Bene UE, bene Italia ma non basta...

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Bene UE, bene Italia ma non basta...

Messaggioda Lorenzo Lenzi » 13/12/2011, 10:42

L’Fmi: bene Ue, ma non basta
Per il capo economista Blanchard "manca una soluzione complessiva dei problemi del debito"
LUIGI GRASSIA

L’accordo raggiunto in extremis a Bruxelles per una nuova unione fiscale e di bilancio in Europa «va nella giusta direzione, ma non rappresenta una soluzione complessiva per la crisi europea del debito». Lo ha detto ieri il capo economista del Fondo monetario internazionale, Olivier Blanchard; e l’Fmi, bisogna ricordarlo, è stato molto coinvolto nel soccorso dei Paesi dell’euro più in difficoltà.

«Adesso - ha esordito in positivo Blanchard, riferendosi all’Europa - sono più ottimista di un mese fa, ci sono stati dei progressi. Quello che è successo la settimana scorsa è parte della soluzione. Ma non rappresenta la soluzione». Peraltro il capo economista del Fondo monetario ha sottolineato una decisione presa a Bruxelles che gli è sembrata particolarmente positiva: «L’impegno dell’Europa a dare 200 miliardi di euro all’Fmi fa una grossa differenza, perché ora possiamo andare da altri Paesi e dire: gli europei ci hanno dato dei soldi, potete aiutarci anche voi?».

Sulla crisi e sull’Fmi ha detto la sua anche il capo economista e componente del board della Banca centrale europea Jürgen Stark, secondo cui «un maggiore impegno del Fondo monetario internazionale in Europa sarebbe un atto di disperazione». Secondo Stark (che è tedesco) l’Ue ha piuttosto bisogno di un nuovo organismo ad hoc, dotato del diritto di intervenire nelle politiche di bilancio a livello nazionale, «un consiglio informale di esperti, che segua ed esamini con attenzione i bilanci degli Stati membri».

Nel frattempo le iniziative internazionali di salvataggio proseguono e oggi una delegazione di esperti dell'Ue, della Bce e dell’Fmi arriva ad Atene per una serie di colloqui con il governo sui prestiti accordati alla Grecia e sui negoziati con i creditori privati sulla cancellazione del 50% del debito greco.

Ma l’appuntamento più importante per oggi è la reazione dei mercati finanziari (gli indici di Borsa e l’andamento dei titoli di Stato) all’accordo di Bruxelles: gli investitori lo interpreteranno come un contributo significativo alla riconquista della stabilità o lo riterranno insufficiente? Un dubbio ulteriore potrebbe venire dalla manovra del governo Monti, indispensabile a evitare il tracollo delle finanze pubbliche italiane ma a forte rischio di annacquamento nel passaggio parlamentare, riguardo alle pensioni, all’Imu e ad altro.

Comunque dalla Banca dei regolamenti internazionali arrivano notizie rassicuranti: la Bri dice che «vista la media relativamente alta della maturità del debito pubblico italiano (sette anni), ci vorrà un lungo periodo prima che i rendimenti elevati si traducano in un significativo costo aggiuntivo del debito». Anche se i rendimenti di novembre, quando i Btp a un anno avevano superato il 7%, dovesse persistere per tutto il 2012, il costo addizionale per il Tesoro ammonterebbe allo 0,95% del Pil, forte ma sopportabile. Quindi «l’Italia potrebbe resistere al peso di elevati rendimenti per un lungo periodo, conservando l’accesso al mercato».

Fonte: http://www3.lastampa.it/economia/sezion ... tp/434026/
Lorenzo Lenzi
 
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