sul reddito di cittadinanza

Come l'economia invade tutti gli aspetti sociali dal governo alle relazioni all'interno e tra le comunità

sul reddito di cittadinanza

Messaggioda Emiliano Careri » 02/01/2012, 19:51

Una società cresce e diventa grande quando uomini vecchi piantano alberi alla cui ombra sanno di non potersi mai sedere.
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Re: sul reddito di cittadinanza

Messaggioda Emiliano Careri » 03/01/2012, 15:58

(...) "Un reddito vincolato alla persona in quanto tale"(...),
"così da lasciarle il massimo grado di libertà di scelta."

...ma scegliere è responsabilità (vedi Fromm) ...

Il sistema economico, monetario e sociale che viviamo e nutriamo non prevede l'affrancarsi da esso.
Anche per questo riscontro reticenza, rassegnazione e addirittura fastidio nel pensare a: "rendere attuabili più soluzioni" e al "diritto alla ricerca della felicità".
Una società cresce e diventa grande quando uomini vecchi piantano alberi alla cui ombra sanno di non potersi mai sedere.
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Re: sul reddito di cittadinanza

Messaggioda domenico.damico » 25/01/2012, 15:44

Mio intervento sul blog Bimbo Alieno in merito all'argomento "reddito di cittadinanza".

http://bimboalieno.altervista.org/?p=3347#more-3347


Ottimi gli spunti relativi al reddito di cittadinanza.
Suggerisco a chi voglia approfondire l’argomento il sito di Giuseppe Bellia (bellia2.com) un profondo conoscitore di Steiner, che con “Verso l’Antropocrazia” ha condensato tutto un percorso di studi. Campeggia in home page la sua sintetica proposta:
“Abolendo tutti i Prelievi Statali – fiscali, previdenziali e quant’altro – sulle Attività Economiche, si ottiene il dimezzamento dei Prezzi di Mercato e quindi il raddoppio del potere d’acquisto della Ricchezza Monetaria Nazionale, nonché dei Redditi.
Convertendo il Denaro Nazionale in Moneta Elettronica ed istituendo una Imposta Annua dell’8% su tale Denaro, prelevabile automaticamente, si ottiene un Gettito Annuo di Contropartita per le Emissioni Statali in Moneta Elettronica, del Reddito di Cittadinanza e delle Spese Pubbliche.
La Bilancia Commerciale potrà essere corretta modificando l’Imposta Annua e/o il Reddito di Cittadinanza.”
Di reddito di cittadinanza hanno parlato in tanti a cominciare da Silvio Gesell, per passare alle tesi di Clifford Douglas sul credito sociale (e con lui prende miglior forma la consapevolezza che i salariati non potranno mai comprare TUTTA la merce che producono, come allo stesso modo la moneta in circolazione M non potrà mai pagare gli interessi M + Mi) e per tornare in Italia, le tesi del prof. Giacinto Auriti e del già citato Bellia, e tanti altri, in modo diverso. In alcuni Paesi viene garantito un reddito minimo a chiunque non lavori o sia disagiato, ma siamo comunque lontani dal concetto pieno e realizzato di reddito di cittadinanza.
L’argomento non è facile; in molti, prigionieri della ragioneria bancaria della coperta corta, non riescono a svincolarsi dal discorso del reperimento delle risorse monetarie; in moltissimi poi pensano che l’essere umano sia per natura un inetto senza voglia di far nulla, e che vada “frustato” per lavorare.
Il reddito di cittadinanza rappresenterebbe (nel senso di condensare al suo interno più categorie di significati) invece il salto di paradigma che ci porterebbe da un sistema schiavistico, da una società dove i FANTASMI GIURIDICI SI SERVONO delle persone fisiche, verso una società dove lo Stato e le persone giuridiche SERVONO le persone fisiche.
Un fantastico libro, “I ragazzi felici di Summerhill” del pedagogo scozzese Alexander S. Neill, spazza via qualsiasi dubbio relativo a lombrosismi o similia circa la natura malvagia dell’uomo o di certi esseri umani in particolare. Un bambino, per quanto difficile e riottoso, se compreso e lasciato libero di realizzarsi, troverà naturalmente la propria strada, diventando un adulto pacifico, sereno, realizzato. L’ambiente però deve assecondare le inclinazioni naturali, senza incanalare il bambino in percorsi forzati/preimpostati verso, per esempio, la produttività. Un bellissimo libro, leggetelo.
Da sempre però sono convinto che l’essere umano sia per sua natura pacifico e giusto e che comunque una società equa e giusta crea uomini essenzialmente giusti e pacifici e viceversa; così come una società competitiva e aggressiva crea uomini competitivi e aggressivi.
Krishnamurti l’ha predicato tutta la vita: il singolo E’ il mondo. E il singolo può cambiare il mondo, cambiando sé stesso.
Tornando a bomba, il reddito di cittadinanza è l’OPPORTUNITA’ che l’essere umano si dovrebbe dare per provare a cambiare modo di vita, di pensiero, di CONVIVENZA/CONDIVISIONE con il prossimo suo.
Questo, in due misere parole e per quanto è nelle mie capacità, l’aspetto filosofico/sociologico della questione.
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico/monetario, non ci in realtà sono grossi ostacoli, se non ancestrali problemi psico-monetari; già Luigi ha illustrato ottimamente quanto si potrebbe fare con le risorse di QUESTO SISTEMA MONETARIO.
Ma di più: se lo Stato intervenisse direttamente nella creazione del mezzo monetario, potrebbe generare forzosamente le risorse necessarie al bisogno.
La moneta deperibile (anche come moneta solo interna, nel caso di doppia circolazione alla Cuba) per esempio sarebbe un ottimo espediente per evitare paranoie inflazionistiche (che comunque una moneta elettronica gestita con precisi parametri preimpostati ridurrebbe, appunto, a semplici paranoie). Come anche la fiscalità monetaria. Come anche e soprattutto la proprietà popolare della moneta.
Con tali mezzi a disposizione si potrebbe infatti anche dar vita all’idea originale di reddito di cittadinanza, che dovrebbe essere previsto per TUTTI PER SEMPRE. Anche Agnelli/Berlusconi/Ferrero ne avrebbero diritto, dalla culla alla morte. In parte condivido anche il concetto di “corveè”, ma inteso come OPPORTUNITA’ di dare il proprio contributo secondo le proprie possibilità/capacità/competenze/VOLONTA’. Anche quest’ultimo aspetto cambia se cambia l’atteggiamento dell’essere umano verso il proprio prossimo.
Le idee in campo sono molte e molto c’è da ragionare insieme; tutte idee agli antipodi della pianificazione tecno/finanziaria/schiavistica in atto da parte delle lobby dominanti, che vogliono che la realtà entri nei loro schemini fatti di produttività, pil, crescita, e infine tutela statale dei soliti cartelli/oligopolii.
Un No deve salire dal profondo e spaventare quelli del Sì.
I quali si chiederanno cosa non viene apprezzato del loro ottimismo.
Ennio Flaiano
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