BCE: Il bancomat delle banche

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Re: BCE: Il bancomat delle banche

Messaggioda ChristianTambasco » 29/02/2012, 15:04

fonte: http://www.repubblica.it/economia/2012/02/29/news/rimborsi_aziende-30676089

Totò truffa 62 non arrivava a tanto
Ecco il piano di Governo e Bankitalia
per restituire 20 miliardi alle imprese Una soluzione allo studio dei ministeri e di Via Nazionale. Rimborsi anticipati da istituti di credito e banca centrale, ma dei 50 miliardi totali meno della metà ha possibilità di essere utilizzato. Sarà necessaria la garanzia del Tesoro
di BARBARA ARDÙ

ROMA - Ci saranno tre giocatori in campo, Banca d'Italia, Tesoro e il sistema bancario, per chiudere definitivamente la partita dei debiti che le imprese vantano nei confronti della Pubblica amministrazione. Settanta miliardi è la cifra che gira, anche se in realtà sarebbero 50 quelli effettivamente certificati dai creditori, su cui quindi il Tesoro potrebbe porre un marchio di garanzia. Senza quello le banche avrebbero più difficoltà a entrare in campo per chiudere la partita.

La soluzione è una complessa operazione di ingegneria finanziaria. A fare il primo passo sarà l'imprenditore. Con le sue fatture (che attestano per esempio la fornitura di una partita di biancheria per una Asl), andrà alla sua banca, che si assumerà il compito di valutare qual è l'ammontare del credito e soprattutto la sua esigibilità. Se non trova intoppi, l'istituto valuterà quanto è disposto a "pagare" quel credito e il relativo rischio, perché è quest'ultimo che effettivamente acquista la banca, il rischio che il creditore non paghi. In gergo è quella che si chiama una cessione pro-soluto e che implica una negoziazione.

L'azienda di credito non pagherà infatti tutto l'ammontare del credito all'imprenditore, ma solo una parte. L'altra è il prezzo per l'assunzione del rischio. Che va comunque pagato e visto che di liquidità in giro ce n'è poca e che il denaro costa tanto, la banca, con i documenti che attestano il credito,
confezionerà un "collaterale", un titolo (che contiene una garanzia) e lo cederà alla Banca d'Italia contro finanziamenti al tasso dell'1 per cento.

Lo stesso con cui la Banca centrale europea sta finanziando il sistema bancario europeo. Palazzo Koch, d'altra parte, ha una notevole liquidità, e ha la possibilità di gestirla anche per un'operazione di questo tipo, tanto più da quando Francoforte ha allargato alle Banche centrali dei singoli Paesi lo spettro di titoli e prestiti che possono essere portati in garanzia.

Più che un'ipotesi di lavoro, l'operazione "rimborso-crediti", sembra già a buon punto. D'altra parte l'articolo 35 del decreto sulle liberalizzazioni parla chiaramente di "misure per la tempestività dei pagamenti, per l'estinzione dei debiti pregressi delle amministrazioni statali".

Ma obiettivo del governo non è solo pagare le imprese, ma smaltire poco a poco l'intero stock del debito, lasciando il Tesoro senza più arretrati. Per ricominciare da capo, tendendo conto, tra l'altro, che una normativa europea, non ancora recepita, impone che le commesse per la Pubblica amministrazione siano liquidate entro 30 giorni, senza ritardi. Sulle imprese l'effetto positivo sarebbe quello di incassare liquidi in un momento in cui le banche tengono chiusi i rubinetti e, se li aprono, il costo del finanziamento è elevato, soprattutto per le piccole e medie imprese.

Un'operazione che rischia però di dimezzare i crediti vantati dalle imprese. Di quei 50 miliardi iniziali, si potrebbe scendere alla metà, vuoi perché l'operazione costa, vuoi perché le banche negozieranno con gli imprenditori. E non è detto che tutti i crediti riescano a ottenere il marchio di garanzia per essere trasformati in collaterali e venduti alla Banca d'Italia.

"L'operazione è praticabile, ma ci sono almeno due ostacoli su questa strada", commenta un banchiere che vuole mantenere l'anonimato. "Il primo ostacolo è la qualità del credito, le banche stanno molto attente quando devono fare queste operazioni, perché acquistare il rischio di credito significa acquistare anche il rischio truffa e non solo quello. La riscossione non è mai certa: un ospedale può non voler pagare la fornitura di una partita di siringhe, sostenendo che erano difettose. Sarebbe necessaria una cartolarizzazione del credito, per capire qual è quello esigibile. Un processo un po' lungo, ma possibile".

E forse un lavoro che il Tesoro ha già avviato.
"L'altro ostacolo è rappresentato dalla quantità di credito che si può portare in Banca centrale - certo, se c'è la garanzia del Tesoro... Vedo più che altro difficoltà di processo, ma l'operazione va bene. La banca avrebbe a bilancio da una parte un credito dall'altra un debito. Può funzionare".

(29 febbraio 2012)


L'altra è il prezzo per l'assunzione del rischio. Che va comunque pagato e visto che di liquidità in giro ce n'è poca e che il denaro costa tanto, la banca, con i documenti che attestano il credito, confezionerà un "collaterale", un titolo (che contiene una garanzia) e lo cederà alla Banca d'Italia contro finanziamenti al tasso dell'1 per cento.


quindi il denaro a basso costo è un esclusiva del sistema bancario che se vuole può anche fare la parte del savatore dell'impresa...ovviamente valutando il rischio di un titolo di credito il cui debitore/garante è uno Stato e che per giunta viene girato alla Banca Centrale in cambio di denaro al costo del 1%...

questo in aggiunta ai circa 180(116+60/70) miliardi presi a costo dell'1% dal solo sistema bancario italiano...bah esterefatto è dir poco
...se vuoi ottenere qualcosa di diverso devi cominciare ad agire diversamente.
ChristianTambasco
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Re: BCE: Il bancomat delle banche

Messaggioda domenico.damico » 11/05/2013, 18:51


La banca centrale europea ha comunicato l'entita' del programma di acquisto di bond
Oltre 100 miliardi di euro all'Italia
Un anno di Bce per finanziare il Paese

E' la quota maggiore tra i membri dell'Eurozona. Segue la Spagna

Fra il 2011 e il 2012, quando intervenne comprando i titoli di Stato dei Paesi in difficoltà, la Bce ha acquistato 102,8 miliardi di euro di bond italiani, la quota maggiore fra i Paesi dell'Eurozona beneficiari dell'Omt. Lo rivela la Bce. Seguono Spagna (44,3 miliardi), Grecia (33,9), Portogallo (22,8) e Irlanda (14,2).

CONTENIMENTO DELLO SPREAD -

Quasi la metà degli acquisti di titoli di Stato (Smp, Securities Markets Programme) da parte della Bce sul mercato secondario, pari in totale a 218 miliardi di euro, sono serviti a contenere l'aumento dello spread dell'Italia.

IL MARGINE - La Banca centrale europea ha generato nel 2012 un surplus più alto rispetto al 2011 grazie alla crescita del margine di interesse netto. Il surplus è salito a 2,164 miliardi di euro contro il dato di 1,894 miliardi del 2011, secondo quanto si legge sul bilancio annuale della Bce. L'utile netto è quindi salito a 998 milioni da 728, dopo aver trasferito circa la metà del surplus al fondo rischi, che ora ha raggiunto un tetto. La Bce ha dichiarato che distribuirà 423 milioni alle banche centrali nazionali, in aggiunta ai 575 milioni che ha già distribuito a gennaio. Il margine di interesse netto è salito a 2,289 miliardi da 1,999 miliardi, di cui 1,108 miliardi derivano da acquisti di bond sovrani effettuati nell'ambito del piano SMP. In particolare 555 milioni riguardano titoli di stato greci.


http://www.corriere.it/economia/13_febb ... 9097.shtml
Un No deve salire dal profondo e spaventare quelli del Sì.
I quali si chiederanno cosa non viene apprezzato del loro ottimismo.
Ennio Flaiano
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