Reddito monetario di esistenza

Discussioni tecniche e antropologiche per giustificare potenziali riforme dell'emissione e della gestione della moneta

Reddito monetario di esistenza

Messaggioda Vito Zuccato » 24/02/2012, 22:00

In questo thread si discute sulle motivazioni per l'emissione del reddito monetario di esistenza.

Di seguito fornisco alcune proposizioni in merito.



1) Chi crea il valore monetario all'atto dell'emissione della moneta è la somma degli individui viventi che accettano moneta per convenzione e tale creazione avviene senza costo e senza produrre, vendere o possedere merci. Perciò la proprietà del valore della moneta all'atto dell'emissione è soltanto degli individui e va dato un minimo di moneta uguale per tutti a ogni individuo proprio in virtù della pura convenzione monetaria.
L'unica merce che viene venduta è il supporto monetario su cui viene veicolato il contratto monetario: quest'ultimo non ha come oggetto la merce “supporto monetario”, ma se stesso, ovvero la dichiarazione del valore nominale della moneta.
Il reddito monetario di esistenza è definito “reddito monetario” proprio perché è dato senza il corrispettivo della merce “prestazione lavorativa”. Se fosse dato in corrispettivo della prestazione lavorativa si chiamerebbe “salario”.

2) L'alternativa è quello che c'è tuttora: la vita solo in prestito, perché non ci può essere moneta senza debito col sistema bancario e ogni azione dell'individuo anche solo col fine della pura sopravvivenza risulta quindi emessa solo prestando, alla pari della moneta. E' come dover pagare una multa per poter sopravvivere, per l'intero valore nominale dell'esistenza e con la tangente degli interessi.

3) L'alternativa è quello che c'è tuttora: garantendo esclusivamente alle società con licenza bancaria la proprietà del valore della moneta all'atto dell'emissione, si dà a entità fittizie prive di contenuto umano maggiore dignità rispetto alle persone fisiche e si attua un vero esproprio monetario. Questo è l'anti-umanesimo tipico di ogni organizzazione sociale costituita appositamente a immagine, somiglianza e paravento di pochi privilegiati.

4) Attualmente, se esiste, è sempre un costo reale pagato in anticipo attraverso il prelievo fiscale dal sistema economico produttore/venditore di merci, mentre il simbolo monetario per effettuare tale pagamento è emesso all'origine solo in prestito al valore nominale e caricato di interessi.
E' paradossale garantire già ora un reddito monetario come costo già pagato dalla collettività e rifiutare un reddito monetario senza alcun costo per la collettività. Questa assurdità esiste ed è rappresentata dagli ammortizzatori sociali quali pensione, cassa integrazione, sussidio di disoccupazione, assegno familiare, ecc., tutti costosi ed erogati senza il corrispettivo della prestazione lavorativa.
La logica perciò grida vendetta, e sapendo anche che gli stessi ammortizzatori sono emessi all'origine prestando e caricati di interessi, visto che sono consegnati monetariamente.

5) Dato che buona parte della popolazione non lavora, affermare che si può avere moneta solo in cambio di merce “lavoro” equivale ad affermare che chi non lavora e chi (anche per legge) non può lavorare non ha diritto di vivere oppure deve pesare economicamente sulla vita di altri individui. Questa è la dimostrazione che il disagio sociale e la cosiddetta cattiveria umana non sono innati, ma sono creati dal nulla artificialmente delegando e regalando al sistema bancario la proprietà e la gestione della moneta: non è un caso che il sistema bancario eroghi moneta solo in cambio di un corrispettivo in debito commerciale.
La logica continua a gridare vendetta.

6) E' inutile e tragicomico parlare a perdifiato di diritti umani se poi non si garantisce il reddito monetario di esistenza al vero creatore del valore monetario.

7) Attualmente è già sancito dalla legge se non effettivamente garantito, come nel secondo comma dell'Art. 42 della Costituzione Italiana che parla di acceso alla proprietà privata per tutti.

8) Consente di evitare l'allevamento di bestiame, dato che ognuno è libero di spendere come meglio crede tale reddito di esistenza.

9) Chi afferma che con tale reddito nessuno più lavora è in errore perché 1. ha il pregiudizio totalmente ideologico che l'individuo sia per natura un essere indegno, stupido, incapace e altamente dannoso per se stesso se non viene inquadrato “a dovere” e perché 2. se nessuno più lavorasse intanto non lavorerebbe più per scelta e non per costrizione e inoltre un minimo di attività sarebbe sempre indispensabile per potersi procurare acqua, cibo e riparo in un'ipotetica economia azzerata da un'ipotetica indolenza generale.
In ogni caso sarebbe sempre da valutare se è meglio vivere pieni di preoccupazioni e stracolmi di beni e servizi poco utili e con poco tempo per utilizzarli al meglio (alla faccia di chi afferma che non lavorare fa solo male alla salute) oppure vivere sì in stato primitivo ma senza troppi pensieri.

10) L'individuo crea valore per il solo fatto che vive, poiché OGNI valore, sia delle merci che della moneta, è SOLO valore indotto.
Oltre a creare il valore puramente convenzionale della moneta, egli contribuisce a creare il valore convenzionale delle merci attraverso i propri bisogni/desideri. Quindi deve essere proprietario della moneta che va così a raddoppiare il valore delle merci.

11) Tutti nascono all'interno di una società che deve dare uno strumento per sopravvivere al suo interno anche contro la volontà e il desiderio di piegarsi alla sue regole, in quanto ogni individuo è comproprietario di tutte le risorse naturali.
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Re: Reddito monetario di esistenza

Messaggioda Alessandro Bono » 25/02/2012, 16:57

Il lettore che dovesse ritenere che un reddito che garantisce la sopravvivenza comporterebbe la totale apatia da parte delle persone che lo dovessero percepire compie l'errore di credere che l'essere umano si accontenti della sussistenza. Se così fosse oggi non saremmo dove siamo.

Chi teme che ciò comporterebbe un calo nella produzione di beni e servizi non si rende conto che tale contrazione è necessaria se vogliamo arrivare a vivere in un mondo più equo per tutti. Che produciamo e consumiamo in eccesso è un dato di fatto, come è chiaro che lo stile di vita occidentale oggi è parzialmente sostenibile solo perché adottato da un quinto (forse meno) della popolazione mondiale.

La società (strumento) deve tornare al servizio del cittadino (utilizzatore), ora viviamo in una realtà opposta in cui l'individuo è costretto, pena la morte per stenti o l'impossibilità di raggiungere obiettivi naturali come la costruzione di un nucleo familiare, a mettersi al servizio della crescita fittizia (fittizia perché basata sullo spreco, concetto in antitesi con l'efficienza economica) della società stessa.
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Re: Reddito monetario di esistenza

Messaggioda framelio » 01/03/2012, 16:36

Io credo che invece di dare un reddito senza una contropartita, che tende a far diventare il cittadino apatico, e non mette comunque in modo quel meccanismo che lega la quantita' di prodotti e servizi alla moneta in circolazione, si dovrebbe attivare un meccanismo di incentivo, non molto diverso da quello che e' ora.

Prima di tutto, via tutte le indennita' di disoccupazione, se non per un periodo limitato. Al loro posto si possono avere due alternative, a seconda della visione della societa' che si vuole avere:

1) Lo stato crea lavori socialmente utili, o che favoriscano la conversione ecologica della societa' (per esempio)
2) Lo stato da incentivi alle imprese per l'assunzione dei disuccupati.

Entrambe mettono in modo un meccanismo attivo, e non apatico, che crea occupazione e fa aumentare la qualita' dei servizi pubblici.
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Re: Reddito monetario di esistenza

Messaggioda ValerioRaiola » 01/03/2012, 18:49

framelio ha scritto:Io credo che invece di dare un reddito senza una contropartita, che tende a far diventare il cittadino apatico, e non mette comunque in modo quel meccanismo che lega la quantita' di prodotti e servizi alla moneta in circolazione, si dovrebbe attivare un meccanismo di incentivo, non molto diverso da quello che e' ora.

Prima di tutto, via tutte le indennita' di disoccupazione, se non per un periodo limitato. Al loro posto si possono avere due alternative, a seconda della visione della societa' che si vuole avere:

1) Lo stato crea lavori socialmente utili, o che favoriscano la conversione ecologica della societa' (per esempio)
2) Lo stato da incentivi alle imprese per l'assunzione dei disuccupati.

Entrambe mettono in modo un meccanismo attivo, e non apatico, che crea occupazione e fa aumentare la qualita' dei servizi pubblici.

La moneta misura il valore dei beni e servizi, quindi è uno strumento in se svincolato da qualsiasi contropartita. Adesso che legame c'è, tra la moneta e i beni prodotti, se c'è troppo poca moneta? E se uno vuole fare il poeta o pittore oppure vuole svolgere un lavoro che non ha mercato? Non lo può fare perchè tu stato lo obblighi ad un lavoro socialmente utile? Così mi sembra più lavoro forzato.
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Re: Reddito monetario di esistenza

Messaggioda Alessandro Bono » 12/03/2012, 16:28

Framelio, con ciò che scrivi dimostri di non essere d'accordo con l'attribuzione all'essere umano del diritto alla vita. Diritto, qundi qualcosa che spetta senza la cessione di una contropartita. Tu sei per una concessione di sopravvivenza subordinata al lavoro.

In più non rifletti sul fatto che un calo del lavoro e di conseguinza della produzione è necessario se vogliamo vivere in un mondo più equo.

Il nostro stile di vita, semplicemente, non è esportabile e per essere mantenuto richiede l'impoverimento altrui. Se vogliamo vivere serenamente su questa terra dobbiamo metterci in testa che è necessario consumare di meno, produrre di meno e, di conseguenza, lavorare di meno.

E comunque l'idea che la sopravvivenza garantita renda l'uomo apatico è campata in aria. Chi si accontenta del bicchiere d'acqua e del tozzo di pane? La gente si vuole divertire, vuole leggere un libro, viaggiare, uscire, mangiare fuori ogni tanto. Tutte cose che un reddito minimo garantito non permetterebbero.
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Re: Reddito monetario di esistenza

Messaggioda ambro86 » 30/04/2012, 8:16

Ciao, innanzitutto vi faccio un saluto perché fin ora vi ho letti ma non mi ero ancora iscritto al forum. Sono completamente d'accordo con voi. Il reddito di esistenza mi sembra la soluzione migliore perché occorre garantire il soddisfacimento dei bisogni primari, come dice anche il cristianesimo, a tutti. Non è affatto vero che col reddito non si lavorerebbe più, in quanto l'uomo, per sua natura, non si accontenta. Anzi, il lavoro sarebbe finalmente per libera scelta e non per necessità, e ognuno punterebbe a lavorare in quei campi che lo soddisfano.
Naturalmente si potrebbe emettere il reddito di esistenza ex post, ossia, dare dei buoni che verranno convertiti in moneta solo dopo l'erogazione del servizio, es: buoni per i generi alimentari accettati da tutti i negozi, e una volta consegnati loro lo stato ex post darà loro la moneta equivalente. In questo modo si ha una garanzia ulteriore che la moneta emessa copre effettivamente il valore reale delle merci.
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Re: Reddito monetario di esistenza

Messaggioda Vito Zuccato » 01/05/2012, 22:22

ambro86 ha scritto:Ciao, innanzitutto vi faccio un saluto perché fin ora vi ho letti ma non mi ero ancora iscritto al forum. Sono completamente d'accordo con voi. Il reddito di esistenza mi sembra la soluzione migliore perché occorre garantire il soddisfacimento dei bisogni primari, come dice anche il cristianesimo, a tutti. Non è affatto vero che col reddito non si lavorerebbe più, in quanto l'uomo, per sua natura, non si accontenta. Anzi, il lavoro sarebbe finalmente per libera scelta e non per necessità, e ognuno punterebbe a lavorare in quei campi che lo soddisfano.

Benvenuto!
Aggiungo che questo articolo-intervista http://www.signoraggio.info/index.php/7-notizie/66-reddito-di-cittadinanza-in-europa-solo-italia-grecia-e-ungheria-ne-sono-sprovviste per me completa e chiude ogni questione in merito, anche perché a parlare in quei termini sono i cattivoni™ della stessa accademia di stampo c.d. liberale-liberista.
Fatto salvo che il reddito di cittadinanza di cui si parla nell'articolo e nello studio citato in fondo mantiene sempre le contraddizioni di cui al punto 4) del primo post.


ambro86 ha scritto:Naturalmente si potrebbe emettere il reddito di esistenza ex post, ossia, dare dei buoni che verranno convertiti in moneta solo dopo l'erogazione del servizio, es: buoni per i generi alimentari accettati da tutti i negozi, e una volta consegnati loro lo stato ex post darà loro la moneta equivalente. In questo modo si ha una garanzia ulteriore che la moneta emessa copre effettivamente il valore reale delle merci.

Non ha senso prevedere garanzie, poiché il valore "reale" delle merci e della moneta è garantito dal loro valore stesso, cioè da chi lo crea.
I banchieri stessi sono culturalmente in vantaggio anche su questo e, coscienti o meno di farlo, si prendono gioco dell'opinione pubblica: garantiscono il valore di ciò che prestano (moneta) con... il valore di ciò che consentono di acquistare (merci)... grazie a ciò che prestano!!
In generale, prevedere garanzie di tipo moneta/merce significa automaticamente ricadere nel concetto di riserva materiale e/o di ingegneria sociale (allevamento di bestiame).
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Re: Reddito monetario di esistenza

Messaggioda Erik » 10/05/2012, 19:51

Ciao! Premetto che sono d'accordo con il primo post.
Volevo però fare alcune considerazioni su quanto sopra discusso. Il reddito di esistenza o meglio a mio parere di "adesione" (al sistema monetario) deriva dalla costruzione del sistema monetario, ovvero all'emissione di nuova moneta questa viene distribuita tra gli aderenti in funzione della richiesta di moneta.
Questo non vuol dire che il reddito sia sufficiente a vivere, esso dipende infatti dalla quantità di moneta creata, decisa dai membri che addottano il sistema.

Il reddito di esistenza non puo venir garantito in questo modo, poichè non rispecchia necessariamente il bisogno medio di nuova moneta, tuttavia esso puo derivare da un'altro aspetto accennato nel post: l'accettazione della proprietà privata.
Infatti un individuo per riconoscere la proprietà di un altro puo richiedere un compenso per mitigare le minori possibilità di utilizzo per lui della stessa.
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Re: Reddito monetario di esistenza

Messaggioda Vito Zuccato » 10/05/2012, 21:03

Posso intuire il significato di quello che hai appena scritto, ma spiega meglio ciò che intendi.



Intanto, prendendo spunto dal tuo post, posso comunque dire che per l'introduzione del reddito monetario di esistenza non è necessario parlare per forza di un sistema economico-sociale in cui è consentita la proprietà privata dei mezzi di produzione di merci: tale reddito ha senso anche in un ipotetico sistema in cui la proprietà dei mezzi di produzione di oggetti (aziende, sistemi di produzione) e la proprietà degli oggetti prodotti sono collettive oppure statali ("collettiva" e "statale" NON sono la stessa cosa), poiché per l'individuo va in ogni caso garantita la libertà di scelta di spesa, oltre che di partecipazione o meno alla produzione.

Se non si garantisce la pianificazione autonoma della spesa da parte dell'individuo si annienta automaticamente il concetto stesso di individuo e si passa di colpo alla pianificazione produttiva e distributiva da parte di un'entità estranea alla somma degli individui, cioè all'allevamento di bestiame.

Nel caso della proprietà collettiva oppure statale ho scritto «oggetti» anziché «merci» poiché per un'azienda collettiva o statale non è strettamente necessario partecipare ai processi di domanda e offerta e alle spirali dei costi che vanno a determinare la formazione dei prezzi per il c.d. settore privato (vedi anche la parte finale del punto 3) del primo post sul valore monetario).
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Re: Reddito monetario di esistenza

Messaggioda Erik » 22/05/2012, 7:35

Quello che voglio dire è che preferisco ci sia una distinzione tra quello che è il reddito monetario derivante dalla creazione di nuova moneta ed il reddito minimo di esistenza. Avendo 2 ragioni d'essere differenti consentirebbero di adottare e quindi scegliere con che moneta effettuare lo scambio garantendo in qualche modo l'equilibrio del sistema.
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