I FUTURI POSSIBILI

Come l'economia invade tutti gli aspetti sociali dal governo alle relazioni all'interno e tra le comunità

I FUTURI POSSIBILI

Messaggioda domenico.damico » 22/03/2013, 19:34

Le visioni del futuro che sono seminate, alcune auspicabili, altre inquietanti, altre da analizzare, altre ancora da combattere etc.

Eccone una, abbastanza autorevole, visto che viene da uno dei papà di internet.

Il futuro è nella condivisione dei nostri dati


Tim Berners-Lee, padre del Web, è a Trento per Ict Days. E racconta come vede la società «smart» in modo responsabile


RENTO - Tim Berners-Lee non ama il futurismo. Non strofina la sfera di cristallo e, la sua, non è una previsione della realtà («Non mi piace farlo»). Fin qui la premessa. Il padre del World wide web ha comunque un’immagine in testa, già la intravede. È l’amplificazione degli open data. Condivisi, censiti, incrociati e intrecciati. A disposizione delle aziende e delle amministrazioni pubbliche: «Comprare delle scarpe, per esempio, potrebbe essere semplicissimo: non dovremmo nemmeno ribadire il nostro numero». Una città intelligente dovrebbe essere così, a suo dire. «Sarà una vera e propria rivoluzione – spiega -, tutti i device raccoglieranno dati, dando un quadro più chiaro del mondo che ci circonda». Il punto di svolta è la costruzione di una piattaforma partecipativa. O meglio: «Universalmente partecipata». Ospite di punta degli Ict days in agenda a Trento, Berners-Lee pensa a una community che fonde esperienze, prassi e cerca al tempo stesso di risolvere le grandi emergenze dell’oggi: «Surriscaldamento del pianeta, variazioni climatiche, conflitti».
Qualcosa si sta muovendo nella pubblica amministrazione, anche in Italia. Le buone pratiche dell’e-government iniziano a svelarsi: «C'è una forma di egoismo nella scelta dei governi di portare le loro attività online - sostiene Berners Lee - perché sono consapevoli che quando tutti saranno connessi potranno davvero risparmiare». La vera domanda è un’altra, però: «Cosa accadrà in futuro – si chiede - quando sia i governi sia le aziende accumuleranno quantità incredibili di dati personali?». La risposta è presto detta: si dovrà generare una community responsabile. «Se si sceglie di condividere questi dati – aggiunge indicando il braccialetto conta-calorie che indossa - è possibile capire ad esempio quanto e come un gruppo sociale sta migliorando il proprio livello di salute».

È questa la congiuntura, è qui che open data e personal data s’intrecciano. «In futuro – spiega - ci sarà una modificazione dei rapporti non solo con gli Stati ma anche con le aziende, le scelte saranno più facili». Una rivoluzione che ridisegna le relazioni e genera uno scambio creativo («La chiamo inter-creatività», dice). Il mantra è “partecipazione”: «Abbiamo bisogno di strumenti potenti per una collaborazione universale e risolvere i grandi problemi del mondo – aggiunge -. Surriscaldamento, variazioni climatiche, problemi politici, dovremo condividere conoscenze e pratiche attraverso la partecipazione». Di più: «Grazie alla connettività universale sarà possibile farsi degli amici simili a noi». Li chiama stretch-friends, Berners-Lee: «È un amico che ci fa spostare l’asticella: ci assomiglia ma, per esempio, è in Africa». L’esito è ambizioso: sgretolare le barriere. Culturali in primis.

Qualche rischio c’è, nell’era degli open data. «La minaccia che incombe sul Web può venire dal controllo politico ed economico – dice -. L'indipendenza della stampa, della circolazione delle informazioni, è ciò che più garantisce la democrazia». Controllare o spiare i cittadini, queste le tentazioni da sedare: «Il Web può essere al contrario utilizzato per rendere ancora più libero il mercato e ancora più partecipativa la democrazia».

Quanto alla privacy, se aziende e amministrazioni hanno libero accesso ai nostri dati c’è di che preoccuparsi? Detto altrimenti: come mettere al riparo i nostri dati sensibili? «Si sta passando da una visione più semplice della privacy a un’altra più complessa – spiega -, c’è una visione privata e una più pubblica». Quindi un livello più intimo e un altro meno delicato: «Dobbiamo distinguere le situazioni in cui è appropriato condividere i dati da altre in cui non lo è», conclude. Senza timori. Con un sorriso Berners Lee si rivela ottimista: «Ne verrà anche del buono».

di Marika Damaggio
fonte: http://www.corriere.it/tecnologia/cyber ... 6499.shtml
Un No deve salire dal profondo e spaventare quelli del Sì.
I quali si chiederanno cosa non viene apprezzato del loro ottimismo.
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I FUTURI POSSIBILI

Messaggioda domenico.damico » 24/03/2013, 10:30

ECCO PERCHÉ IL NOSTRO ATTUALE MODO DI VIVERE NON HA FUTURO


DI JAMES H. KUNSTLER peakprosperity.com

Fonte: http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... =0&thold=0

C'è un aspetto del fallimento americano che è stato oscurato dalle indecenti e avvincenti storie di racket che hanno recentemente monopolizzato lascena finanziaria: latragedia di Suburbia(1), il modo in cui è stata gestita la logistica della vita quotidiana sul nostro territorio.

Lachiamo tragedia perché essaè il risultato di una serie di scelte incredibilmente sfortunate per la società, fatte da generazioni e generazioni. Lastoria non perdonerà, né verserà unasola lacrima, quando ci troveremo ad affrontare le conseguenze dello stile di vitache stiamo scegliendo. La storiaci farà comprendere che non ha alcun senso logico trasformare questo adorabile continente del Nuovo Mondo in una giungladi parcheggi liberi. In ogni caso siamo chiamati a confrontarci con le scelte che abbiamo fatto e una domanda nasce spontanea: cosa faremo adesso?

Se si mostra ad un campione casuale di pubblico americano una fotografiache ritrae gli squallidi viali fitti di negozi fronte strada e i grandi magazzini con strati e strati di insegne pubblicitarie e si domanda cosa c'è di sbagliato nell'immagine, essi sicuramente risponderebbero "tutti i posti sembrano identici.. è tutto uguale!" Questa è la criticapiù comune, ma non è del tutto corretta. Davvero non ci arrivano.

Sono molti gli oggetti ed i luoghi costruiti dall'uomo caratterizzati da uniformità e somiglianza. Agli occhi di un osservatore poco attento, anche le cittadine collinari della Toscana sembrerebbero identiche tra loro se osservate a 500 metri di distanza. Il turista medio americano avrebbe la stessa difficoltà nel distinguere Montepulciano daPienza, edil WalMart di Hackensack da quello di Oxnard. Ma i turisti non si lamentano della somiglianza negli schemi di progettazione dei villaggi italiani: le tegole rosse sui tetti di ogni edificio, le strade strette e tortuose, gli stucchi sui muri, le finestre a battenti con le loro persiane, ecc. Pochi turisti americani di ritorno da Parigi si lamenterebbero della monotonia dei viali. Questo perché, in quelle localitàestere, laripetizione è un'uniformità di qualità eccellente. Il problema degli USA è un altro: non solo tutto è identico, ma è di unaqualità incredibilmente bassa. I parcheggi del New Jersey e quelli di Santa Cruz sono ugualmente deprimenti. La suddivisione delle proprietà private è anonimae senza senso. I grandi magazzini sono degradanti. Gli spazi pubblici americani sono tutti in stato di degrado (o

Per descrivere tali caratteristiche, si parlaspesso genericamente di "bruttezza" ma la situazione è ancora peggiore. L'uomo è immerso nel suo ambiente costruito, come i pesci sono immersi nel loro ambiente marino, e l'avvolgente "bruttezza" che caratterizzala maggioranza dei luoghi negli Stati Uniti è la manifestazione visibile dell'entropia. Non è solo sintomo di una mancanza di cura, ma una vera e propria corsa verso ladistruzione, la decadenzae lamorte: letteralmente il viaggio verso la morte di una società intenzionata acompiere un suicidio. Ben lontano dall'essere una problematica meramente estetica, Suburbia rappresenta la complessa catastrofe economica, il fiasco ecologico, l'incubo politico e la crisi spirituale di un popolo che si è abituato all'ideache non valga lapenadi prendersi cura dei luoghi in cui vive.

Suburbia è strettamente connessa all'attuale paralisi della politica, perché rappresenta un'enorme eredità di costi sommersi, di investimenti che si sono trasformati in passività. Se non ci rendiamo conto di tale trasformazione, ci sarà impossibile farci un'opinione coerente in merito aciò che staaccadendo e capire cosa possiamo fare per cambiare. Dovremmo innanzitutto sapere che siamo di fronte ad una situazione imbarazzante e spaventosa per i rifornimenti di petrolio. Non sono più a buon mercato. Ma, ahimè, la nostra Utopia è stata progettata per funzionare con petrolio abasso costo. Ne derivache Suburbia ha ben poche prospettive per il futuro. In realtà si potrebbe addirittura sostenere che, in assoluto, il nostro stile di vita non ha alcun futuro.

Lanatura dei costi irrecuperabili innesca nell'uomo l'"illusione dei costi sommersi" (tendenzaumanaa giudicare i progetti in base al denaro che è stato spesoper realizzarli, n.d.t.). Avendo sommerso la maggioranza della ricchezza accumulata collettiva (il nostro capitale) in questo stile di vitasenzafuturo, abbiamo paura di abbandonarlo o anche solo di riformarlo considerevolmente. Al contrario, la pauradi doversi confrontare con enormi perdite di denaro innesca un processo di negazione e di meraillusione.

Ladecrescita economicava di pari passo con l'aumento del prezzo del petrolio. Le persone sono sempre più spaventate e cercano sempre più conforto in soluzioni magiche e salvifiche. Si sono susseguite unaserie di assurdità e propagande volte a convincere il pubblico che lo shale oil e le politiche figlie del famoso slogan "drill, baby, drill" (2) presto trasformeranno gli USA nell'Arabia Saudita, ci renderanno indipendenti dal punto di vista energetico e passeranno centinaia di anni prima di esaurire lo shale gas. Queste affermazioni disoneste potrebbero provenire da PR menzogneri, esperti in manipolazione, pagati dalle compagnie petrolifere, ma non sarebbero così efficaci se il pubblico stesso non fosse tanto disperato da ascoltare la "buona novella" secondo cui possiamo continuare a vivere esattamente come stiamo vivendo ora. Lamaggioranza dei media segue tale tendenza, non perché siano fantocci delle compagnie petrolifere bensì perché anch'essi hanno paura.

Lapaura, ovviamente, interessa in particolare i proprietari di immobili americani, la maggior parte dei quali proprio a Suburbia, che hanno già subito, negli ultimi 5 anni, perdite di capitale nettoe di reddito, continue telefonate da parte delle agenzie di recupero crediti, visite da parte degli agenti dellariscossione e tutte le altre sempre piùfrequenti manifestazioni del terrore finanziario

Adesso stiamo cominciando a comprendere la strettarelazione esistente tra lafine del petrolio a basso costo e l'attività delle

Da un lato c’è il declino dell'economia industriale causato dall'energia, dall’altro il declino dellacapacitàdi generare ricchezza che, al contrario delle credenze diffuse, non è controbilanciata dall' "efficiency", dalle nuove tecnologie o altro. Infatti la grande diminuzione dell'accumulazione di capitali negli Stati Uniti, iniziata negli anni '70, è compensata solo dall'innaturale ed incredibilmente vasta crescita del settore finanziario, che ora rappresenta il 40%dell'economia, contro il precedente 5%. Il settore finanziario, la cui mission era originariamente quella di gestire e spostare il capitale accumulato daparte delle imprese (ovvero gli investimenti), oggi ha come principale scopo quello di stabilire nuove forme di "racket" per raggirare il meccanismo finanziario (mercati e tassi di interesse) al fine di ottenere guadagni dal nulla. Tale sistemastadiventando unaforma di auto-vandalismo per

Lamaggior parte di queste presunte "attività" non sono altro che meri intrallazzi, improduttivi e a pagamento, meccanismi innescati da coloro che gestiscono il denaro istituzionale, che scremanoi profitti grazie ad inutili movimenti di capitali. La crescita del settore finanziario è dovuta, forse in misura ancora maggiore, all'invenzione di nuove truffe e frodi, la maggiore e più evidente delle quali è labolla del settore abitativo. Un'immensa "frode controllata" in cui le case delle periferie sono state utilizzate come garanzia collaterale per obbligazioni (titoli di debito) deliberatamente deprezzate su grande scala così che i colossi del mercato potessero riscuotere le assicurazioni sui loro fallimenti. Senza contare tutte le altre quote e i profitti ottenuti dallaprogettazione e

Lamaggior parte di questastoria rimane avvolta nel mistero, dal momento che nessuna azione è stata intrapresa nei confronti dei colossi bancari coinvolti, non è stato fatto alcuno sforzo in nome della verità o dellagiustizia, e il conto alla rovesciaper la prescrizione è già iniziato. Possiamo certamente affermare che il ruolo della legge è in crisi e che la continua assenza di tale ruolo nel mondo bancario è una forte minacciaper il progresso. L'informatizzazione ha sicuramente favorito queste grandi perversioni e ha provocato un'allarmante diminuzione del guadagno. L'incapacità delle banche e dei governi di riportare con precisione le cifre sui propri bilanci patrimoniali è incredibilmente ironica se si considerano le fenomenali capacità matematiche dei computer. Sfortunatamente siamo giunti al punto in cui le frodi contabili sono diventate consuetudine nel sistema bancario e politico, anziché misure occasionali per gestire gli affari della società civile, mentre la maggior parte dell'economia nazionale si è ridotta

Il punto principale è forse il fatto che ladiminuzione di ricchezzaeffettiva accumulata ha indebolito la capacità di ripagare gli interessi su larga scala. Questo è dovuto allaminore disponibilità di petrolio a basso costo, nostraprincipale risorsa energetica. L'abbondanza di petrolio a basso costo e la creazione di un'abbondanza di credito erano strettamente connesse. Tale connessione si è ora spezzata e ci sono più debiti che ricchezzaeffettiva. Se non aumenta la ricchezza, il debito non potràessere ripagato. Ne consegue l'intervento dei governi e delle banche centrali per compensare queste nuove disastrose dinamiche e per sostenere il prezzo delle azioni, come ad esempio le garanzie collaterali soggette a liquidazione a prezzi stracciati da debitori insolventi. Le inaspettate conseguenze di questi affari sporchi porteranno a guerre monetarie, inflazione, perdita di credibilità, tumulti politici ed effetti a catena probabilmente ancor più disastrosi. Le operazioni fondamentali e cruciali dellacapitalizzazione degli interessi nel mondo bancario sono state invalidate dall'impossibilità di ripagare il debito. Così i disonesti introiti dei governi e delle banche centrali sotto forma di manipolazioni dei tassi d'interesse e di iniezioni di liquidità stanno oscurando larealtà: il

Il nostro futuro, in conclusione, saràcaratterizzato più dalla scarsità di capitale che dallascarsità di energia. I due fallimenti sono

Politicamente, il danno è dovuto ad una campagna per sostenere l'insostenibile, per mantenere i racket ad ogni costo, incluso, in particolare, lo stile di vita delle periferie. E' improbabile che ce lacaveremo, con la disperazione che scorre nello spiritonazionale dei nostri tempi. Piuttosto, la realtà ci costringe a riordinare e ariformare ragionevolmente le attività della societàcivile e credo che tale riformapossa avvenire in modo semplice e categorico.

In Part II: The Essential Elements for a Sustainable Future (Gli elementi essenziali di un futuro sostenibile, n.d.t.) delineiamo le riforme di cui abbiamo in assoluto più bisogno per cambiare il nostro stile di vita, in modo da adattarci alle limitazioni del mondo in cui viviamo. La buona notiziaè che si può fare e con grandi probabilità di migliorare le nostre condizioni rispetto al vorace stile

Quello su cui potete contare è il ritorno a modi tradizionali di assemblaggio degli ambienti umani: spazi urbani essenziali in cui si possacamminare, siano essi paesi, cittadine o città, dove lavoro, commercio, settore residenziale e cultura siano strettamente intrecciati tra loro in una forma riconoscibile e realistica di organismo civile e che non ne siano solo la brutta copia. Luoghi con un valore non solo materiale, luoghi che meritino il nostro affetto, che possiamo chiamare "casa" senza ironia o rammarico.

Link: http://www.peakprosperity.com/blog/8108 ... -no-future

Traduzione per www.comedonchisciotte.org acura di CRISTINA REYMONDET FOCHIRA

1) Suburbia è traducibile con suburbio, periferia, sobborghi. Per come è usato nel testo di Kunstler potrebbe convenire renderlo conil francese banlieue, ad indicare sterminate periferie urbane, degradate, prive di anima e dove covauna violenza esplicitao

2) slogan della campagna repubblicana del 2008 che incoraggiava e supportava l'aumento delle trivellazioni per i combustibili non convenzionali, letteralmente "trivella, piccola, trivella!".
Un No deve salire dal profondo e spaventare quelli del Sì.
I quali si chiederanno cosa non viene apprezzato del loro ottimismo.
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