Riforme - La proposta di Moneta@Proprietà

Discussioni tecniche e antropologiche per giustificare potenziali riforme dell'emissione e della gestione della moneta

Riforme - La proposta di Moneta@Proprietà

Messaggioda Vito Zuccato » 05/10/2012, 21:37

In questo thread si discute sulla proposta articolata di riforma monetaria che il Movimento Moneta@Proprietà potrà fare pubblicamente.

Di seguito riporto la proposta che già alcuni anni fa io avevo avanzato per il dibattito.
Per quanto mi riguarda, essa risulta assodata, ma ciò non impedisce di certo nuovi sviluppi alla discussione da parte di persone sia interne che esterne al Movimento.



La persona giuridica "Ministero del Tesoro" emette moneta nominale dichiarandola di proprietà della collettività delle persone fisiche di cui è rappresentante e distribuendola alla stessa attraverso tre canali in combinazione:

1. erogazione del reddito monetario di esistenza a ogni persona fisica, che così diventa un ente emittente indipendente;
2. pagamento dei soggetti che forniscono servizi di carattere pubblico: dipendenti pubblici e imprese private che lavorano per il settore pubblico per gare di appalto; vengono erogati tutti i tipi di servizi pubblici ritenuti necessari dalla collettività;
3. prestiti senza interessi per finanziare progetti e attività di carattere privato di persone fisiche o di persone giuridiche private (imprese): ogni prestito rispetta un codice etico ben definito e deciso dalla collettività, la quale ha così totale controllo e totale responsabilità sulla politica monetaria – in senso larghissimo – che intende adottare; la moneta rimborsata dai soggetti del settore privato viene riciclata e ricanalizzata dal Tesoro in 1. e/o in 2., in combinazione con l'emissione di moneta tramite gli stessi canali 1. e 2. e in base all'effettivo peso dei rimborsi dei prestiti nel periodo considerato.

Di tale sistema monetario sono subito evidenziabili alcuni aspetti e conseguenze:
- i nuovi contratti di debito delle Pubbliche Amministrazioni sono aboliti e al massimo viene estinta per rimborso esclusivamente la parte del vecchio debito pubblico verso soggetti non bancari e soltanto in quota capitale (non viene pagato nemmeno lo sconto);
- il prelievo fiscale viene eliminato; lo si reintroduce soltanto se viene considerato strettamente necessario per il controllo della massa monetaria a livello locale/aggregato e facendolo incidere preferibilmente sul patrimonio strettamente monetario di privati e imprese e/o sulle singole transazioni commerciali; il rimborso dei prestiti al settore privato descritto al punto 3. può essere già considerato una leva fiscale, fino a oggi non sfruttata poiché da sempre la moneta creata e prestata dal sistema bancario viene rigorosamente distrutta un volta restituita allo stesso;
- ogni attuale sportello bancario diventa "sportello del Ministero del Tesoro" dopo confisca delle intere strutture del sistema bancario;
- il mercato dei debiti fruttiferi privati (prestiti e titoli obbligazionari a sconto o a cedola di interesse) non scompare perché viene vietato, ma perché perde di senso;
- il mercato delle partecipazioni societarie private (quote e titoli azionari) rimane in vigore e anzi può subire forti modifiche sotto vari punti di vista, specialmente a causa dell'estinzione di quello dei debiti.
Vito Zuccato
 
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Re: Riforme - La proposta di Moneta@Proprietà

Messaggioda domenico.damico » 06/10/2012, 19:01

Credo che l'opzione Bellia, di una fiscalità monetaria, sia molto intelligente; la quota percentuale andrebbe gestita da un super algoritmo le cui impostazioni di funzionamento siano decise/modificate/adattate col più ampio e condiviso consenso democratico e scientifico. La fiscalità monetaria dovrebbe anche essere impostata in modo da penalizzare/scoraggiare i super accumuli da rendita.

Anche la moneta elettronica è un passo da compiere, con le necessarie cautele.

Inoltre credo sia necessario lasciar l'opportunità di prendere a prestito con interesse, come opzione del libero mercato alternativa al prestito pubblico, opzione calmierata dalla fiscalità monetaria progressiva di cui sopra, che impedirebbe la generazione del mostro da rendita. Questo pericolo è comunque più relativo in un sistema dove esiste il reddito di esistenza/cittadinanza.

Importante inoltre sarebbe la totale trasparenza e accesibilità dei dati di cui sopra. Il sistema inoltre dovrebbe favorire norme che sia più favorevoli possibile alla circolazione delle cambiali del privato cittadino; cambiali elettroniche per esempio, connesse alla moneta elettronica e alla decurtazione alla Bellia.

La gestione dello strumento monetario pone in essere la classica problematica dell'azzardo morale del governo, tentato dalla gestione di uno strumento tanto potente. Per questo il modello dovrebbe essere concepito come "automatico" rispetto a degli obiettivi decisi democraticamente e condivisi da tutta la comunità, da tenere costantemente aggiornata e informata e con la costante possibilità di rivedere quanto deciso attraverso strumenti partecipativi tipo referendum alla svizzera.

Questi ultimi aspetti - non prettamente tecnici - sono decisivi per il funzionamento di una eventuale riforma, perché eleverebbero la coscienza collettiva rispetto allo strumento monetario e alla ricadute che esso ha nella società civile. Per lo stesso motivo favorirei lo studio della materia monetaria nelle scuole, insiema alla filosofia e all'educazione civica.

Addendum:

Una piccola integrazione: in passato ho sostenuto la necessità di una "corveè" da associare al reddito di cittadinanza; ho un pò riveduta la mia posizione in merito, anche se l'ho sempre concepita come una opportunità che il cittadino doveva avere concessa dalla comunità e come un dono che egli faceva alla comunità stessa.

La rivedrei in questo senso: il reddito è concesso comunque, a prescindere, a tutti. Il cittadino però in cambio PUÒ dare un contributo volontario in termini di opera per la comunità; questo contributo si configura appunto come dono volontario alla comunità, che consente di avere accesso a servizi ulteriori dello stato o a facilitazioni, dando notizia e pubblicità di chi dona cosa e di quanto dona.
Un No deve salire dal profondo e spaventare quelli del Sì.
I quali si chiederanno cosa non viene apprezzato del loro ottimismo.
Ennio Flaiano
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Re: Riforme - La proposta di Moneta@Proprietà

Messaggioda cristian » 12/03/2013, 13:01

E' necessario elargire prestiti seppur senza interesse ?
La collettività (tramite lo stato) non potrebbe pagare direttamente con moneta creata ad hoc i progetti privati che ritiene meritevoli, ovviamente solo nella fase iniziale per poter avviare l'attività, e poi lasciare al giudizio della collettività il destino dell'attività stessa ?
Nella fase di transizione in che modo verrebbe sostituita la moneta cattiva con quella buona ?
Non mi pare che i punti 1,2,3 possano essere sufficienti per sostituirla interamente, per esempio se un individuo percepisse attualmente 2000 euro e il reddito di esistenza fosse 1000 i restanti 1000 (o forse il totale di 2000) attraverso quale canale verrebbero resi disponibili ?

Grazie
cristian
 
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Re: Riforme - La proposta di Moneta@Proprietà

Messaggioda Andrea Trivelli » 12/03/2013, 16:17

cristian ha scritto:E' necessario elargire prestiti seppur senza interesse ?

Certo, altrimenti l'unico modo che avrebbero le imprese private di nascere sarebbe investendo dei capitali privati...presi da dove, visto che le banche commerciali non esistono più? Da 1) e da 2), cioè dal reddito di esistenza e dai pagamenti dello Stato o ai dipendenti pubblici o alle imprese che lavorano con Esso. La vedrei come una pericolosa disparità di trattamento tra il settore delle imprese private che lavorano direttamente in opere pubbliche, che avrebbero la precedenza assoluta, e tutte e altre, che hanno pari diritto di esistere e di creare beni e servizi (con rischio di impresa annesso, of course) per i soli privati. L'unico diritto che hanno in più le imprese degli appalti pubblici, semmai, è quello di essere *SICURAMENTE* pagate e non come avviene adesso dove lo Stato/Amministratore Locale si comporta esattamente come un'entità privata.
La collettività (tramite lo stato) non potrebbe pagare direttamente con moneta creata ad hoc i progetti privati che ritiene meritevoli, ovviamente solo nella fase iniziale per poter avviare l'attività, e poi lasciare al giudizio della collettività il destino dell'attività stessa ?

Penso che sia la stessa cosa, oppure non colgo la differenza...non posso "pagare" un'impresa in fase di startup, in quanto non ha ancora creato beni e servizi. Poi se l'impresa funziona, crea beni per la collettività, guadagna e quindi restituisce anche il prestito iniziale.
Nella fase di transizione in che modo verrebbe sostituita la moneta cattiva con quella buona ?

Per come la percepisco attualmente, non vedo semplice una fase di transizione. Per me si riparte da zero, senza debiti. Vito infatti scrive "viene estinta per rimborso esclusivamente la parte del vecchio debito pubblico verso soggetti non bancari e soltanto in quota capitale". Non credo si possa ripagare un intero debito "vecchio" (basato su degli assunti che sono stati superati) con una moneta "nuova".
Non mi pare che i punti 1,2,3 possano essere sufficienti per sostituirla interamente, per esempio se un individuo percepisse attualmente 2000 euro e il reddito di esistenza fosse 1000 i restanti 1000 (o forse il totale di 2000) attraverso quale canale verrebbero resi disponibili ?

Non ho capito...chi ti pagava prima si spera che continuerà a pagarti ;) Solo che lo farà con la moneta libera da debito. Il reddito di esistenza servirà per coprire i tuoi bisogni primari, anche se non dovessi lavorare.

Ciao
Andrea Trivelli
 
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Re: Riforme - La proposta di Moneta@Proprietà

Messaggioda cristian » 12/03/2013, 18:32

Andrea Trivelli ha scritto:
cristian ha scritto:E' necessario elargire prestiti seppur senza interesse ?

Certo, altrimenti l'unico modo che avrebbero le imprese private di nascere sarebbe investendo dei capitali privati...presi da dove, visto che le banche commerciali non esistono più? Da 1) e da 2), cioè dal reddito di esistenza e dai pagamenti dello Stato o ai dipendenti pubblici o alle imprese che lavorano con Esso. La vedrei come una pericolosa disparità di trattamento tra il settore delle imprese private che lavorano direttamente in opere pubbliche, che avrebbero la precedenza assoluta, e tutte e altre, che hanno pari diritto di esistere e di creare beni e servizi (con rischio di impresa annesso, of course) per i soli privati. L'unico diritto che hanno in più le imprese degli appalti pubblici, semmai, è quello di essere *SICURAMENTE* pagate e non come avviene adesso dove lo Stato/Amministratore Locale si comporta esattamente come un'entità privata.
La collettività (tramite lo stato) non potrebbe pagare direttamente con moneta creata ad hoc i progetti privati che ritiene meritevoli, ovviamente solo nella fase iniziale per poter avviare l'attività, e poi lasciare al giudizio della collettività il destino dell'attività stessa ?

Penso che sia la stessa cosa, oppure non colgo la differenza...non posso "pagare" un'impresa in fase di startup, in quanto non ha ancora creato beni e servizi. Poi se l'impresa funziona, crea beni per la collettività, guadagna e quindi restituisce anche il prestito iniziale.


Mi son spiegato male, la prima domanda è collegata alla seconda, non voglio penalizzare il settore privato anzi lo voglio agevolare ancora di più, non gli faccio dei prestiti gli pago direttamente l'avviamento dell'attività, possiamo chiamarlo come ci pare...reddito di avviamento per esempio.
Anche se gli fai un prestito i beni e servizi non sono ancora stati creati, gli si paga la cifra per poter iniziare, della stessa entità e per gli stessi fini per cui gli si farebbe un prestito.
Non so comunque se abbia senso, chiedo il vostro parere.
cristian
 
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Re: Riforme - La proposta di Moneta@Proprietà

Messaggioda Andrea Trivelli » 20/03/2013, 10:33

cristian ha scritto:Mi son spiegato male, la prima domanda è collegata alla seconda, non voglio penalizzare il settore privato anzi lo voglio agevolare ancora di più, non gli faccio dei prestiti gli pago direttamente l'avviamento dell'attività, possiamo chiamarlo come ci pare...reddito di avviamento per esempio.
Anche se gli fai un prestito i beni e servizi non sono ancora stati creati, gli si paga la cifra per poter iniziare, della stessa entità e per gli stessi fini per cui gli si farebbe un prestito.

Guarda, la distinzione che vedo io è tra attività/progetti di interesse collettivo e no. Se tu parli di "progetti privati che (lo Stato) ritiene meritevoli" ricadiamo nel caso 1, in cui Esso può intervenire con una partecipazione, oppure la copertura totale della spesa (i.e. non gli devi restituire niente).
Esistono però anche attività private non di interesse collettivo, che però potrebbero essere ugualmente "aiutate". Mettiamo che il comune di San Farlocco abbia già sette asili nido e il consiglio comunale sia fermamente deciso di non aver bisogno di un ottavo. Tu però vuoi assolutamente aprire un altro asilo nido (senza passare per la "solita" mazzetta) perché:
- La struttura avrà dei criteri di ammissione diversi rispetto a quelli comunali (p.e. ammessi solo figli di rom e di sindacalisti)
- Verranno utilizzati dei nuovi, rivoluzionari metodi pedagogici provenienti dall'Islanda (che, come si sa, è la terra degli uomini liberi) basati sul totale asservimento degli adulti ai bambini
- L'edificio sarà al 1000% sostenibile, ecologico, riciclabile, digeribile e anti sismico, cioè in pratica sarà immaginario :D
- E' il tuo sogno fin da piccolo, perché ti è rimasto il trauma di essere allevato in un asilo comunale con delle maestre naziste, e nessuno te lo può negare
Se il tuo progetto è un qualcosa che potrebbe nella pratica rivelarsi migliore dell'offerta esistente e non la aumenta semplicemente, perché non aiutarti con un prestito, anche se non siamo nel caso 1 (la collettività non ne ha assolutamente bisogno)?
NB: Può anche darsi che uno Stato in determinati periodi possa incentivare "indiscriminatamente" (se è quello che intendi te) iniziative private tramite prestiti senza tutte le seghe mentali che mi faccio io, magari semplicemente perché in quel momento "ce n'è bisogno" :?:

Non so comunque se abbia senso, chiedo il vostro parere.

Ho detto la mia, senza alcuna pretesa di essere 'il Vate(r)' ;)

Ciao
Andrea Trivelli
 
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