista dai nuovi soci.

Il gruppo Ferretti vanta una serie di prestigiosi marchi nel mondo della nautica, acquisiti nel corso degli 10-15 anni a cominciare da Custom Lines, specializzato nei grandi yacht. A seguire le griffe di proprietà Ferretti si sono arricchite con Pershing e l’americana Bertram, che opera nei Fisherman. Poi le acquisizioni di Cnr, lo storico cantiere Riva e Itama.

L’obiettivo ora è di rilanciare la società supportando anche l’espansione in Cina e in altri Paesi emergenti che nel segmento del lusso presentano margini di crescita esponenziali. «Sviluppare il business degli yacht è uno dei nostri obiettivi strategici per i prossimi cinque anni», ha detto Tan Xuguang, presidente di Shig Group. Norberto Ferretti, presidente e fondatore del gruppo, ha avuto una parte tutt’altro che passiva nell’operazione.

Resta da definire il suo ruolo, che sarà comunque di primo piano. Norberto Ferretti continuerà, insomma, a essere il garante di quell’italianità «che i nuovi proprietari vogliono ovviamente mantenere, anche per aggredire con maggiore convinzione il mercato cinese che nel segmento dellusso presenta nei prossimi anni margini di crescita esponenziali. L’accordo è stato già benedetto anche dai sindacati che l’hanno salutato come un vero e proprio salvataggio. Benchè Ferretti non fosse, tecnicamente, un’azienda in crisi alcuni dei circa duemila operai dei vari cantieri hanno conosciuto anche periodi di cassa integrazione, terminati però con l’inizio del 2012.

Fonte:http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/437742/
Lorenzo Lenzi
 
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