Domande ai candidati M5s

Come l'economia invade tutti gli aspetti sociali dal governo alle relazioni all'interno e tra le comunità

Re: Domande ai candidati M5s

Messaggioda Vito Zuccato » 09/01/2013, 20:14

Andrea Trivelli ha scritto:
Vito Zuccato ha scritto:Parlano di estremismo, e in parte hanno ragione, ma non ci sono peggiori estremisti dei cazzari.

Per fortuna che c'è Gianni Girotto, verrebbe da dire, l'unico a dare una risposta articolata e senza la nota arroganza non dovuta.
Per gli altri è sufficiente il solito cliché "Grillo ne ha parlato [male]".

Mi pare che anche Girotto ne spari delle belle riguardo il voto: non mi risulta che se uno si presenta al seggio e si rifiuta di ritirare le schede - e già questa è una interpretazione, a mio modo di vedere assolutamente discutibile, della legge 104- influisca in ALCUN MODO sulla percentuale calcolata per l'assegnazione del premio di maggioranza, rimarrebbe un gesto puramente ostruzionistico/dimostrativo.

Esattamente.
Intanto non mi è neppure chiaro e/o non ricordo se invece l'annullamento della scheda influisce o meno sul premio di maggioranza assieme all'assegnazione dei rimborsi elettorali...

E io ho già tentato due volte di fare questo tipo di protesta di cui parla Girotto, la c.d. astensione attiva, nelle tornate elettorali di questi ultimi 5 anni, ma nella mia sezione elettorale tutti i presidenti di seggio mi hanno fermamente negato questa possibilità.

Invece so che a molte altre persone in altre regioni d'Italia l'astensione attiva è stata consentita, ma senza capire a quali regolamenti si riferissero i presidenti di seggio e quindi ipotizzando che tutto dipenda dall'arbitrarietà di ogni presidente.

L'argomento è molto complesso e su internet girano soltanto le versioni dei soliti faciloni.
Qui di seguito riporto in corsivo per archivio il riassunto del colloquio riservato che ebbi con uno dei presidenti qualche giorno prima delle elezioni in cui volevo fare il secondo tentativo, al fine di non rischiare per la seconda volta di prendere una denuncia.

Per avere ragione sulla astensione attiva occorre avere con sé un documento che attesti una sentenza in proprio favore almeno del TAR di Roma o ancora meglio una sentenza favorevole in merito del Consiglio di Stato. Il prefetto e altre figure ufficiali esecutive NON HANNO ALCUN POTERE DI SENTENZA se non quello di SOLTANTO far eseguire le disposizioni delle precedenti magistrature o di altre.
Senza una sentenza esplicita e puntuale in favore della possibilità di praticare l'astensione attiva – con conseguente rifiuto delle schede e messa a verbale dell'allegato con le motivazioni del rifiuto – i seggi elettorali NON POSSONO METTERE A VERBALE ALCUNCHÉ PER ISCRITTO se non riferito a puri reclami di elettori inerenti al PURO svolgimento delle procedure di voto (tipo brogli, rottura matite, gente col telefonino o la macchina fotografica, schede già segnate, ecc.) e NON POSSONO ALLEGARE ALCUNCHÉ in quanto ritenuto CORPO ESTRANEO poiché ai verbali NON si possono aggiungere allegati (tipo fogli, libri, depliant, cartoline, ecc. ecc. ecc.).
Inoltre, in assenza di sentenze inoppugnabili della magistratura (sempre come già detto nel merito) i seggi elettorali sono ASETTICI e non è possibile né parlare di argomenti che non siano i reclami inerenti alle PURE procedure elettorali né passare o consegnare fogli, volantini, dichiarazioni scritte et similia, in quanto ciò configurerebbe una propaganda elettorale o condizionamento degli altri elettori, che nel caso di una azione in concomitanza del rifiuto delle schede con tanto di dichiarazione a voce nel seggio sarebbero propaganda o condizionamento ancora più gravi e di conseguenza perseguibili PENALMENTE. E questa totale asetticità o neutralità vale nel raggio di 200 metri dalla sede del seggio elettorale.
Nello specifico poi ho fatto leggere al mio presidente di seggio sia la motivazione che avrei dovuto allegare sia l'interpretazione a favore dell'astensione attiva che circolava allora su internet. Egli ha rilevato subito che trattasi di protesta politica e quindi a fini penali è la peggiore protesta che si possa fare nei seggi ai fini penali allo stato della attuale legislazione e come detto IN ASSENZA di disposizioni esplicite della magistratura in merito portate dall'elettore, mentre nel caso dell'interpretazione giuridica fatta dal testo scaricato da internet egli aveva concluso trattasi di interpretazione LETTERALE della legge elettorale del 1957 che DIMENTICA il contesto totalmente asettico del seggio elettorale che è sottinteso e dato per scontato da tale legge: infatti ci sono altre leggi che come detto prima OBBLIGANO i seggi ad essere neutrali e ciechi da tutti i punti di vista.

Constatazione finale sia sua che mia: vi è un VUOTO DI GIURISPRUDENZA che impedisce di conoscere con certezza la possibilità o meno della facoltà della astensione attiva esercitabile dall'elettore, per cui in assenza di certezza poiché in assenza di sentenza esplicita e puntuale della magistratura non è possibile uscire dalla legislazione e dalla prassi vigente.
Guarda caso, è più o meno la stessa cosa che dovette affrontare Il Presidente della Repubblica Ciampi quando non sapeva con certezza se aveva il potere di dare la grazia – NONOSTANTE SIA UNO DEI VARI POTERI COSTITUZIONALI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA – poiché lo stesso articolo della Costituzione Italiana É SCRITTO MALE come migliaia di altre leggi ordinarie italiane e come diversi altri articoli della stessa Costituzione, per cui dovette sollevare il conflitto di attribuzione tra lui e l'allora Ministro della Giustizia sul potere di grazia presso la Corte Costituzionale, l'unica magistratura in grado di emettere sentenze chiarificatorie su ogni problema di tipo costituzionale.
Anche di queste ultime cose ho discusso col presidente e ha concordato con me.

Riguardo altri seggi elettorali che hanno eventualmente accolto QUALSIASI RECLAMO O PROTESTA da parte di elettori collegati col rifiuto delle schede, si è concluso che essi hanno commesso delle illegalità perseguibili PENALMENTE dalla legge.

Perciò l'astensione attiva allo stato attuale della giurisprudenza e secondo il punto di vista appena espresso è ILLEGALE.
Vito Zuccato
 
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MINISTERO DELL'INTERNO: SÌ ALL'«ASTENSIONE ATTIVA», MA...

Messaggioda Vito Zuccato » 02/02/2013, 18:00

 
ATTENZIONE: il Ministero dell'Interno ha comunicato con la Circolare n. 19/2013 di mercoledì 30 gennaio 2013 (tre giorni fa), indirizzata ai prefetti e quindi ai presidenti di seggio, che la cosiddetta «astensione attiva», abbondantemente promossa su internet, è LECITA in tutte le sue parti, MA... chi la praticherà NON sarà conteggiato come votante!

Questa circolare scredita buona parte delle motivazioni riportate in corsivo nel post precedente, con le quali ben due presidenti di seggio mi avevano ARBITRARIAMENTE impedito di praticare l'astesione attiva in due passate tornate elettorali, in un caso anche minacciando di denunciarmi per turbativa delle operazioni di voto.

Di seguito inserisco alcuni importanti articoli che forniscono le spiegazioni in merito.



Direttamente dal sito dell'Associazione Nazionale Ufficiali di Stato Civile e d'Anagrafe:
http://www.anusca.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4361

Articolo tratto dal quotidiano "Italia Oggi" del 31 gennaio 2013
"Scheda rifiutabile Ma l'elettore non sarà conteggiato
Pagina a cura di Francesco Cerisano
Gli elettori che, dopo essersi fatti registrare al seggio, si rifiutino di ritirare la scheda e chiedano di verbalizzare le ragioni della loro protesta, potranno farlo, ma non saranno conteggiati tra i votanti della sezione elettorale. Il loro dissenso, insomma, sarà messo agli atti, ma ai fini della rilevazione dell'affluenza alle urne sarà come se fossero rimasti a casa. Come anticipato da ItaliaOggi (si veda il numero del 24 gennaio scorso), il Viminale ha deciso di intervenire sulla «astensione attiva» propagandata sul web come alternativa al non-voto per coloro che non si sentono rappresentati dai partiti in lizza nella prossima tornata elettorale del 24 e 25 febbraio. La nota n. 19/2013, firmata da Nadia Minati, direttore centrale servizi elettorali del ministero dell'interno, è indirizzata a tutti i prefetti (nonché ai commissari di governo delle province di Trento e Bolzano e al presidente della regione Valle d'Aosta) affinché informino, attraverso i sindaci, i presidenti di seggio. E trae origine dalle numerose richieste di chiarimenti giunte nei giorni scorsi dagli operatori. Il ministero ammette che sul punto un vuoto normativo c'è. Il dpr sulla procedura di voto (n. 361/1957) contempla infatti solo l'ipotesi (art. 62) che l'elettore, dopo aver ritirato la scheda, non si rechi in cabina e la riconsegni, determinandone così la nullità. In questo caso, spiega la circolare, «l'elettore dovrà essere conteggiato tra i votanti e la scheda dovrà essere dichiarata nulla e inserita nell'apposita busta secondo le istruzioni in dotazione ai seggi». Il rifiuto della scheda, invece, non trova una specifica disciplina normativa, ma, ammette il Viminale, «non può certamente ritenersi vietato». Gli elettori, infatti, spiega, il dipartimento affari interni e territoriali, possono sempre chiedere al presidente del seggio di voler ritirare solo alcune schede e non tutte per le consultazioni in corso (ipotesi molto frequente nei referendum). Ma l'«astensione attiva» che corre su internet è cosa diversa perché muove dall'ipotesi che l'elettore voglia rifiutare tutte le schede e chieda di mettere a verbale la propria decisione. Come comportarsi allora? Il ministero consiglia ai presidenti di seggio di verbalizzare «in maniera sintetica e veloce» la protesta dell'elettore in modo da «non rallentare il regolare svolgimento delle elezioni». Dovranno essere annotati le generalità e il motivo della protesta e anche eventuali scritti che l'elettore voglia consegnare al seggio dovranno essere allegati al verbale. Ma, per quanto riguarda la rilevazione del numero dei votanti, il ministero non ha dubbi: «coloro che rifiutano la scheda non dovranno essere conteggiati tra i votanti della sezione»."
Si riporta altresì la:
"Circolare della Prefettura di Avellino Ufficio Territoriale dello Stato PROT. N. 1625/S.E.del 30 gennaio 2013.
OGGETTO: Operazioni di voto dell'ufficio elettorale di sezione. Rifiuto da parte dell'elettore di ritirare la scheda elettorale.-
Continuano a pervenire a questa Amministrazione numerosi quesiti e richieste di chiarimento in merito ad una possibile forma di astensione dal voto, con il possibile rifiuto della scheda elettorale ed una eventuale richiesta di verbalizzazione di dichiarazioni di astensioni o proteste di vario contenuto.
In materia, si rappresenta che le norme vigenti si limitano a disciplinare la procedura di voto, nonché i casi di nullità delle schede (articoli da 57 a 63 del D.P.R. n. 361/1957).
L'art.62, infatti, prevede l'ipotesi in cui l'elettore non voti in cabina elettorale, facendone derivare la nullità della scheda. Ciò accade quando l'elettore registrato dal seggio elettorale, al quale ha consegnato la tessera elettorale e il documento d'identità, abbia ritirato la scheda e poi l'abbia riconsegnata senza entrare prima in cabina.
In tal caso, l'elettore dovrà essere conteggiato tra i votanti e la scheda dovrà essere dichiarata nulla e inserita nell'apposita busta secondo le istruzioni in dotazione ai seggi.
Invece, il rifiuto della scheda non trova una specifica disciplina normativa ma non può certamente ritenersi vietato; l'elettore, infatti, può richiedere specificamente al presidente del seggio elettorale di voler votare solo per alcune e non per tutte le consultazioni in corso (e di voler ricevere, quindi, solo alcune schede) oppure può dichiarare di voler rifiutare tutte le schede.
L'ipotesi che si evince dai quesiti e dalle richieste di chiarimento pervenute a questo Ufficio sembra riguardare i casi in cui l'elettore voglia astenersi completamente dal voto, rifiutando tutte le schede e chiedendo la verbalizzazione della propria astensione dal voto stesso.
Prefettura di Avellino
Ufficio Territoriale dello Stato
Al riguardo, si ritiene che, in tali evenienze, il presidente del seggio - al fine di non rallentare il regolare svolgimento delle operazioni - possa prendere a verbale la protesta dell'elettore e il suo rifiuto di ricevere la scheda, purchè la verbalizzazione sia fatta in maniera sintetica e veloce, con l'annotazione nel verbale stesso delle generalità dell'elettore, del motivo del reclamo o della protesta, allegando anche gli eventuali scritti che l'elettore medesimo ritenesse di voler consegnare al seggio.
Per quanto attiene la rilevazione del numero degli elettori, appare utile rammentare che coloro che rifiutano la scheda non dovranno essere conteggiati tra i votanti della sezione elettorale.

Al fine di assicurare la speditezza e la regolarità delle operazioni di voto, si richiama l'attenzione delle SS.LL. circa la necessità di sensibilizzare i presidenti degli uffici elettorali di sezione, anche mediante consegna di fotocopia della presente, affinchè sia predisposta ogni misura idonea per evitare, in ogni caso, il verificarsi di situazioni che possano ostacolare la procedura di voto all'interno del seggio, a garanzia del regolare svolgimento del procedimento elettorale e del rispetto degli elettori che devono poter esercitare agevolmente il loro diritto/dovere di voto.
p. Il Prefetto Il Vice Prefetto Vicario - Amabile -."



Da quest'altro sito-blog:
http://www.bartolomeodimonaco.it/online/mps-lallarme-inascoltato-dei-sindaci/

Scheda rifiutabile. Ma l’elettore non sarà conteggiato
30 gennaio 2013
di Francesco Cerisano
(da “ItaliaOggi”, 30 gennaio 2013)

Gli elettori che, dopo es­sersi fatti registrare al seggio, si rifiutino di ritirare la scheda e chiedano di verbalizzare le ragioni della loro protesta, po­tranno farlo, ma non saranno conteggiati tra i votanti della sezione elettorale. Il loro dis­senso, insomma, sarà messo agli atti, ma ai fini della rile­vazione dell’affluenza alle urne sarà come se fossero rimasti a casa. Come anticipato da ItaliaOggi (si veda il numero del 24 gennaio scorso), il Viminale ha deciso di intervenire sulla «astensione attiva» propagan­data sul web come alternativa al non-voto per coloro che non si sentono rappresentati dai partiti in lizza nella prossima tornata elettorale del 24 e 25 febbraio. La nota n. 19/2013, firmata da Nadia Minati, di­rettore centrale servizi eletto­rali del ministero dell’intemo, è indirizzata a tutti i prefetti (nonché ai commissari di go­verno delle province di Trento e Bolzano e al presidente della regione Valle d’Aosta) affinché informino, attraverso i sindaci, i presidenti di seggio. E trae ori­gine dalle numerose richieste di chiarimenti giunte nei giorni scorsi dagli operatori. Il mini­stero ammette che sul punto un vuoto normativo c’è. Il dpr sulla procedura di voto (n. 361/1957) contempla infatti solo l’ipote­si (art. 62) che l’elettore, dopo aver ritirato la scheda, non si rechi in cabina e la riconsegni, determinandone così la nullità. In questo caso, spiega la circola­re, «l’elettore dovrà essere con­teggiato tra i votanti e la scheda dovrà essere dichiarata nulla e inserita nell’apposita busta secondo le istruzioni in dota­zione ai seggi». Il rifiuto della scheda, invece, non trova una specifica disciplina normativa, ma, ammette il Viminale, «non può certamente ritenersi vieta­to». Gli elettori, infatti, spiega, il dipartimento affari interni e territoriali, possono sempre chiedere al presidente del seg­gio di voler ritirare solo alcune schede e non tutte per le consul­tazioni in corso (ipotesi molto frequente nei referendum). Ma l’«astensione attiva» che corre su internet è cosa diversa per­ché muove dall’ipotesi che l’elettore voglia rifiutare tutte le schede e chieda di mettere a verbale la propria decisione. Come comportarsi allora?

Il ministero consiglia ai pre­sidenti di seggio di verbalizzare «in maniera sintetica e veloce» la protesta dell’elettore in modo da «non rallentare il regolare svolgimento delle elezioni». Dovranno essere annotati le generalità e il motivo della pro­testa e anche eventuali scritti che l’elettore voglia consegnare al seggio dovranno essere alle­gati al verbale. Ma, per quanto riguarda la rilevazione del nu­mero dei votanti, il ministero non ha dubbi: «coloro che rifiu­tano la scheda non dovranno essere conteggiati tra i votanti della sezione».



Altro sito che riporta e commenta la nota del Viminale:
http://www.laleggepertutti.it/23217_elezioni-astensione-attiva-ecco-cosa-succede-col-non-voto

Con una nota di ieri, il Viminale è intervenuto sulla questione delle “astensioni attive” propagandate sul web come alternativa al non-voto per coloro che non si sentono rappresentati dai partiti in campagna elettorale per le elezioni del 24 e 25 febbraio.

È forte il malcontento degli italiani nei confronti della politica. Così, grazie al tam tam di internet, si sta diffondendo una campagna nazionale volta a promuovere una decisa e forte contestazione al voto per le prossime elezioni.

I “dissidenti” intendo non votare, ma non nella consueta forma dell’astensionismo. Essi infatti, invitano gli elettori a presentarsi al seggio, farsi registrare, rifiutare poi di ritirare la scheda e, infine, chiedere di verbalizzare le ragioni della loro protesta.

Sulla questione è intervenuto ieri il Ministero degli Interni, chiarendo [1] che tale pratica non è certamente vietata. I Presidenti di seggio vengono invitati, dal Viminale, a verbalizzare in modo sintetico e veloce (per non rallentare le operazioni di voto) i motivi della protesta dell’elettore, con le sue generalità, allegandoli al verbale. Tuttavia – questione più importante – ai fini delle rilevazioni statistiche sulla affluenza alle urne, i cittadini che vorranno aderire alla singolare protesta non saranno conteggiati tra i votanti della sezione elettorale, bensì saranno considerati come “non votanti”.

Ciò significa, in altre parole, che l’intera protesta potrebbe essere completamente inutile, atteso che non sarà dato sapere quante astensioni attive ci sono state e, pertanto, nessuno avrà mai una percezione reale di quello che è il malcontento degli italiani.

[1] Circolare n. 19/2013.
Vito Zuccato
 
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ASTENSIONE ATTIVA

Messaggioda domenico.damico » 06/02/2013, 10:33

Ottima segnalazione, per far chiarezza su una procedura che sembra(va) molto fumosa, se non illegale.
Anche io ebbi difficoltà al seggio in occasione dell'ultimo referendum, e per i referendum la situazione dovrebbe essere più chiara.

Come buona pratica per presentarsi al voto e praticare l'astensione attiva,
sembra sia consigliabile prepararsi già da casa qualche riga di motivazione della scelta, su carta libera, da consegnare al presidente di seggio (firmando davanti a lui) che la allegherà agli atti, così da rendere agevole e più veloce la registrazione delle motivazioni.

Per lo stesso motivo credo sia consigliabile portare con sè il testo della circolare del ministero.
Un No deve salire dal profondo e spaventare quelli del Sì.
I quali si chiederanno cosa non viene apprezzato del loro ottimismo.
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Re: Domande ai candidati M5s

Messaggioda millemondi » 06/02/2013, 20:11

Preparo già il mio foglio da presentare al presidente del seggio :D
Ana Silvestre


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tutti desiderano obbedire
e pensare meno che si può:
bambini sono gli uomini.
Hermann Hesse
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Re: Domande ai candidati M5s

Messaggioda Vito Zuccato » 09/02/2013, 22:34

Prima di decidere cosa fare per le elezioni, si valuti anche questo thread appena aperto: http://www.monetaproprieta.it/phpbb/viewtopic.php?f=19&t=259.

E questo discorso strategico pro-voto per liste inedite: http://www.monetaproprieta.it/phpbb/viewtopic.php?p=2131#p2131
Vito Zuccato ha scritto:La miglior soluzione elettorale riguardo a un dato tema è votare per il miglior candidato su quel tema.

Siamo arrivati a un tale punto di perbenismo ipocrita stereotipante da non riuscire più a capire la seguente ovvia equazione: meno peggio = migliore.

Ma un altro scoglio psicologico da superare è provare a votare per liste inedite: infatti i cambiamenti possono avvenire anche in maniera graduale e proprio a cominciare dal fatto che ci sarebbe un più o meno consistente ricambio sia di persone che di idee nella competizione elettorale e nella classe dirigente politica.
Anzi: l'attuale forma mentis collettiva è strutturalmente incapace o restia ad accogliere cambiamenti radicali per la nota paura di fare il passo che mette in pericolo il proprio egorticello® in assenza di un guru che guida per mano, per cui tutto tenderà a scorrere lentamente se non a ri-impaludasi e più o meno come finora avvenuto.
Da questo punto di vista chi si avvale dell'astesione attiva può essere considerato e auto-considerarsi un integralista fanatico autolesionista, alla pari di chi si astiene stando a casa o di chi vota scheda bianca o di chi annulla la scheda, proprio perché IMPEDISCE sul nascere qualsiasi ricambio e quindi qualsiasi anche flebile tentativo di cambiamento dello status quo: astenendosi dal voto non si fa altro che avvantaggiare i rappresentanti politici soliti noti che si riciclano da decenni o che passano ad altri finti giovani loro delfini le stesse identiche idee, idee che ormai si conoscono fino alla noia e che sono errate (se non anche abominevoli), quindi perché non provare a dare una possibilità a chi finora NON si è MAI espresso nella conduzione delle istituzioni e che ha idee relativamente originali e/o migliori...?

In queste elezioni politiche ci saranno diverse liste inedite rispetto al solito da poter votare, come c'erano in verità anche nelle passate elezioni politiche del 2008, perciò ALMENO c'è la possibilità di cambiare interlocutore politico riguardo al tema che sta a cuore a ciascuno e che non viene adeguatamente discusso, e questo interlocutore politico diventa tale SOLO se viene votato.

Visto il margine di manovra ridottissimo per i motivi finora detti, non ha senso scartare a priori anche solo la possibilità di scegliersi l'interlocutore politico migliore – detto anche meno peggio dai perbenisti ipocriti stereotipati – per imbastire con esso il confronto post-elettorale su ciò che sta a cuore: è un grave errore considerare il voto uno strumento finalizzato esclusivamente a eleggere chi promette di realizzare qualcosa di simile alle proprie aspettative, infatti il proprio voto va considerato anche come modo per non azzerare del tutto il margine di manovra ridottissimo appena citato.

Potrebbe comunque accadere pure il contrario, ovvero che a dare maggiore ascolto post-elettorale a certe istanze sociali sia a sorpresa l'interlocutore politico sulla carta più distante dalle stesse istanze, ma qui significa consegnarsi al puro caso.

Vedasi anche questo mio precedente post in merito: http://www.monetaproprieta.it/phpbb/viewtopic.php?p=1706#p1706

E per finire, l'esercizio della democrazia NON si conclude nelle operazioni di voto, ma nel sollecitare il dibattito in maniera pressante ogni giorno: da questo punto di vista, il principio dell'insindacabilità per l'eletto sancito dalla Costituzione italiana è esemplare, poiché sottintende la possibilità per l'eletto di venir meno alle proprie promesse elettorali almeno in parte e quindi di cambiare idea grazie al continuo dibattito eletto-elettore.
Vito Zuccato
 
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