Giappone

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Giappone

Messaggioda domenico.damico » 15/02/2012, 16:34


Banca del Giappone aumenta a sorpresa l'offerta di moneta

Con una mossa a sorpresa, la Banca del Giappone (Boj) ha deciso di allentare ancora la propria politica monetaria, aumentando di 10mila miliardi di yen il programma di acquisto di bond di Stato per sostenere l'economia, uno sforzo finanziario che così arriva a 65mila miliardi (844 miliardi di dollari).
L'annuncio ha avuto immediate ripercussioni sulla quotazione dello yen, sceso ai minimi da tre mesi, con una flessione dell'1,1% a 78,47 contro il dollaro e a 103,02 contro l'euro. Una buona notizia per Tokyo, che ormai da anni cerca di frenare la corsa del cambio. La notizia ha dato sostegno alla Borsa, con l'indice Nikkei in crescita dello 0,6% e ai massimi da sei mesi.
Con la decisione di ieri, la Boj si mette sulla scia della Federal Reserve statunitense che ha di recente affermato di essere pronta a potenziare il proprio quantitative easing. In parte, anzi, la mossa è stata quasi obbligata proprio per prevenire ulteriori svalutazioni del dollaro nei confronti della moneta giapponese.
Non a caso, di recente si era riattivato il pressing del Governo, che nelle scorse settimane ha chiesto a più riprese l'intervento della Banca centrale per contrastare la deflazione. Smentisce tutto, ovviamente, il governatore della Boj, Masaaki Shirakawa, che si è affrettato a precisare come l'allentamento non sia stato deciso per finanziare il deficit giapponese. L'istituto, ha assicurato Shirakawa, ha agito in piena autonomia, senza subire le pressioni politiche da parte del Governo di Tokyo.
Agire attraverso operazioni di acquisto di asset è ormai l'unica leva rimasta alla Banca centrale per allentare la politica monetaria, visto che i suoi tassi sono tra lo 0 e lo 0,1%, livello al quale sono stati confermati appunto ieri, con una decisione presa all'unanimità dal board della Boj.
La Banca centrale ha anche esplicitato per la prima volta il proprio obiettivo di stabilità dei prezzi, fissando un target inferiore al 2% per l'inflazione core nel medio e nel lungo termine e dell'1% nel breve periodo. Anche qui, la Boj segue l'esempio della Federal Reserve che ha recentemente fissato il proprio target d'inflazione al 2 per cento.
Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AaXXK1rE
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I quali si chiederanno cosa non viene apprezzato del loro ottimismo.
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Re: Giappone

Messaggioda Alessandro Bono » 15/02/2012, 18:17

Fantastico!

Sarebbe da vedere il Governatore della BC giapponese che si arrampica sugli specchi per giustificarsi agli occhi degli occidentali.

Anche il Giappone (bandiera dell'MMT) conferma l'importanza di una BC autonoma. A questo punto mi pare chiaro che un modello di deficit spending tende comunque a evolversi per arrivare alla situazione dei paesi occidentali odierni. Infatti è ciò che è accaduto in passato.

Mi sembra chiaro che l'affrontare solo la questione "banche centrali" senza discutere della natura dello strumento monetario porta a una "privatizzazione" (intesa come separazione/autonomia del pubblico) delle BC. Le banche commerciali (i veri istituti di emissione monetaria, lo dicono i dati sui volumi di circolante emesso) influenzano l'evoluzione degli enti pubblici con il loro modello.
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Giappone

Messaggioda domenico.damico » 09/11/2012, 17:01


Se Tokyo sembra Atene

di Luigi Zingales

C'è una battuta che gira tra i miei colleghi: «Sai qual è la differenza tra il Giappone e la Grecia?». L'agghiacciante
risposta è: «Tre anni». L'ovvio riferimento è alla situazione del debito pubblico. Per quanto paradossale,
l'accostamento della grande potenza industriale asiatica al piccolo e disastrato Stato ellenico non è poi così
assurdo.
Con un debito pubblico sul Pil del 230% e un deficit statale del 10%, quello che dovrebbe sorprendere non è il
paragone tra Giappone e Grecia, ma il numero di anni richiesti perché la similitudine si avveri. Dopo tutto la Grecia,
quando nel 2010 è entrata in crisi, aveva un rapporto debito Pil di solo il 143% e un deficit del 10 per cento. Ed è
ancora più sorprendente che il mercato non se ne preoccupi affatto. Con un rendimento decennale dei titoli
giapponesi di solo 0,78%, il Giappone sembra lungi dalla catastrofe ellenica. Sbagliano i miei colleghi o sbaglia il
mercato? Temo il mercato. Ma vale la pena di capire perché.
Nonostante il livello di indebitamento molto più elevato, il Giappone ha numerosi vantaggi rispetto alla Grecia.
Innanzitutto, ha un sistema industriale capace ancora di esportare. Poi ha un sistema fiscale funzionante, che rende
credibile un forte aumento degli introiti fiscali in futuro. In terzo luogo, il Giappone prende a prestito principalmente
nella sua valuta, quindi ha sempre l'opzione di monetizzare il proprio debito. Infine, i giapponesi sono sempre stati
forti risparmiatori, e quindi la stragrande maggioranza del debito è detenuto internamente. È come se lo stato
giapponese finanziasse il proprio debito in moneta, ma i suoi cittadini ossequiosi, invece di spendere questa
moneta, la risparmiassero, mettendola sotto il materasso.
Questa partita di giro, però, non può continuare tanto più a lungo. La coorte più numerosa di giapponesi, quelli nati
immediatamente dopo la seconda guerra mondiale, sta per andare in pensione. Tra poco invece di risparmiare
affannosamente comincerà a spendere i propri risparmi. La generazione successiva è molto meno numerosa e
quindi il risparmio complessivo comincerà a scendere. La coorte che entra ora nel mercato del lavoro è molto meno
numerosa di quella che sta per andare in pensione. Quindi ci sarà non solo un calo del risparmio, ma anche un calo
tendenziale del Pil. Presto lo stato nipponico sarà costretto a finanziarsi almeno o in parte sui mercati internazionali,
che sono meno ossequenti dei cittadini giapponesi e domanderanno un rendimento più elevato. Ma con un debito
pari a 230% del Pil un aumento dei costo del debito si traduce velocemente in un deficit più elevato che impaurisce i
mercati internazionali e fa aumentare maggiormente i tassi di interesse. Come noi italiani abbiamo imparato a
nostre spese, il vortice diventa velocemente pericoloso. Il Giappone può uscirne?
Per ridurre il debito, il Giappone può aumentare le imposte. Ma per ogni punto percentuale di aumento del costo del
debito il governo nipponico dovrebbe aumentare le imposte di 2,3 punti percentuali di Pil, con effetti recessivi sul Pil
e un rischio di spirale negativa tra aumento delle imposte, recessione, aumento del deficit, e necessità di un
ulteriore aumento delle imposte.
Il Giappone può monetizzare il proprio debito. Ma nel momento in cui il mercato realizza che questo succederà, il
costo del debito aumenterà per compensare creditori internazionali del rischio di inflazione/svalutazione. Me se la
situazione è così tragica, perchè il mercato non penalizza i titoli giapponesi? La semplice risposta èche la
speculazione al ribasso è timorosa. Come ho scritto molte volte, chi gioca al ribasso rischia molto: a fronte di
guadagni limitati rischia perdite illimitate. Per questo i ribassisti si muovono solo quando vedono la possibilità di un
guadagno immediato. Con una Banca del Giappone seriamente impegnata in massicci acquisti di titoli pubblici, il
rischio di perdite per un ribassista è troppo elevato. Per questo aspettano. Il mercato è anestetizzato dalla Banca
Centrale.
Ma questa anestesia non è salutare, perchè ritarda il momento dell'aggiustamento. Più tardi il Giappone si
sveglierà, più tragico sarà il risveglio. È un monito a tutti coloro che vorrebbero un Banca Centrale Europea
altrettanto tollerante della Banca Centrale giapponese.
6 novembre 2012


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AbR71Q0G

La solita storia della coperta corta...
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